Isole Canarie

Greenpeace denuncia Cuna del Alma a Puertito de Adeje minaccia ambientale e complicità istituzionale

Greenpeace ha diffuso un nuovo rapporto in cui il progetto turistico Cuna del Alma, nel Puertito de Adeje (Tenerife), viene indicato come una minaccia ambientale esemplare, resa possibile anche dalla complicità delle amministrazioni. L’analisi, pubblicata alla vigilia della Giornata mondiale della Protezione della Natura, inserisce l’intervento in un elenco di iniziative che mettono a rischio spazi naturali di alto valore in Spagna.

Greenpeace denuncia Cuna del Alma a Puertito de Adeje minaccia ambientale e complicità istituzionale

Greenpeace include cuna del alma tra i casi critici

Il documento, intitolato “Los otros Altri, o cómo las corporaciones amenazan la biodiversidad y las administraciones lo permiten”, cita una dozzina di progetti, tra cui l’urbanizzazione turistica in costruzione nel sud di Tenerife. Per l’ONG, l’area interessata da Cuna del Alma ricade nella Zona Especial de Conservación (ZEC) Franja Marina Teno-Rasca e confina con il Sitio de Interés Científico La Caleta, un contesto che accresce la sensibilità ambientale del territorio.

Nelle sue conclusioni, Greenpeace presenta Cuna del Alma come un caso emblematico di sviluppo turistico insostenibile e socialmente ingiusto, ritenendo che un modello simile vada evitato a ogni costo. Di conseguenza, l’organizzazione sollecita maggiore rigore nella tutela degli ecosistemi costieri di Tenerife.

Le parole del portavoce

Manoel Santos, portavoce di Greenpeace e coordinatore dello studio, sottolinea l’incoerenza tra i proclami pubblici e i fatti: “non ha senso che le amministrazioni, e molte aziende, ci parlino di protezione del litorale o di turismo sostenibile e poi propongano progetti enormemente ingiusti, che non lascia spazio alla natura”.

Inoltre, Santos rimarca il ruolo della cittadinanza attiva nel frenare queste dinamiche: “È legittimo e auspicabile che la società civile attiva reagisca contro quelle indecenti alleanze che si danno con tanta frequenza tra corporazioni distruttive e amministrazioni irresponsabili. Dobbiamo fermare questa follia”.

Segnalati contenuti fuorvianti e tattiche di pressione

Lo studio descrive una serie di “tattiche” utilizzate da aziende e grandi gruppi per far avanzare progetti controversi. Tra queste, la diffusione di informazioni ingannevoli tramite pratiche di greenwashing o tramite promesse occupazionali che, secondo Greenpeace, non affrontano il bilancio complessivo degli impatti. Un aspetto rilevante è anche la “compra di volontà” mediante lobby politiche, contenuti sponsorizzati, piani sociali o il ricorso alle cosiddette “porte girevoli”.

D’altro canto, l’ONG denuncia le stratagemmi per aggirare la normativa, come la frammentazione dei progetti in più parti o il loro posizionamento sul limite esterno di aree naturali protette, così da ridurre controlli e vincoli. Secondo Greenpeace, queste pratiche compromettono la tutela effettiva degli habitat e della biodiversità.

Norme e figure giuridiche usate in modo improprio

Greenpeace mette l’accento sulla permissività, negligenza e spesso complicità di alcune amministrazioni nel facilitare l’iter autorizzativo. Successivamente, il rapporto avverte di una crescente produzione di norme deregolatrici che allentano i presidi esistenti.

In particolare, si richiama l’attenzione sull’uso considerato “fraudolento” di qualifiche come “interesse generale”, “utilità pubblica” o “progetto strategico”. Figure che dovrebbero essere eccezionali, ma che, afferma l’ONG, finiscono di frequente per diventare regola, spianando la strada a iniziative con forte impatto su spazi naturali di alto valore.

Dodici progetti sotto la lente in tutta la spagna

Oltre a Cuna del Alma nel Puertito de Adeje, il rapporto elenca altri interventi: la riapertura della miniera Los Frailes ad Aznalcóllar; un ristorante con ‘glamping’ sulla spiaggia di Bolonia; lo stoccaggio di gas nell’area del Parco Nazionale di Doñana; e un hotel previsto sulla spiaggia dei Genoveses, in Andalusia.

Greenpeace cita inoltre il cluster delle rinnovabili a El Maestrazgo e il progetto di unione delle stazioni sciistiche nella Canal Roya, in Aragona; l’ampliamento dell’aeroporto di Barcellona-El Prat, in Catalogna; l’espansione del Museo Guggenheim nella Riserva della Biosfera di Urdaibai, nei Paesi Baschi; la macrofabbrica di cellulosa di Altri ad A Ulloa, in Galizia; l’ampliamento della macrogranja di Valle de Odieta a Caparroso e il progetto minerario sul pascolo di Erdiz, in Navarra.

Il dossier di Greenpeace colloca Cuna del Alma al centro del dibattito su minaccia ambientale e complicità delle amministrazioni nelle Isole Canarie, evidenziando la delicatezza dell’area tra la ZEC Franja Marina Teno-Rasca e La Caleta. La richiesta dell’ONG è chiara: maggiore trasparenza, applicazione rigorosa delle norme e valutazioni ambientali che mantengano la protezione della natura come priorità effettiva a Tenerife e nel resto del Paese.