Nel pieno del dibattito europeo sul cambio di ora, le Canarie ribadiscono la loro singolarità: l’arcipelago non intende rinunciare all’ora in meno rispetto alla Spagna peninsulare. La proposta del premier Pedro Sánchez di porre fine “definitivamente” all’alternanza stagionale entra nell’agenda della Commissione europea, che valuta una “posizione comune” e uno “studio a supporto delle decisioni”. Sullo sfondo, l’arrivo dell’orario invernale e un confronto che coinvolge salute, energia e fuso orario.
Bruxelles valuta lo stop al cambio stagionale
La Commissione europea ha accettato di cercare una “posizione comune” e di avviare uno “studio per sostenere il processo decisionale” su un tema aperto da anni e ora rilanciato da Madrid. Di conseguenza, le capitali europee tornano a esaminare la proposta di eliminare il cambio dell’ora in tutta l’UE.
Accada quel che accada
Nelle Isole Canarie la linea è netta: il governo regionale non è disposto a rinunciare alla differenza oraria. La portavoce di Coalición Canaria al Congreso de los Diputados, Cristina Valido, si è detta pronta a difendere il fuso dell’arcipelago “accada quel che accada” nel resto d’Europa. Anche il portavoce dell’Esecutivo, Alfonso Cabello, è stato perentorio: “È importante mantenere quella singolarità”.
Valido ha puntualizzato: “Una cosa è che non si ritardi l’ora e un’altra cosa è che ci teniamo la differenza che abbiamo. Noi siamo su un altro meridiano, non ci riguarda un altro fuso”, in un’intervista al programma A Buenas horas con José Luis Martín riportata da Europa Press.
Una leva di promozione quotidiana
Secondo Valido, “anche se può sembrare una sciocchezza”, la differenza oraria con il resto della Spagna rappresenta una promozione preziosa per le Isole. “Quante volte al giorno si nomina le Canarie per questa questione”, ha insistito.
“L’Arcipelago difende come «non negoziabile» una singolarità che è geografica”.
Radici storiche del fuso delle Canarie
Va ricordato che fu il dittatore Francisco Franco, nel 1940, a uniformare l’orario della Penisola a quello tedesco. Le Canarie, con un’ora in meno per posizione geografica, rimasero così allineate all’Inghilterra. L’arcipelago aveva già un orario diverso da quello peninsulare agli inizi del XX secolo e, pertanto, non avrebbe motivo di modificarlo anche qualora in Europa si decidesse di abolire i cambi stagionali.
Sostegno europeo alla proposta spagnola
La proposta della Spagna è arrivata alla riunione dei ministri dell’Energia con l’appoggio di Paesi come Finlandia e Polonia. Altri, tra cui Germania e Danimarca, si sono storicamente mostrati favorevoli a eliminare il cambio di ora.
La mossa di Madrid coincide con la settimana in cui scatterà un nuovo spostamento delle lancette per l’orario invernale: avverrà nella notte tra sabato e domenica.
Un dossier aperto dal 2018
Il confronto sul cambio dell’ora è stato riaperto da Bruxelles già nel 2018, quando la Commissione guidata da Jean-Claude Juncker propose di abbandonare il sistema. In Europa i cambi di orario furono introdotti per la prima volta, in via eccezionale, durante la Prima guerra mondiale per risparmiare energia; si generalizzarono negli anni ’70 con la crisi petrolifera. L’UE standardizzò la pratica nel 1981 e la regolò poi con la direttiva 2000/84/CE: le lancette si portano avanti l’ultima domenica di marzo e indietro l’ultima domenica di ottobre. Per questo è previsto un nuovo cambio nel fine settimana.
“Valido e Cabello ricordano la promozione quotidiana che offre questa differenza”.
Tra gli argomenti dell’Esecutivo nazionale c’è l’idea che queste modifiche “non hanno più senso”. Secondo fonti di governo, il 66% dei cittadini ne chiede la fine. La comunità scientifica, dal canto suo, sostiene che non si ottengono più risparmi energetici e che, al contrario, i cambi orari alterano due volte l’anno i ritmi biologici.
Impatto su salute e produttività
Alcuni dati sono stati citati anche dal ministro dell’Economia, Carlos Cuerpo, secondo cui le ragioni originarie del cambio di ora per ridurre i consumi “non si verificano più nella pratica” e, al contrario, ci sono studi che quantificano in 750 dollari per lavoratore l’impatto sulla riduzione della produttività dovuto agli effetti del cambio orario sulla salute.
Sulla stessa linea, la vicepresidente esecutiva per la Transizione pulita, giusta e competitiva della Commissione europea, Teresa Ribera, ha sottolineato che le premesse sui consumi energetici e i parametri orari della crisi degli anni ’70 e quelli attuali “non sono le stesse”.
Le perplessità del Partito Popolare
Nel Partito Popolare, pur avendo inserito proposte simili nei programmi elettorali, alcuni dirigenti hanno espresso dubbi sulle reali motivazioni del premier. La vicesegretaria alla Rigenerazione istituzionale, Cuca Gamarra, ha definito l’annuncio una “esca” per provare a cambiare i temi del dibattito politico.
In sintesi, mentre l’UE riapre il fascicolo sul cambio di ora, le Canarie rivendicano la propria eccezione geografica e politica. Madrid cerca una linea comune europea, sostenuta da vari Stati membri, mentre si avvicina il passaggio all’orario invernale e si rafforza l’argomentazione su salute e produttività che spinge verso l’abolizione dei cambi stagionali.