A Oviedo, al Teatro Campoamor, la Principessa Leonor ha aperto la cerimonia dei Premi Principessa delle Asturie con un appello a “tornare all’essenziale”: rispetto per chi la pensa diversamente, cura del prossimo e centralità dell’educazione. Ha difeso la convivenza come unica via al progresso condiviso e la tutela dei valori che ci guidano. Ha scelto la forma della lettera per omaggiare i premiati, tra cui Serena Williams, Mario Draghi, Mary‑Claire King, il Museo Nacional de Antropología de México, Graciela Iturbide, Douglas Massey, Eduardo Mendoza e Byung‑Chul Han.

Il discorso al Teatro Campoamor
“Nei tempi dell’immediatezza, della fugacità, delle virtualità, dei bit”, ha affermato durante il suo intervento, spiegando di aver optato per una comunicazione che richiama carta e penna per rivolgersi singolarmente a ciascun premiato.
Ha motivato la scelta con una riflessione generazionale: “Pur essendo della ‘Generazione Z’ e figlia di una ‘X’ e di un ‘boomer’, ho la sensazione che una lettera consenta di fermarsi, approfondire e pensare di più”.
Per il secondo anno consecutivo, in qualità di presidente d’onore della Fondazione Princesa de Asturias, le è spettato il compito di elogiare i vincitori, sottolineandone risultati e contributi.
Tornare all’essenziale
Consapevole della complessità del presente, la Principessa Leonor ha invitato a munirsi di “buoni strumenti” per affrontarla: “Non guasterebbe ravvivare l’entusiasmo. Forse dobbiamo tornare all’essenziale, ai basici”.
Tra questi ha indicato “il rispetto per chi la pensa diversamente, per chi è diverso”, la scuola e il riconoscimento del ruolo dei docenti: “Valutare le nostre maestre e i nostri maestri e considerare il tempo scolastico obbligatorio come una tappa cruciale, in cui tutti (amministrazioni e società civile) devono impegnarsi affinché ogni cittadino libero abbia opportunità”.
Ha esortato inoltre a non lasciare indietro i più fragili: “Con azioni responsabili e misurabili, a chi non se la passa facile, alle persone più vulnerabili, ai giovani che lottano per formarsi, per avere un lavoro, una casa, alle persone anziane che non vogliono stare sole, ai nostri bambini e bambine a rischio di povertà”.
“Forse bisogna ricordare cosa significa trattare bene il prossimo, uscire dalla trincea, scrollarci di dosso la paura, unirci per fare le cose meglio, pensare che, se non guardiamo l’altro, non sapremo costruire fiducia”.
Valori e convivenza
La convivenza, ha sostenuto, “non è facile, ma è l’unico cammino per raggiungere il progresso condiviso”. Di conseguenza, “ha senso prendersi cura e difendere i valori che, come spagnoli ed europei, in realtà come cittadini di qualsiasi luogo, ci definiscono e ci guidano”.
“Fidare in essi è fidare nella libertà davanti alla paura, nella giustizia davanti all’arbitrarietà, nella democrazia davanti all’intolleranza, nello Stato sociale di diritto davanti all’abuso di potere, nei Diritti Umani davanti all’indifferenza”.
Ha riconosciuto i limiti della retorica: “Sono consapevole che a volte le parole pronunciate a un leggio possono suonare vuote, ma so anche che non guasta ripassare e ricordare la natura delle difficoltà, ma anche delle soluzioni, e insistere sul fatto che non ci sono formule magiche per gestire tale complessità”.
I messaggi ai premiati
Rivolta a Mario Draghi, Premio di Cooperazione Internazionale, ha ricordato le sue parole del 2012 alla guida della BCE: “Faremo tutto il necessario (…). E credetemi, sarà sufficiente”. Per la Principessa, quelle parole trasmettevano “la difesa dei valori europei, della solidarietà tra Paesi e dell’idea, non per ripetuta meno preziosa, che insieme siamo più forti”.
Alla vincitrice del Premio degli Sport, Serena Williams, ha detto: “Oggi nessuno potrebbe capire il tennis senza di te”. E ha aggiunto: “Ci hai dimostrato che la grandezza non sta nel vincere sempre, ma nella capacità di rialzarsi, imparare e andare avanti”. Ha poi citato con affetto il legame familiare: “È bello ciò che dici di tua sorella: ‘Senza Venus, non ci sarebbe stata Serena’. Le sorelle complici sono le nostre grandi compagne di viaggio”. Il passaggio ha suscitato un lungo applauso e gli sguardi d’intesa dei Re verso l’Infanta Sofía.
Della scienziata Mary‑Claire King, Premio di Ricerca Scientifica, ha sottolineato: “Il suo lavoro ha permesso l’identificazione di una regione cromosomica umana che ospitava un gene le cui mutazioni predispongono al cancro al seno e all’ovaio”, ricordando anche il contributo alla riunificazione dei nipoti dei desaparecidos con le loro famiglie in Argentina.
Del Museo Nacional de Antropología de México, Premio della Concordia, ha evidenziato l’impegno nel “curare, conservare e preservare il legato preispanico e la cultura indigena del Messico”. Di Graciela Iturbide, Premio delle Arti, ha messo in luce come “abbia plasmato la forza delle donne” nelle sue fotografie.
Parlando di Douglas Massey, Premio delle Scienze Sociali, ha elogiato la sua analisi dei movimenti migratori e il contributo “dal rigore accademico” per “riumanaizzare lo sguardo verso chi lascia il proprio Paese”, superando “narrazioni semplicistiche” e promuovendo politiche basate su dati.
Riguardo a Eduardo Mendoza, Premio delle Lettere, ha affermato che la sua opera “è necessaria”. Serve “per sapere di più, per comprendere di più, per accantonare lo scroll infinito (sapete, quel trascinare senza fine il dito sullo schermo del telefono…) e permettere che la lettura profonda dei tuoi libri ci porti a fare inferenze e deduzioni”.
Infine, si è rivolta a Byung‑Chul Han, Premio di Comunicazione e Umanità, con una domanda che interpella soprattutto i giovani: “Come recuperiamo, soprattutto noi giovani, la trascendenza affinché la vita non sia, come dice lei, il mero soddisfacimento dei bisogni e l’esibizione narcisistica —sui social— di un ottimismo che confondiamo con la vera speranza, in mezzo al rumore dei dati e dell’informazione, così lontani, quindi, dalla vera conoscenza?”.
Ruolo nella cerimonia
Per la seconda volta di seguito, la Principessa Leonor ha svolto un ruolo centrale nella celebrazione dei Premi Principessa delle Asturie, alternando riflessioni civiche e richiami ai valori condivisi alle lettere di elogio per ciascun premiato.
Il filo conduttore del suo intervento al Teatro Campoamor è rimasto l’idea che la convivenza, sostenuta da educazione, responsabilità e rispetto, sia la strada maestra verso il progresso condiviso, in un quadro di libertà, giustizia, democrazia, Stato sociale di diritto e Diritti Umani.




