Alle Canarie, il mercato del lavoro delle Canarie mostra segnali di raffreddamento nel terzo trimestre del 2025: l’occupazione cala di 14.100 unità e la disoccupazione torna a salire. Il crollo degli autonomi provoca la maggiore perdita di posti di lavoro in sei anni e mezzo, secondo l’EPA dell’INE. Il tasso supera il 14,59%, con 15.100 disoccupati in più.

Segnali di frenata nell’occupazione
Tra luglio e settembre, il numero totale di occupati nelle Canarie è sceso di 14.100 persone, fino a 1.007.900. È ancora una cifra elevata e rappresenta un livello récord per questo periodo dell’anno; tuttavia, per trovare un trimestre con una distruzione maggiore di posti bisogna risalire al primo del 2019, quando scomparvero 20.900 occupati. Di conseguenza, il mercato del lavoro delle Canarie rompe la sequenza di trimestri favorevoli e lascia i primi avvisi di rallentamento.
Secondo l’EPA pubblicata dall’INE, anche la platea dei disoccupati cresce. Il tasso di disoccupazione si colloca attorno al 14,6% ed è tornato a superare il 14,59%, 1,27 punti in più rispetto al trimestre precedente, con 15.100 persone senza lavoro aggiuntive.
Due trimestri in calo come nel 2016
Il calo estivo non è un episodio isolato. Con la flessione del terzo trimestre sono già due i periodi consecutivi in cui le Canarie riducono gli occupati, qualcosa che non accadeva dal 2016, al netto delle anomalie del 2020 e 2021 legate alla pandemia. Inoltre, tra aprile e settembre 2025 il mercato del lavoro delle Canarie ha perso complessivamente 16.200 occupati, più dei 13.000 svaniti nel bimestre 2016 considerato.
Per trovare sei mesi consecutivi con un deterioramento più marcato bisogna risalire alla crisi finanziaria: terzo e quarto trimestre del 2011, quando l’effetto dello scoppio della bolla immobiliare spinse al parco migliaia di persone in tutta la Spagna. In quel semestre, nelle Canarie si cancellarono 22.400 posti di lavoro.
Il peso del crollo tra gli autonomi
I 14.100 posti persi in estate derivano soprattutto dal deragliamento del lavoro autonomo. Nell’Arcipelago hanno chiuso 7.100 autonomi in soli tre mesi, quasi il 5% in meno rispetto al trimestre precedente. Quasi interamente si tratta di “imprenditori senza dipendenti” o lavoratori indipendenti: questa componente si riduce di 9.600 unità, pari a un -8,6%.
Si tratta dei profili più esposti del mercato del lavoro delle Canarie: il barbiere con una piccola bottega, il commerciante di quartiere o il grafico freelance. Sono particolarmente sensibili agli aumenti delle quote, agli affitti dei locali e ai rincari delle materie prime. Con margini ridotti e un impegno elevato, piccoli scostamenti nei conti possono far decidere di interrompere l’attività.
Pubblico in calo, privato in lieve aumento
Una quota rilevante della perdita di posti di lavoro estiva è imputabile anche al settore pubblico, che elimina 7.000 impieghi nel trimestre, principalmente per scadenza di contratti temporanei non rinnovati. Per contro, il settore privato resiste e aggiunge 1.000 occupati, un leggero +0,14% sul trimestre precedente.
Settori più colpiti e comparti in ripresa
Osservando l’andamento per attività, il settore dei servizi è quello che registra la perdita più netta, con un impatto concentrato nella pubblica amministrazione e in particolare in istruzione e sanità, che insieme sottraggono 13.500 occupati. Importante anche la contrazione nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, con 12.300 addetti in meno.
Al contrario, i comparti più legati al turismo — commercio, trasporti e alloggio-ristorazione — mantengono segnali di tenuta nell’occupazione: +5.400 unità, pari a un +1,23% sul trimestre precedente. Inoltre, le attività artistiche, ricreative e di intrattenimento guadagnano 3.400 lavoratori.
Disoccupazione in aumento nelle Canarie e nel paese
Le Canarie perdono occupati nel complesso e vedono crescere il numero di persone in cerca di lavoro. La disoccupazione supera il 14,59%, con 15.100 nuovi disoccupati rispetto al trimestre precedente. In parallelo, la tendenza si osserva anche nella media nazionale: il totale dei disoccupati in Spagna avanza del 2,35%, ossia 60.100 persone in più, pur in presenza di un incremento dell’occupazione a livello paese.
Bilancio rispetto a un anno fa
Confrontando la situazione con dodici mesi prima, l’Arcipelago mostra ancora più occupati ma anche più disoccupati. Le Canarie contano 10.500 lavoratori in più rispetto al 2024, in un contesto in cui la popolazione attiva è cresciuta di 15.000 persone. Al tempo stesso, i disoccupati aumentano di 4.400 unità, pari a un +2,62%.
Il quadro che emerge dall’EPA dell’INE è quello di un mercato del lavoro delle Canarie in fase di assestamento: arretramenti concentrati tra gli autonomi e nel settore pubblico, tenuta dei comparti legati al turismo, e una disoccupazione in risalita che si allinea alla dinamica nazionale.




