A Las Palmas de Gran Canaria, la storica panetteria Miguel Díaz affronta un avviso di chiusura del Comune per assenza di licenza di apertura. La figlia della proprietaria, Ana Teresa Díaz Sosa, esprime fiducia in una soluzione negoziata, mentre cresce il sostegno dei clienti e una petizione su Change.org supera le centinaia di firme.

Contesto del provvedimento comunale
“La speranza è l’ultima a morire e confido che questo si risolva e che si arrivi a un accordo”, afferma Ana Teresa Díaz Sosa, figlia della titolare del negozio, a proposito del provvedimento che ordina la chiusura dell’attività per mancanza della licenza di apertura.
Racconta che per lei è stata “una sorpresa” e che, da quando hanno ricevuto la risoluzione del Comune, gli avvocati della famiglia lavorano per chiarire il quadro giuridico in cui si trova l’impresa.
Un secolo di attività e il nodo licenze
La figlia cerca di districarsi in una vicenda complessa: il forno è rimasto aperto ininterrottamente per oltre cento anni e, fino a oggi, nessuna autorità municipale aveva richiesto una regolarizzazione specifica.
“Nel 1920 non esistevano licenze. Quello che so è che anni dopo chiesero documentazione, notificata per certificare che questo era aperto da tempo e che si faceva attraverso agenti della polizia locale che venivano, verificavano e certificavano. Da allora, non abbiamo più avuto problemi né avvisi del contrario”.
Díaz Sosa sostiene che “i ricevuti del pagamento delle tasse sono stati fatti in conformità con una licenza di apertura comunale” e che ciò risulta nelle relative liquidazioni, sebbene la risoluzione che impone la chiusura non consideri tali ricevute come prova valida del permesso per l’attività.
Modifiche alle cappe aspiranti e rapporti con i vicini
L’ispezione municipale è nata da una denuncia di alcuni residenti. Ana spiega che non è la prima volta che ricevono lamentele, ma che si è sempre intervenuti per eliminare le possibili molestie.
“Si sono sempre lamentati del fatto che c’è fuliggine e lo abbiamo risolto spostando le cappe aspiranti. Oggi il punto in cui sono non ha nulla a che vedere con dove erano allora. Adesso danno verso la via Viera y Clavijo, mentre prima erano sul retro, proprio dove si trova la comunità di proprietari che ha denunciato. In questo momento non è possibile che stiano ricevendo fuliggine”.
Mentre Paco continua a impastare il pane in laboratorio, ricorda che dove oggi si trova la comunità di vicini “prima c’era solo un garage, tempo dopo comprarono e vennero ad abitare”. Di conseguenza, spiegano i responsabili, il forno “si è via via adeguato” all’evoluzione urbanistica dell’area.
Timori quotidiani e volontà di accordo
La famiglia ribadisce l’intenzione di trovare un’intesa con il Comune. “Viviamo ogni giorno con la preoccupazione che un giorno arrivi la polizia e ci metta i sigilli, per questo speriamo che tutto vada bene”, sottolinea Ana.
L’attività, simbolo del quartiere di Las Palmas de Gran Canaria, continua intanto a operare mentre proseguono i contatti legali per sanare la posizione amministrativa.
Sostegno dei clienti e petizione online
“Mia madre – la titolare dell’attività – ha 71 anni. Da quando è uscita tutta questa storia mi chiede ogni giorno come vanno le cose, è nervosa. Le diciamo di non venire qui per non farla stare male”.
Secondo Ana, anche i dipendenti sono in apprensione per il rischio di perdere il posto di lavoro. Ogni cliente che entra chiede aggiornamenti e incoraggia il personale, che ricambia con gratitudine. “Ringraziamo tutta la clientela che ci sta sostenendo, voglio solo dire loro che siamo qui, in prima linea, per cercare di mettere tutto in regola e continuare a lavorare”.
Tra gli avventori, c’è chi ha distribuito il modulo per la raccolta firme e chi ha aperto una richiesta di supporto su Change.org, che ha già superato le 600 adesioni. Nel punto vendita è stato affisso anche un QR per accedere direttamente alla pagina della petizione.
La panetteria Miguel Díaz resta dunque al centro dell’attenzione cittadina: tra un’attività ultracentenaria, una controversia amministrativa sulla licenza di apertura e un crescente sostegno popolare, la famiglia punta al dialogo istituzionale per evitare la chiusura e garantire continuità al lavoro quotidiano.




