A Santa Cruz, le campane della parrocchia di La Concepción hanno iniziato a suonare poco prima delle dieci di sera quando il trono della Virgen de Candelaria ha lasciato la Plaza de España. Dopo la messa di congedo, la processione ha intrapreso il percorso verso la sua prima tappa: il centro di accoglienza Café y Calor, in avenida de Bélgica, dove i volontari di Cáritas attendevano l’immagine della Patrona delle Canarie.

Messa e partenza da Santa Cruz
Terminata la celebrazione, il corteo ha preso direzione sud tra un attento dispositivo della Polizia Locale. Il trono della Virgen de Candelaria ha avanzato lentamente, salutato a tratti dai fedeli lungo il percorso urbano.
La marcia ha incluso arterie centrali fino all’imbocco dell’avenida San Sebastián, con soste tecniche minime per mantenere il ritmo della processione.
Il cammino lungo avenida San Sebastián
Con il passare dei minuti, l’avenida San Sebastián si è trasformata in una via a senso unico umano: il flusso dei pellegrini procedeva in direzione opposta al traffico abituale, scortato dagli agenti. All’altezza dell’ex Istituto di Meteorologia regnava un silenzio denso. Un volontario ha mormorato: “Sembra un deserto”, mentre dai palazzi, spenti, non si affacciava nessuno.
La quiete pareva amplificata anche dall’umore cittadino: la seconda sconfitta consecutiva in trasferta del CD Tenerife aveva aggiunto una nota di scoraggiamento. Si udivano solo l’eco dei passi e lo scricchiolio del bastone di un pellegrino sull’asfalto.
Scene e voci del corteo
In prossimità del mercato, la rotonda è diventata punto di respiro. Qualcuno si chiedeva se l’immagine avrebbe fatto una sosta. Un agente ha risposto: “Pare che no… prosegue”. In zona Padre Anchieta, un piccolo chihuahua, serio come una guardia, abbaiava dalla sua postazione sul marciapiede.
Su un angolo, un’anziana in carrozzina, avvolta in vestaglia e pantofole, era scesa in strada in pigiama per non perdere l’occasione di salutare la Virgen de Candelaria. Dopo essersi spostata da un lato all’altro, ha chiesto di fermarsi in mezzo alla carreggiata e ha sussurrato: “Così la vedo meglio”.
Man mano che il corteo saliva per San Sebastián, la fatica si faceva sentire. Una donna, appoggiata a un bastone improvvisato, ha ricordato ad alta voce: “Questo mi ricorda quando uscimmo dal ponte di Las Caletillas e salimmo per Igueste. Madre del santo amore!”. Intanto il gruppo affrontava la rotonda di República Dominicana, con l’aria sempre più pesante e il silenzio più fitto.
All’altezza dell’ex teatro Pérez Minik, un vicino del quartiere di Duggi, membro del gruppo “La Canción de la Risa”, Los Lejías, si è affacciato per vedere la comitiva, forse per chiedere alla Virgen una mano in vista del Carnaval e del concorso di Agrupaciones Gaditanas.
Il tratto finale fino all’avenida de Bélgica si è svolto quasi in solitudine, con più candele accese che acclamazioni alla Virgen de Candelaria.
Accoglienza al centro Café y Calor
Pochi minuti dopo, la comitiva è giunta al centro Café y Calor, prima destinazione della notte. Ad attenderla c’erano i volontari di Cáritas e diversi utenti abituali, commossi, con le mani intrecciate. L’immagine si è fermata per alcuni istanti davanti all’ingresso.
Davanti alle porte della struttura —dove il primo tenente di sindaco, Carlos Tarife, ha colto l’occasione per lasciare la comitiva— circa trecento persone hanno accolto la Patrona intonando una Salve Rociera. Dopo una preghiera e nuove acclamazioni, sono risuonate le percussioni di un tajaraste, seguite da un’ulteriore Salve Rociera e da altri viva alla Virgen de Candelaria.
Verso la Cruz del Señor
Con la prima tappa del rientro conclusa, la Morenita, vestita in azzurro turchese, ha ripreso il suo pellegrinaggio verso la Cruz del Señor. Santa Cruz l’ha salutata per tratti, accompagnando il passaggio della sua Patrona delle Canarie tra devozione, silenzi e piccoli gesti di affetto.
Il percorso ha segnato l’avvio del viaggio di rientro dell’immagine, vigilato dalla Polizia Locale e cadenzato da momenti di raccoglimento, con la Virgen de Candelaria che ha unito fede, memoria e vicinanza sociale nella sosta a Café y Calor.




