All’isola di Lobos, nel comune di La Oliva a Fuerteventura, riparte la decima campagna di scavi archeologici nel sito del taller romano della porpora alla playa de la Concha. Da lunedì fino al 15 novembre, archeologi, biologi e ricercatori indagano l’estensione del complesso Lobos I verso sud e sud-ovest tramite due sondaggi mirati. Scoperto nel 2012 da due turisti dopo un acquazzone, il sito ha proiettato le Canarie come limite atlantico dell’Impero romano, rafforzando l’interesse per l’antica Roma a Lobos.

Dieci anni di ricerche nel sito romano di Lobos
Con questa sono dieci le campagne di indagine nel yacimiento della playa de la Concha, sull’isola di Lobos. L’obiettivo è definire con precisione i limiti meridionali e sudoccidentali dell’area nota come Lobos I, proseguendo un lavoro sistematico iniziato dopo la prima segnalazione del 2012. Di conseguenza, il progetto consolida un decennio di attività continuativa in uno dei contesti archeologici più significativi dell’arcipelago.
La campagna è promossa dal Cabildo di Fuerteventura e dall’organismo autonomo Musei e Centri del Cabildo di Tenerife, con la partecipazione di specialisti e volontari legati ai musei archeologici delle due isole. Inoltre, il calendario operativo prevede tre settimane di lavoro stratigrafico e di registrazione dei dati in campo.
Obiettivi e metodologia degli scavi 2025
I lavori prevedono due sondaggi in aree distinte: uno in prossimità del laboratorio e ai piedi di un piccolo cono vulcanico ad esso associato; l’altro verso sud-ovest, vicino alla linea di costa dell’isolotto. Successivamente, i risultati saranno confrontati per verificare eventuali continuità funzionali e cronologiche rispetto al nucleo produttivo della porpora.
Le due zone potrebbero delineare spazi complementari al taller: una connessa alla vita quotidiana, l’altra a possibili attività alieutiche, cioè di pesca. Come ha sottolineato il consigliere per il Patrimonio Storico, Rayco León: «Il tempo e lo sforzo del lavoro archeologico forniranno la diagnosi che si cerca», aggiungendo che ciò avviene «in uno dei luoghi più importanti nella storia dell’archeologia delle Canarie».
Un ritrovamento fortuito nel 2012
Il sito del taller romano della porpora venne alla luce per caso nel 2012 grazie a una coppia di turisti. Il giorno precedente era piovuto e l’acqua mise a nudo frammenti ceramici insoliti, diversi dalla produzione preispanica di Fuerteventura, affiorati sotto una duna della playa de la Concha. Da quel momento, i sondaggi hanno guidato una ricerca sistematica dell’area.
Canarie, limite occidentale dell’Impero romano nell’Atlantico
Le indagini hanno individuato circa 520 metri quadrati di estensione per il complesso destinato alla produzione di porpora, il pregiato colorante estratto dal murice e molto ricercato fin dall’antichità. Datato tramite radiocarbonio e attraverso le classi ceramiche e manufatti rinvenuti, il yacimiento di Lobos colloca le Canarie come limite dell’Impero romano nell’Atlantico centro-orientale.
Il ricco repertorio archeologico emerso è oggi visibile al Museo Archeologico di Fuerteventura, con sede a Betancuria. Inoltre, la documentazione prodotta in campo viene integrata con analisi specialistiche di laboratorio per affinare cronologie e funzioni d’uso.
Direzione scientifica e sostegni istituzionali
La direzione dei lavori è affidata a Isidoro Hernández, direttore del Museo Archeologico di Fuerteventura, e a Carmen del Arco, tecnica e conservatrice di Archeologia del Museo Archeologico di Tenerife e ordinaria di Preistoria all’Università di La Laguna. Il coordinamento scientifico assicura continuità metodologica e qualità nella registrazione dei dati.
I sondaggi sono autorizzati dalla Direzione generale di Cultura e Patrimonio Culturale del Governo delle Canarie. Collabora anche Binter Canarias, che sostiene le spese di trasferimento del team e il trasporto dei materiali di ciascuna campagna per la loro analisi.
La decima campagna a Lobos punta a chiarire la reale estensione e le funzioni degli spazi collegati al taller romano della porpora. Gli esiti attesi potranno consolidare il ruolo dell’antica Roma a Lobos nello scenario atlantico e arricchire, con nuovi dati, il quadro del popolamento e delle attività produttive nel settore centro-orientale dell’oceano.




