A Las Palmas de Gran Canaria, nella zona industriale di El Sebadal, la storia di Reyes, 48 anni, mette a fuoco la condizione delle persone senza tetto. Da oltre due settimane vive all’aperto in via Juan Domínguez Pérez, tra detriti e rifiuti, mentre attende l’intervento della Croce Rossa, che le ha promesso un posto in un centro di accoglienza. La sua quotidianità riflette le difficoltà che affrontano molte persone senza dimora in città.

Vita tra detriti a El Sebadal
Reyes ha improvvisato un piccolo angolo dove riposare, mangiare e resistere al caldo, cercando sicurezza e un po’ di tranquillità in mezzo al rumore di Las Palmas de Gran Canaria. «Me ne vado la settimana prossima perché la Croce Rossa mi viene a prendere questo lunedì. In un centro di accoglienza o in qualche posto dove possa sentirmi al sicuro. Spero che sia così», racconta con una miscela di speranza e stanchezza. In questo tratto di strada, dorme sul cartone, circondata da macerie e spazzatura, come molte persone senza tetto costrette a vivere all’addiaccio.
Il furto in Manuel Becerra
Pochi giorni fa, spiega, è stata derubata in zona Manuel Becerra, dove di solito si fermava vicino alla sede della Polizia Nazionale perché lì si sentiva più protetta. «Mi hanno tolto l’abbonamento dell’autobus, lo tenevo nella borsa del supermercato. Sono andata a comprare con i pochi soldi che mi restavano e me l’hanno rubato». Quell’abbonamento era l’unico mezzo per spostarsi tra i quartieri e cercare riparo temporaneo, un colpo che ha reso ancora più precaria la sua mobilità.
Giornate all’aperto e bisogno di riparo
Durante il giorno, nonostante il caldo, preferisce non allontanarsi: «Dovrei cercare riparo, ma non mi muoverò da qui. Nel pomeriggio mi fa ombra questo muro. La parte più dura è al mattino, però se le nuvole coprono il sole fa freschino, e per questo mi copro con questa coperta». La scelta di restare ferma è legata alla ricerca di un minimo di sicurezza, condizione che molte persone senza tetto faticano a trovare.
Un piatto di pesce e la promessa della Croce Rossa
Giovedì scorso una furgonetta si è fermata accanto a lei: due persone le hanno offerto un piatto di pesce. Reyes ha mangiato e si è di nuovo stesa sul cartone, aspettando quel lunedì in cui, secondo la promessa ricevuta, la Croce Rossa le offrirà una via d’uscita. Non chiede molto: solo «un posto dove sentirsi al sicuro».
Reyes, 48 anni, vive da più di due settimane per strada in via Juan Domínguez Pérez, tra i capannoni di El Sebadal. Ha subito il furto dell’abbonamento dell’autobus a Manuel Becerra, dove cercava protezione vicino alla Polizia Nazionale. Attende ora che la Croce Rossa la trasferisca in un centro di accoglienza, nella speranza di lasciare alle spalle la vita senza tetto e ritrovare sicurezza.




