Nelle isole Canarie, l’affitto di una stanza alle Canarie ha raggiunto cifre che fino a pochi anni fa corrispondevano a un appartamento intero, con richieste di 400, 500 e persino 600 euro al mese. L’ascesa dell’affitto turistico, la scarsità di alloggi a prezzi accessibili e la pressione demografica hanno consolidato la stanza in condivisione come soluzione stabile per residenti di Santa Cruz, La Laguna, Las Palmas de Gran Canaria, Telde e Arrecife.

Piattaforme come Idealista e Fotocasa, insieme a social network come Facebook e TikTok, pubblicano sempre più spesso annunci di camere in affitto che superano i 400-600 euro mensili. In vari casi il prezzo non include spese essenziali come acqua, luce o Internet, un dettaglio che aumenta significativamente il costo reale per chi cerca una camera in affitto.
Affittare una stanza non riguarda più solo gli studenti
Fino a pochi anni fa affittare una stanza era l’opzione rapida ed economica per universitari o lavoratori temporanei. Oggi lo scenario è diverso: famiglie monogenitoriali, professionisti qualificati e perfino coppie ripiegano su una sola stanza perché non riescono ad accedere a un appartamento intero.
“Due anni fa pagavo 550 euro per un appartamento piccolo a La Laguna. Ora mi chiedono lo stesso solo per una stanza e con regole severe di convivenza”, racconta un’assistente sociale che preferisce restare anonima. La percezione degli “appartamenti condivisi come ultima via d’uscita” è condivisa da migliaia di residenti in cerca di un alloggio stabile.
Tra business e disperazione
I proprietari giustificano i prezzi con l’aumento di mutui, forniture e assicurazioni, mentre gli inquilini parlano di “bolla speculativa” e “abuso mascherato”. Non mancano annunci con regole minuziose: niente visite, divieto di cucinare in certe fasce orarie, proibito usare il salotto, limite al numero di docce o persino restrizioni sugli elettrodomestici.
Si è diffusa tra gli operatori del settore l’espressione “coliving mascherato” per descrivere abitazioni in cui ogni stanza viene affittata come un microappartamento, così da massimizzare il rendimento per metro quadrato. Questo modello di coliving mascherato si sta consolidando proprio mentre il prezzo di una stanza in affitto alle Canarie continua a crescere.
Canarie, un caso estremo in Spagna
Il problema non è esclusivo dell’Arcipelago, ma qui risulta più acuto per diversi fattori: salari al di sotto della media nazionale, forte domanda di alloggi turistici, limitata disponibilità di suolo e un parco di edilizia pubblica insufficiente. Secondo gli ultimi dati ufficiali, il canone medio di una casa alle Canarie è aumentato di oltre il 40% in cinque anni, mentre gli stipendi sono rimasti quasi invariati.
I giovani sono i più colpiti: l’80% non riesce a emanciparsi prima dei 30 anni. L’alternativa concreta — condividere un appartamento — si è rincarata al punto da diventare quasi un lusso, con l’affitto di una stanza alle Canarie spesso fuori portata per i redditi più bassi.
Una tendenza senza freni nel breve periodo
Né i limiti all’affitto vacanziero né i piani di edilizia pubblica sono riusciti a frenare la corsa dei prezzi. I comitati di quartiere chiedono controlli sui canoni e sanzioni contro quelli che definiscono “mini affitti di lusso”.
Nel frattempo migliaia di annunci continuano a moltiplicarsi con formule sempre più ricorrenti: “si affitta stanza a persona seria”, “no coppie”, “busta paga indispensabile”, “non si fa residenza”, “solo per dormire”. Per molti, affittare una stanza alle Canarie significa accettare condizioni restrittive a fronte di un esborso elevato.
Derecho al Techo chiede risposte
Il collettivo Derecho al Techo, attivo in difesa di affitti e prezzi dignitosi, ha diffuso oggi un comunicato: “Denunciamo l’aumento incontrollato dei prezzi degli affitti alle Canarie e la normalizzazione della sottocasa come alternativa abitativa. Questa situazione viene sfruttata da chi, con fini speculativi, affitta le abitazioni per stanze, ottenendo profitti sproporzionati a scapito della precarietà altrui”.
“Pagare tra 400 e 600 euro per una stanza non può essere considerato una soluzione abitativa, ma una forma di sfruttamento mascherato che arricchisce pochi mentre espelle molte persone dai loro quartieri e dalla loro città”.
Il quadro che emerge è quello di un mercato sempre più orientato alla stanza singola, con prezzi spinti dall’affitto turistico e da un’offerta limitata. La domanda resta alta in aree come Santa Cruz, La Laguna, Las Palmas de Gran Canaria, Telde e Arrecife, mentre i redditi stagnanti e l’insufficienza di alloggi pubblici rendono l’affitto di una stanza alle Canarie una soluzione costosa e spesso condizionata da regole stringenti.




