Una minorenne ha riferito in aula che l’ex compagno di sua madre avrebbe approfittato di lei quando aveva nove anni, in vari episodi avvenuti tra il 2017 e il 2019 a San Bartolomé de Tirajana. La Procura chiede sei anni di reclusione per un presunto reato continuato di abuso sessuale a minore di 16 anni, mentre la difesa nega i fatti. L’udienza è stata presieduta dal magistrato Pedro Herrera.

Contesto del procedimento
Secondo l’esposizione delle parti, i presunti abusi si sarebbero ripetuti durante due anni nel domicilio familiare, quando la vittima aveva nove anni. Di conseguenza, il Pubblico ministero imputa all’uomo un reato continuato di abusi su minori, mentre l’imputato, che ha precedenti penali, respinge integralmente l’accusa.
Dichiarazione della minorenne
La giovane ha descritto come tutto sarebbe iniziato in un momento in cui rimase sola con l’uomo nell’auto della madre: «Ho ancora paura di lui. Tutto è iniziato quando sono rimasta da sola con lui nell’auto di mia madre. Lì ha cominciato ad abusare sessualmente di me e da quel momento ci sono stati diversi episodi nell’abitazione in cui vivevamo».
Davanti alla Sala guidata dal giudice Pedro Herrera, la minorenne ha aggiunto: «Quando entravo in bagno, lui veniva con me e arrivava persino a bagnare l’asciugamano per far credere a mia madre che mi fossi fatta la doccia». Successivamente ha precisato: «Piangevo in silenzio per non farmi vedere da mia madre, ci ho messo tempo a raccontarglielo ma lei insisteva».
Testimonianza della madre
Ascoltata come testimone, la madre ha spiegato che la figlia le ha confidato i fatti dopo molte sollecitazioni: «Sapeva che avrei potuto reagire male e per questo ha tardato a dirmelo. Le ho detto che se non me lo raccontava mi sarei arrabbiata». Ha inoltre riferito di aver notato la ragazza «isolata» e di aver pensato che fosse «bullizzata» a scuola.
Valutazione psicologica
La psicologa forense, collegata da remoto, ha indicato che il racconto della minore è «probabilmente credibile», poiché emergono «parecchi» indicatori di credibilità. Tale perizia supporta, agli atti, l’ipotesi accusatoria relativa al presunto reato di abuso sessuale.
Versione dell’imputato
L’imputato ha negato ogni addebito: «Non l’ho mai toccata né le ho fatto nulla. Non l’ho nemmeno minacciata, non è successo niente di tutto questo». Inoltre ha respinto la ricostruzione degli episodi contestati nel periodo indicato dall’accusa.
Richieste di accusa e difesa
La Procura e la parte civile hanno confermato le loro conclusioni. Il Pubblico ministero chiede sei anni di reclusione per un presunto reato continuato di abuso sessuale a minore di 16 anni e una somma di 20.000 euro a titolo di indennizzo per i danni morali. La parte civile si è associata alla richiesta del PM.
La difesa, da parte sua, ha sollecitato l’attenuante per dilazioni indebite a causa della durata del procedimento e ha richiesto l’assoluzione piena del proprio assistito, sostenendo che «non esistono» prove di colpevolezza sufficienti.
Esito in attesa
Con le conclusioni rese definitive da accusa e parte civile e le istanze della difesa formalizzate, la causa resta in decisione. Il collegio valuterà gli elementi probatori raccolti, tra cui le deposizioni, la perizia psicologica e le dichiarazioni dell’imputato, prima di determinare l’eventuale responsabilità penale e le misure sanzionatorie o risarcitorie.




