Nel quartiere di Cañada Honda, all’estremo nord di Las Palmas de Gran Canaria, la mobilitazione dei residenti ha il volto di Antonio León e Roberto Zamora. La loro azione collettiva nasce in una piccola comunità, con meno di duecento abitanti, segnata da piene ricorrenti del barranco e dalla mancanza di collettori, e raggiungibile dalla rotonda di Casa Ayala. La loro voce, amplificata anche in sede istituzionale, rappresenta l’intera vicinanza e una lunga storia di partecipazione civica.

Volti e storie di un quartiere ai margini
Antonio León e Roberto Zamora compaiono nella foto principale, ma insieme a loro ci sarebbero molti altri. Come Mercy e María del Carmen Henríquez, madre e figlia, che da anni lottano per Cañada Honda, un disegno sparso di case che occupa una fascia rilevante di terreno laddove la città si dissolve verso nord.
Una comunità piccola ma determinata
A Cañada Honda gli abitanti non raggiungono i duecento e, talvolta, questa dimensione ridotta sembra incoraggiare un abbandono più comodo da parte delle amministrazioni. Eppure la comunità si fa sentire. Qui si concentra una lunga lotta dei residenti per un quartiere esposto alle piene quando piove, senza infrastrutture in grado di filtrare l’acqua che scende lungo il barranco.
L’esperienza di Roberto Zamora
Roberto Zamora conosce bene il problema, dopo anni trascorsi ad affrontarlo. «Tutta la mia vita. Qui sono nato e qui continuo a stare. E questa battaglia la combattiamo da sempre e continueremo a farlo», dice.
Una voce nel consiglio comunale
Da tempo, Roberto Zamora e Antonio León sono la voce istituzionale delle difficoltà di Cañada Honda. Insieme sono intervenuti nel Consiglio comunale di Las Palmas de Gran Canaria, dando risonanza alle istanze del quartiere davanti ai 29 consiglieri che, una volta al mese, trattano gli affari della città sotto le modanature del salone dorato.
Il profilo mediatico di Antonio León
La loro capacità di mobilitare il territorio e attirare l’attenzione pubblica ha dato visibilità a questa minuscola porzione della capitale atlantica. Antonio León sa come fare: è un punto di riferimento quando si tratta di convocare i media. «Sono sempre stato coinvolto in mille fronti», spiega. Negli anni ha guidato l’Associazione dei Titolari di Licenze di Auto Taxi delle Canarie, impegnata a contrastare i «floteros» in città per regolare un settore divenuto incontrollato fin dagli anni Ottanta. «Sono stati tempi molto intensi, avevamo perfino un programma alla radio in cui parlavamo dei nostri problemi», ricorda.
Una leadership che nasce dal pluralismo
Quel profilo mediatico rende León un volto naturale del quartiere; tuttavia, nella battaglia quotidiana non gli basta essere da solo. Alla chiamata si presenta con Roberto Zamora, come annunciato, e convoca altri vicini: non vuole che si ascolti solo la sua voce o la sua storia. Ciò che conta è parlare di Cañada Honda e dei problemi che tolgono il sonno a tanti.
Memoria del territorio e trasformazioni
León usa spesso il plurale quando parla di quartiere e, in particolare, dell’ultimo decennio, che ritiene abbia aggravato le criticità. Si è trasferito qui con la famiglia poco più di trent’anni fa e, quando serve ricostruire il passato, chiama in causa Zamora, nato in queste strade. «Un tempo, sembra incredibile, ma c’erano più servizi o avevamo meno problemi. Le strade erano sterrate e, prima che il Comune di Las Palmas de Gran Canaria decidesse di intervenire, con canalizzazioni e tutto il necessario, i vicini se l’erano costruito con le proprie mani», racconta.
Un impegno proiettato sul futuro
Con una vita intera trascorsa a Cañada Honda, a Roberto Zamora arriva la domanda inevitabile: da dove trae la forza per mantenere il passo dopo tante delusioni? «Credo che ormai non si tratti più di me, perché è il luogo in cui vivo e in cui ho vissuto sempre. Penso che abbia più a che vedere con le generazioni che vengono dopo di noi, con il desiderio di lasciare loro un posto migliore di quello che abbiamo adesso», dice.
Organizzazione dal basso e rete di vicinato
La risposta civica in Cañada Honda appare più rodata che in altri quartieri della città, anche più popolosi. Antonio León e Roberto Zamora hanno portato la voce del luogo in aula e su altri fronti, ma tutti rispondono quando occorre amplificare una denuncia. «Si tratta di organizzarci. Abbiamo un gruppo WhatsApp in cui ci raccontiamo le cose e ci mobilitiamo. C’è un’associazione di quartiere che al momento non è attiva, ma bisognerà vedere chi si mette alla guida», afferma León.
Mercy e María del Carmen Henríquez
Nell’idea di parlare come un’unica voce, insieme a León e Zamora ci sono anche Mercy e María del Carmen Henríquez. La prima, madre della seconda, ricorda di essere nata anche lei lì. «Nella mia strada c’erano solo tre case e tutto è cresciuto senza che nessuno offrisse soluzioni alla crescita del quartiere», sottolinea, ritagliandosi un momento nella sua attività con la comunità educativa del Colegio Asturias, a cui è legata da molti anni.
Le priorità dei residenti
Mari Carmen interviene per mettere in evidenza le questioni che più preoccupano i vicini, come «la mancanza di illuminazione e di sicurezza nelle strade».
Rappresentanza e continuità del dialogo
Cañada Honda si sente ben rappresentata da questi residenti che ci mettono la faccia davanti alle istituzioni, rispondono alle convocazioni dei media e accompagnano i responsabili pubblici quando visitano il quartiere per prendere nota di problemi che restano irrisolti.
Resta l’immagine di una comunità esigua ma coesa, guidata da figure riconoscibili come Antonio León e Roberto Zamora e supportata da vicini come Mercy e María del Carmen Henríquez. In gioco ci sono infrastrutture mancanti, sicurezza, servizi di base e il diritto di un quartiere di Las Palmas de Gran Canaria a essere ascoltato. La forza organizzativa, la presenza in Consiglio comunale e la costanza nel richiamare l’attenzione pubblica continuano a tenere aperto il canale con le amministrazioni, in attesa di soluzioni concrete per il territorio.




