La recente manifestazione che ha avuto luogo a Las Palmas di Gran Canaria ha visto la partecipazione di centinaia di persone unite contro la violenza maschile. Questa mobilitazione è stata convocata in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, e ha messo in luce la necessità di rendere la lotta alla violenza di genere una priorità nelle politiche pubbliche. Le richieste dei manifestanti si concentrano sull’adozione di misure concrete e responsabilità da parte delle istituzioni, mentre continuano a emergere dati preoccupanti sulle vittime e sulla situazione attuale.
Un grido di allerta per le vittime di violenza
Secondo quanto riportato dalla portavoce della Rete Femminista di Gran Canaria, Nayra Marrero, è fondamentale che le istituzioni e i cittadini si uniscano per combattere la violenza contro le donne. La Rete Femminista ha fatto notare che nel 2024 sono già state registrate 41 vittime di femminicidio, con il tragico aggiunta di 63 bambini innocenti che hanno perso la vita da quando è iniziato il monitoraggio nel 2013. Maria ha definito la situazione attuale “insostenibile”, evidenziando che le autorità devono affrontare questo problema in modo più incisivo e sviluppare risorse adeguate per prevenire e affrontare la violenza di genere.
Durante la manifestazione, è stata espressa una chiara richiesta per una maggiore formazione dei professionisti del settore giudiziario riguardo alla prospettiva di genere e alle misure per la protezione delle vittime. La necessità di agire sui protocolli di assistenza e di garantire centri di supporto operativi è stata un punto centrale della protesta. Diverse partecipanti hanno sottolineato l’importanza di rompere il silenzio e la normalizzazione delle violenze quotidiane, richiedendo a tutti i cittadini di svolgere il proprio ruolo nella lotta contro questo fenomeno.
La protesta per la priorità del cambiamento politico
La marcia, che ha cominciato dalla sede della Presidenza, ha percorso diverse strade per culminare nel parco di San Telmo. Con il loro slogan di quest’anno, i manifestanti hanno chiesto che “la lotta per i diritti delle donne diventi una vera priorità politica”. Ancora una volta, è stata evidenziata la poca attenzione e la scarsità di fondi destinati all’Istituto Canario di Uguaglianza, sottolineando la necessità urgente di investire in programmi di prevenzione e protezione per le donne che subiscono violenze.
Marrero ha messo in discussione il continuo taglio di fondi e risorse destinate a questi programmi, affermando che senza un adeguato sostegno finanziario è difficile aspettarsi risultati significativi nella lotta contro la violenza di genere. Fino a questo momento, le istituzioni non hanno dimostrato di voler agire in modo risoluto di fronte alla gravità della situazione, lasciando molte donne vulnerabili e senza supporto.
Un richiamo alla responsabilità collettiva
Nayra Marrero ha richiamato l’impegno di ogni singolo cittadino sottolineando che anche comportamenti quotidiani devono essere riconosciuti come forme di violenza maschilista. La manifestazione, infatti, ha avuto lo scopo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di combattere anche le piccole complicità nella vita di tutti i giorni che contribuiscono a creare un ambiente ostile per le donne.
Tra gli striscioni e le bandiere esposti, i partecipanti hanno lanciato messaggi di solidarietà e resistenza. Frasi come “Ni una menos” e “Educare in uguaglianza” hanno risuonato tra i manifestanti, accompagnate da richieste di un cambiamento profondo e significativo nella cultura e nelle politiche pubbliche. Il messaggio chiarito è che è necessario cambiare il paradigma, affinché a provare paura siano gli aggressori e non le vittime.
Critiche alla gestione delle istituzioni
Il clima di protesta non ha risparmiato le istituzioni, in particolare il presidente del Governo di Canarias, Fernando Clavijo, e il direttore dell’Istituto Canario di Uguaglianza, Ana Brito. I manifestanti hanno denunciato il budget insufficiente e stazionario, comparato al budget speso per la promozione turistica nell’arcipelago. Questo confronto ha evidenziato come la violenza di genere non venga considerata una priorità reale dai decisori politici.
Le critiche hanno riguardato anche altre figure pubbliche, alle quali è stato rimproverato di non agire con efficacia per affrontare questa crisi sociale. È stato richiesto un intervento più diretto anche nelle istituzioni educative e nei luoghi di lavoro, punti dove spesso si verificano episodi di violenza di genere. La manifestazione ha rappresentato dunque un momento cruciale per chiedere cambiamenti concreti e una maggiore attenzione frontale a questo dramma che continua a coinvolgere la società canaria.
Con il proseguimento delle mobilitazioni e la crescente consapevolezza da parte della popolazione, si spera che le autorità rispondano in modo adeguato a questa chiamata alle armi contro la violenza maschile.