Cresce l’allarme nel centro storico di Agüimes per il caso della residente appena condannata a due anni di carcere per un reato contro l’intimità. La donna, già colpita nel 2024 da una condanna a sei mesi per aver colpito con il cellulare alla testa un medico del centro di salute del casco e aver poi tentato di aggredire un agente, continua in libertà. I genitori dei minori aggrediti ad Agüimes parlano di paura e chiedono misure immediate. A suo carico si contano 35 denunce presentate dai vicini, tutte in sede penale, oltre a quattro fascicoli in Fiscalía de Menores e altri procedimenti in Comune e in altre istituzioni. La prossima udienza al Juzgado Número 2 de Telde è fissata per ingiurie e calunnie.
Clima di paura e richieste di tutela
Nel paese si avverte tensione e “miedo” da quando è emersa la sentenza. Come riferiscono alcuni vicini: “Non sappiamo che cosa farà. È ancora libera e con i suoi due figli a casa. Per Dio, abbiamo paura per i nostri figli e per quelli di tutti. A che cosa aspettano per metterla in prigione? A che succeda qualcosa di più. Dov’è la Fiscalía de Menores? Aiutateci, abbiamo paura”. La decisione le consente di chiedere un indulto e che la giudice firmataria del provvedimento glielo conceda. Secondo fonti vicine al caso, “questa opzione esiste, ma è quasi impossibile in questo caso”.
Fino a lunedì, denunciano, “non sono state adottate misure efficaci” per proteggere i bambini, il gruppo più esposto. Di conseguenza, la comunità segnala nuovi episodi vicino alla scuola Roque Aguayro, dove studia la figlia minore dell’imputata. “Oggi stesso, lunedì, è tornata a scuola a insultarci, genitori e bambini, e a riprenderci con il cellulare dal taxi. Che cosa fa la Fiscalía de Menores che non si è ancora portata via i suoi due figli. A che cosa sta aspettando? A che avvenga una tragedia? Per favore, agite subito”, afferma Acoraida Santana, che ha presentato quattro denunce presso il tribunale di Telde per presunte aggressioni al figlio, insulti e ingiurie. “Ciò che fa più male, le vessazioni ai minori”. Racconta che il figlio undicenne, con disabilità intellettiva, è stato bersaglio di offese ripetute anche davanti ad adulti: “Ha una disabilità intellettiva e questa donna gli ha detto di tutto, il più basso che si possa immaginare. Si è accanita contro di lui, gli ha detto il peggio”. E critica che “in questi tribunali non hanno fatto nulla”. Tra le denunce figura anche quella “per tentato investimento” ai danni del marito.
Testimonianze dei residenti
D’altro canto, altri vicini descrivono un copione ricorrente: “Insulta forte i bambini per provocare la reazione dei genitori, e in quel momento tira fuori il cellulare, comincia a registrare e si spaccia per vittima”. Un aspetto rilevante è la ripetizione di queste condotte in prossimità di scuole, piazze e servizi sanitari.
Denunce penali e presenza costante nelle aree pubbliche
Secondo i residenti, la donna “ha generato un clima di paura, tensione e molestie costanti, con almeno 28 denunce dei vicini per insulti, minacce e aggressioni, molte rivolte ai bambini davanti alla scuola Roque Aguayro, nell’ambulatorio, nelle piazze pubbliche e nelle vie del casco”. I casi più problematici risalgono a circa un decennio. Inoltre, l’ultimo anno sarebbe stato particolarmente focalizzato sui minori.
Il sindaco di Villa de Agüimes, Óscar Hernández, ha appoggiato le famiglie nella protesta di settembre e ha chiesto rinforzi alla polizia locale, con un monitoraggio speciale nei luoghi in cui la donna agirebbe più di frequente. In aggiunta alle 35 denunce dei vicini, risultano quattro fascicoli aperti in Fiscalía de Menores e altri atti amministrativi in Comune e presso altre istituzioni.
Aggressioni fisiche, riprese e scontri con la polizia
Gli scontri hanno raggiunto anche ambiti istituzionali. Sono state segnalate aggressioni all’interno del Municipio ed episodi con la polizia locale. In uno di questi, avvenuto dopo un intervento al pronto soccorso del centro di salute del casco, la donna avrebbe iniziato a filmare e insultare il medico, poi colpito alla testa con il cellulare. All’arrivo della pattuglia, i tentativi di calmarla sarebbero falliti e, informata della detenzione, “si è avventata contro uno di loro e ha cercato di aggredirlo, sempre con il suo cellulare”. Fu ammanettata e condannata a sei mesi di carcere per i reati di oltraggio e aggressione all’autorità e a un medico nell’esercizio delle sue funzioni.
La prossima udienza al tribunale di Telde, su querela della polizia locale di Agüimes per motivi analoghi, vedrà citati quattro agenti come testimoni. Successivamente, la causa per ingiurie e calunnie proseguirà presso il Juzgado Número 2 de Telde.
Insulti reiterati e linguaggio offensivo
Le frasi con cui si sarebbe rivolta a vicini e minori sono state documentate da diversi testimoni: “Figli di puttana, bastardi, inetti, venduti…”. Secondo i residenti, si tratterebbe solo di alcune delle espressioni che si sentono con frequenza durante le sue apparizioni in pubblico.
Quattro fascicoli in Fiscalía de Menores e custodia dei figli
Nonostante i quattro procedimenti aperti in Fiscalía de Menores, i due figli rimangono affidati alla madre, circostanza che alimenta l’inquietudine per il loro benessere e il timore di ritorsioni contro chi ha denunciato. “Questi giorni, proprio quando entra in prigione, c’è più paura che mai”, riferiscono alcuni residenti. “Non sappiamo che cosa possa succedere, né con i bambini, né con lei se continua a uscire in strada prima di scontare la condanna”. L’ex marito è stato denunciato più volte da lei; la custodia dei minori è stata assegnata alla donna, con la quale ancora convivono.
I vicini chiedono ora misure urgenti e definitive per garantire la sicurezza, soprattutto dei minori aggrediti ad Agüimes, mentre la sentenza contempla l’eventuale richiesta di indulto che, secondo fonti vicine, “esiste, ma è quasi impossibile in questo caso”. La comunità resta in attesa di risposte e di un intervento efficace delle autorità competenti.