Isole Canarie

Aumento dei discorsi d’odio sui migranti: rapporto dell’Osservatorio spagnolo

Rapporto dell’Osservatorio Spagnolo sul Razzismo e la Xenofobia rivela un aumento dei messaggi di odio sui social media contro i migranti nelle Isole Canarie, alimentato da discorsi politici xenofobi.

L’Osservatorio Spagnolo sul Razzismo e la Xenofobia ha recentemente pubblicato un rapporto che evidenzia un incremento preoccupante dei messaggi di odio sui social media in relazione all’arrivo di migranti nelle Isole Canarie. Nel mese di settembre, sono stati rilevati un totale di 152 messaggi con contenuti xenofobi, segnalando un crescente allarme sociale e politico attorno alla migrazione irregolare e all’accoglienza di migranti in diverse parti della Spagna.

Aumento dei discorsi d'odio sui migranti: rapporto dell'Osservatorio spagnolo

Aumento dei messaggi di odio e cause

Il rapporto, per la prima volta diffuso mensilmente anziché bimestralmente, mette in luce come il dibattito politico riguardante la gestione della migrazione stia alimentando discorsi xenofobi. Espressioni allarmistiche come “invasione” e teorie complottistiche, come il “piano Kalergi“, sono frequentemente utilizzate nei messaggi di odio, suggerendo una narrazione distorta sull’immigrazione. Questi messaggi non solo perpetuano stereotipi negativi, ma contribuiscono anche a creare un clima di paura e ostilità verso i migranti. La crescente polarizzazione del dibattito pubblico sembra incitare a forme di intolleranza che possono avere gravi conseguenze per la coesione sociale.

Le vittime principali dei messaggi di odio

Analizzando i dati, il rapporto evidenzia che il gruppo maggiormente colpito da tali messaggi è costituito da persone originarie del Nord Africa, che rappresentano il 37% dei contenuti xenofobi rilevati. Seguono le persone immigrate in generale , gli afrodiscendenti e le persone musulmane . Questi dati rivelano un quadro allarmante della vulnerabilità di specifici gruppi etnici, mostrandone il rischio di essere vittime di discriminazioni e aggressioni. Differente è la situazione per i migranti minorenni non accompagnati, il cui numero di messaggi ostili è calato drasticamente dal 19,2% di luglio e agosto all’1% di settembre, suggerendo un possibile cambiamento nelle dinamiche di hate speech su questo specifico gruppo.

Riferimenti a problemi di sicurezza

Un altro aspetto interessante emerso dal rapporto è che il 34% dei messaggi di odio è correlato a presunti problemi di insicurezza pubblica, molti dei quali si basano su notizie false o informazioni decontestualizzate. Anche un altro 34% non fa riferimento a incidenti specifici, evidenziando la diffusione di attitudini xenofobe prive di fondamento. Questa situazione pone interrogativi sulla responsabilità dei media e dei politici nel contribuire, spesso inavvertitamente, alla creazione di un clima di paura e di aggressione nei confronti dei migranti e delle minoranze.

Incitazione alla violenza e reazione delle piattaforme sociali

Il rapporto dell’OBERAXE sottolinea che il 26% dei messaggi incita chiaramente alla violenza, mentre un ulteriore 26% descrive i migranti come una minaccia diretta. Inoltre, il 13% dei contenuti analizzati esprime richieste di espulsione di stranieri. La maggioranza di questi messaggi presenta linguaggio aggressivo, con insulti e minacce, e il 45% utilizza espressioni discriminative più sottili. Questo panorama di incitamento alla violenza genera un contesto preoccupante, dove le persone si sentono autorizzate a esprimere odio e intolleranza in spazi pubblici.

Per quanto riguarda la reazione delle piattaforme di social media, il rapporto ha rivelato che solo il 9,87% dei contenuti segnalati è stato rimosso. Questo numero è notevolmente inferiore rispetto a rapporti precedenti, dove la percentuale di rimozione raggiungeva addirittura il 37%. In particolare, la piattaforma X ha registrato il maggior numero di segnalazioni, seguito da YouTube, Instagram, Facebook e TikTok. La bassa percentuale di risposte suggerisce una possibile difficoltà delle piattaforme nel gestire i contenuti offensivi, aggravata dalla recente transizione a un formato di report mensile, che potrebbe aver influenzato i tempi di reazione delle stesse.