Le Canarie hanno presentato una candidatura congiunta di Tenerife e La Palma per ospitare il futuro Centro Nazionale di Vulcanologia, con sede principale prevista a La Palma e una struttura complementare a Tenerife. I presidenti insulari, Rosa Dávila e Sergio Rodríguez, insieme al presidente regionale Fernando Clavijo, la definiscono “solida” e “incontestabile”, mettendo in evidenza la vocazione vulcanologica dell’arcipelago e la sua rete scientifica.
Motivi e punti di forza della candidatura
I Cabildos di Tenerife e La Palma, insieme al Governo canario, hanno rimarcato che la proposta è sostenuta dal talento umano e dall’esperienza scientifica maturata nelle isole, oltre che dalla loro natura vulcanica. Inoltre, sono già individuati gli spazi per i servizi previsti dal centro: a La Palma, la sede sorgerà nel centro imprenditoriale di El Paso, con la possibilità di attivare ulteriori ambienti nella Casa Massieu, a Tazacorte, qualora fosse necessario.
La consejera Migdalia Machín ha valutato la candidatura come “idonea”, sottolineando che non si basa solo sull’origine vulcanica del territorio, ma sul fatto che diventerà sede “di un laboratorio naturale”, “un’opportunità per la scienza e la conoscenza”. Un aspetto rilevante è la volontà di trasformare l’esperienza accumulata in strumenti utili per la ricerca, il monitoraggio e la gestione del rischio vulcanico.
Fiducia nella proposta
Il presidente del Cabildo di La Palma, Sergio Rodríguez, ha spiegato quanto siano “speranzosi” a Tenerife e La Palma per questa proposta, con la quale si compie “un passo in più” in una strategia congiunta avviata a inizio legislatura. “Speriamo che sia solida quanto pensiamo, in modo da ospitare questo futuro centro, che ‘metterà le Canarie sulla mappa internazionale’ in materia di ricerca e innovazione”.
“Perché queste isole?”, ha domandato Rodríguez. La Palma “è appena uscita da un processo traumatico – l’eruzione del vulcano Tajogaite – dal quale sta cercando di riprendersi”, mentre Tenerife “sta vivendo episodi molto simili a quelli accaduti a La Palma nel 2017”, con un sistema vulcanico attivo costantemente monitorato. Di conseguenza, la candidatura mira a capitalizzare conoscenze e infrastrutture già operative nelle isole.
Struttura complementare
La presidente del Cabildo di Tenerife, Rosa Dávila, ha sottolineato che, dopo un lavoro “intenso” nelle ultime settimane, le Canarie hanno messo a punto una proposta “solida, incontestabile e che applica il modo canario”. Ha rivendicato una candidatura congiunta che riflette “capacità di collaborazione, maturità istituzionale e visione di futuro”.
“Questa è una proposta che nasce da una visione condivisa, sostenuta dalla cooperazione tra i territori. Questa candidatura è pienamente in grado di guidare lo studio, la vigilanza e il rischio vulcanologico. Abbiamo la profonda convinzione che le Canarie non solo vivono con i vulcani, ma imparano da essi e li trasformano in conoscenza utile per tutto il mondo”.
Dávila ha spiegato che l’assetto sarà “complementare e intelligente”: a La Palma si concentreranno la sede principale e quella amministrativa del Centro Nazionale di Vulcanologia, mentre a Tenerife verrà potenziata l’attività scientifica attraverso i centri di ricerca dell’isola, tra cui Involcan e l’Università di La Laguna, con l’obiettivo di formalizzare un consorzio. “Viviamo su una terra viva, che ci impone preparazione e conoscenza”, ha aggiunto, evidenziando che non si tratta “solo di Tenerife, né solo di La Palma o delle Canarie, ma di una candidatura di tutta la Spagna”. “Siamo l’unica regione europea con un sistema vulcanico attivo e una struttura scientifica consolidata per accogliere questo tipo di istituzione”.
Calendario e concorrenti
Migdalia Machín ha precisato che la proposta verrà approvata il 22 ottobre in Consiglio di Governo. Successivamente, le comunità autonome interessate avranno tempo fino al 24 ottobre per presentare ufficialmente le candidature al Ministero, che dovrebbe pronunciarsi entro circa tre mesi. Inoltre, si ritiene che le Canarie concorrano con altre localizzazioni in Andalusia e Catalogna per ospitare il centro vulcanologico nazionale.
Il punto di vista del governo regionale
Il presidente regionale Fernando Clavijo ha salutato la convergenza tra i due Cabildos come prova di “maturità, generosità ed esempio”, affermando che si “avanza molto di più se si coopera che se si compete”. Ha difeso l’esperienza delle isole nel lavoro tecnologico e scientifico, che rende quella canaria “la candidatura di riferimento” per il Centro Nazionale di Vulcanologia.
Clavijo ha inoltre elogiato il “ritorno scientifico, economico, occupazionale e di trasferimento” che l’eventuale sede del centro nazionale di vulcanologia porterebbe alle Canarie, in termini di sviluppo, occupazione qualificata e capacità di trasferire conoscenza e tecnologia.
La proposta congiunta di Tenerife e La Palma punta così a valorizzare infrastrutture disponibili, competenze locali e una rete di ricerca già consolidata. In attesa della valutazione ministeriale, il progetto mette al centro la vulcanologia applicata, il monitoraggio e la gestione del rischio, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare il ruolo delle Canarie nella comunità scientifica internazionale.