Isole Canarie

Canarie divorzi in calo del 23,8% per la crisi abitativa quarto tasso più alto in Spagna

Canarie, Tribunale Superiore di Giustizia (TSJC) e Consiglio Generale del Potere Giudiziario (CGPJ): i nuovi dati mostrano un calo del 23,8% delle disoluzioni matrimoniali nel periodo più recente analizzato rispetto allo stesso arco temporale del 2024. Le Isole scivolano al quarto posto per incidenza, un risultato legato anche alla crisi abitativa, che pesa sulle decisioni di separazione. I divorzi nelle Canarie segnano così un cambio di tendenza rilevante nel quadro nazionale.

Canarie divorzi in calo del 23,8% per la crisi abitativa quarto tasso più alto in Spagna

Crollo dei divorzi nelle Canarie: i numeri principali

Secondo i dati diffusi dall’Ufficio di Comunicazione del TSJC a partire dalle statistiche periodiche del CGPJ, le Isole hanno registrato una diminuzione del 23,8% delle disoluzioni matrimoniali rispetto allo stesso periodo del 2024. Inoltre, tra aprile e giugno di quest’anno il tasso è stato di 51,4 rotture per 100.000 abitanti, evidenza che conferma il rallentamento delle scioglimenti matrimoniali e ridefinisce il posizionamento dei divorzi nelle Canarie nel contesto spagnolo.

Un primato che svanisce dopo anni

Il TSJC ricorda che è la terza volta dal dicembre 2019 che la comunità autonoma canaria non guida la classifica nazionale dei divorzi nelle Canarie per incidenza. È un cambiamento notevole se si osserva la serie storica: dal 1981, anno d’entrata in vigore della legge sul divorzio, fino al 2020, l’arcipelago ha mantenuto la più alta tassa di divorzi del Paese, con 120,5 casi per 100.000 abitanti, davanti alle Baleari (109,2) e alla Catalogna (100,7).

Tassi per abitante e confronto territoriale

Nel secondo trimestre dell’anno, le Canarie hanno registrato 51,4 rotture matrimoniali per 100.000 abitanti, il quarto valore più elevato in Spagna. In testa figura la Regione di Murcia con 54,9, seguita dalle Baleari (52,2) e dalla Comunità Valenciana (52,1). La media nazionale si attesta a 43,9. Di conseguenza, l’arcipelago esce dal podio e colloca i divorzi nelle Canarie su livelli inferiori rispetto ai territori con maggiore incidenza.

Matrimonio in calo e impatto della crisi abitativa

Un aspetto rilevante è la distanza tra il tasso storico (120,5 per 100.000 abitanti nel 1981-2020) e quello attuale (51,4), riconducibile alla progressiva perdita di centralità dell’istituto matrimoniale nel XXI secolo. D’altro canto, la crisi abitativa nelle Canarie condiziona le scelte familiari. La domanda è semplice: Come ti separi dal partner se non hai dove andare? Per acquistare una casa, un lavoratore canario dovrebbe destinare il 100% del proprio stipendio per 12 anni; seguendo la regola prudenziale di impegnare al massimo il 30% del reddito mensile, sarebbero necessari oltre 40 anni. In questo contesto, la dinamica dei divorzi nelle Canarie risente direttamente della difficoltà di accesso a un alloggio.

Cosa misurano le statistiche sui divorzi

Nel linguaggio statistico, il termine “divorzi” si usa in senso ampio e ricomprende tutte le forme di scioglimenti matrimoniali: dai divorzi in senso stretto (consensuali o contenziosi) alle separazioni, ugualmente consensuali o meno, fino alle nullità. Questa distinzione aiuta a comprendere come i divorzi nelle Canarie riflettano un insieme di procedimenti, non un’unica tipologia.

Tendenza nel resto della Spagna

Su scala nazionale, nel secondo trimestre del 2025, tutte le tipologie di domande di disoluzione matrimoniale si sono ridotte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Successivamente, il quadro spagnolo conferma una fase di contrazione generale, mentre il caso canario si distingue per entità del calo e per la ricaduta della crisi abitativa sulle scelte di separazione.

I dati del TSJC basati sul CGPJ collocano dunque i divorzi nelle Canarie in un nuovo scenario: diminuzione del 23,8%, quarto posto per tasso trimestrale (51,4 per 100.000), storico primato ormai interrotto e un contesto economico-immobiliare che incide sulle decisioni familiari, in linea con la tendenza di flessione osservata anche nel resto del Paese.