Alle Canarie, il Sindicato Médico Canario accusa la Consejería de Sanidad di non aver rispettato gli accordi che misero fine allo sciopero del 2023 e annuncia possibili proteste e azioni legali contro il Servicio Canario de la Salud (SCS). In conferenza stampa, il segretario generale Levy Cabrera ha denunciato ritardi nella carriera professionale e in altre misure chiave, avvertendo che la sanità canaria rischia la chiusura di servizi entro cinque o sei anni se non si interviene.

Accuse di inadempienza e nuove proteste
Il Sindicato Médico Canario sostiene che la Consejería de Sanidad non ha dato seguito agli impegni sottoscritti nel 2023, motivo per cui valuta di avviare azioni in tribunale e convocare nuove mobilitazioni di medici.
Secondo Levy Cabrera, uno dei punti centrali dell’accordo prevedeva il miglioramento della carriera professionale fino a raggiungere la media delle tre comunità autonome con i livelli più alti in Spagna.
Questa misura, ha ricordato, avrebbe beneficiato tutti i lavoratori del Servicio Canario de la Salud, ma «ad oggi l’accordo non è stato rispettato in alcun modo», nonostante vari incontri con la consejera di Sanità, Esther Monzón, e con il direttore dell’SCS, Adasat Goya.
Il nodo della carriera professionale
«Finora non c’è stata una risposta soddisfacente né si è registrato alcun progresso», ha affermato Cabrera, aggiungendo che non sono state attuate altre misure concordate per migliorare la qualità assistenziale «e fidelizzare i professionisti sanitari, oltre ad attrarre nuovi specialisti» in grado di garantire la copertura adeguata della sanità pubblica nelle isole.
Misure rimaste sulla carta
Tra i punti ancora in sospeso figurano la revisione del valore dell’ora di guardia medica, tra le più basse in Spagna; l’aggiornamento dei complementi salariali, ambito in cui le Canarie restano «in coda al Paese»; la convocazione dei trasferimenti e l’avvio di liste di contrattazione aperte e permanenti.
Su quest’ultimo aspetto, Cabrera ha precisato che gli accordi firmati con la Consejería fissavano come termine massimo il mese di luglio di quest’anno.
«Questi inadempimenti costituiscono una violazione degli accordi raggiunti nel tavolo settoriale dello sciopero del 2023 e comportano un grave pregiudizio per i professionisti medici e per i dirigenti sanitari dell’arcipelago», ha dichiarato.
Bilancio 2026 e richieste di attuazione immediata
Il sindacato riferisce di non sapere se l’aumento annunciato dal Governo delle Canarie per le partite di bilancio della Consejería de Sanidad del 2026 includa le risorse necessarie a mantenere gli impegni assunti.
Alla luce dei precedenti, ha avvertito Cabrera, l’organizzazione esprime «la sua “sfiducia”» sul fatto che gli accordi firmati trovino effettiva traduzione nel nuovo progetto di bilancio, «poiché finora sono stati sistematicamente ignorati».
CESM Canarias ritiene di aver concesso un margine «sufficiente» di dialogo e fiducia all’amministrazione regionale e chiede quindi che si avvii «in maniera immediata» l’esecuzione degli accordi retributivi e di miglioramento delle condizioni di lavoro, «senza ulteriori dilazioni».
Rischi per la tenuta del sistema e fuga di specialisti
A giudizio del sindacato, l’assenza di progressi non colpisce solo il personale medico ma compromette la capacità di trattenere talenti, il rendimento professionale e la sostenibilità della sanità canaria, «già di per sé molto sotto pressione».
Cabrera ha aggiunto che anche la sanità convenzionata sta «collassando», mentre «si sta lasciando atrofizzare la pubblica». La mancanza di stabilità, ha spiegato, spinge gli specialisti ad abbandonare i servizi pubblici canari per lavorare in altre comunità, con il rischio che «in cinque o sei anni» si arrivi alla chiusura di servizi ospedalieri, con ripercussioni dirette sui pazienti.
Azioni legali allo studio e prossimi passi
Di fronte a questo scenario, l’ufficio legale di CESM Canarias valuta l’avvio di azioni legali contro l’SCS, anche per una possibile malversazione di fondi pubblici, con l’eventuale attribuzione di responsabilità ai firmatari dell’accordo del 2023.
I rappresentanti sindacali affronteranno la questione in una riunione con il direttore dell’SCS, Adasat Goya, in programma lunedì, convocata in origine per esaminare il processo di stabilizzazione del personale.
Inoltre, dalla prossima settimana sono previste assemblee informative con i medici dei diversi centri sanitari pubblici delle isole.
Il quadro delineato dal Sindicato Médico Canario evidenzia ritardi nell’attuazione degli accordi, incertezze sul finanziamento nel bilancio 2026 e una pressione crescente sul sistema sanitario regionale. La sanità canaria resta al centro del confronto tra amministrazione e professionisti, mentre si profila un calendario di incontri, assemblee e possibili iniziative giudiziarie.




