Alle Canarie si riapre il dossier dei simboli. Coalición Canaria (CC) ha messo sul tavolo una proposta per aggiornare il testo dell’inno delle Canarie: sostituire “siete peñas” con “ocho peñas” per riconoscere La Graciosa come ottava isola, come stabilito dallo Statuto del 2018. L’iniziativa, già con ampio sostegno parlamentare, approda alla Mesa del Parlamento il 21 ottobre e punta a un accordo unitario senza riaprire questioni estetiche o musicali.
La proposta di modifica
I versi dell’inno delle Canarie, scritti nel 2003 dal musicista Benito Cabrera, contano 72 parole. Una soltanto, oggi, risulta in contrasto con lo Statuto: il riferimento a “siete peñas”. La Carta autonómica del 2018 riconosce infatti che la Comunità Autonoma è formata da otto isole, compresa La Graciosa. Per questo CC propone di sostituire quella locuzione con “ocho peñas”, lasciando intatto il resto del testo.
Come recita uno dei versi più noti: “Sono l’ombra di un mandorlo, sono vulcano, salsedine e lava. Diviso in sette rocce pulsa il battito della mia anima”. È proprio quel “sette” a voler essere aggiornato, senza intervenire sulla partitura e senza alterare l’identità del canto.
Sostegni parlamentari
La proposta legislativa è formalmente di CC, ma i nazionalisti intendono che l’intero arco parlamentare la faccia propria e la presenti con una sola firma. Finora, il testo conta l’appoggio di PP, AHI, ASG, PSOE e NC-Bc, mentre Vox ha preferito non pronunciarsi. Di conseguenza, il percorso per l’adeguamento dell’inno delle Canarie parte già con una base di consenso rilevante in Parlamento.
Coerenza con lo Statuto
Per i sostenitori dell’iniziativa, la modifica risponde a un criterio di allineamento istituzionale. “La realtà la segnano la società e i momenti storici e, per coerenza, è logico che i simboli della Comunità Autonoma riflettano quanto dice lo Statuto del 2018”, afferma il portavoce e leader di NC-Bc, Luis Campos.
Da parte sua, il conservatore Carlos Ester conferma che “i gruppi che sosteniamo il Governo da tempo valutiamo la possibilità di cambiare il testo dell’inno per adeguarlo allo Statuto con cui abbiamo iniziato a essere otto isole invece di sette”.
Evitare di riaprire il dibattito
Il compositore Benito Cabrera ha spiegato di essere stato consultato sul punto cruciale: “mi hanno chiamato per chiedermi se cambiare il testo implicasse trasformare la melodia, e io ho risposto di no”. La precisazione ha spianato la strada alla proposta, che —come si legge nella relazione illustrativa— “si mantiene inalterato il resto del testo e si preserva l’integrità letteraria dell’inno, senza alterare la partitura ed evitando di riaprire un dibattito estetico o musicale che fu già risolto da un amplissimo consenso parlamentare” con l’approvazione della legge del 2003.
Non è un dettaglio secondario. La nascita dell’inno delle Canarie per iniziativa parlamentare fu un processo lungo e non privo di controversie. Nel 1999, una commissione dallo stesso Parlamento ascoltò 47 esperti —tra cui i direttori delle due principali orchestre dell’Arcipelago e lo stesso Cabrera— per individuare la melodia più rappresentativa.
Come nacque l’inno ufficiale
Nella rosa finale entrarono l’“Arroró” dai Cantos canarios di Teobaldo Power, il popolare pasodoble “Islas Canarias” e l’“Himno a Canarias” del compositore grancanario Juan José Falcón Sanabria, con testo del poeta tinerfeño Fernando García Ramos. Alla fine prevalse l’“Arroró”. Successivamente si bandì un concorso pubblico per la scelta della lirica: arrivarono 82 proposte, ma la giuria dichiarò il concorso deserto. Dopo quel tentativo andato a vuoto, si incaricarono alcuni parolieri di prestigio e furono selezionati i versi firmati da Cabrera.
Nell’aprile 2003 il Parlamento approvò all’unanimità la legge sull’inno, rimasta inalterata fino a oggi.
Una riforma simbolica
CC chiarisce che la riforma proposta “è strettamente simbolica e tecnico-giuridica” per “allineare un simbolo ufficiale di alta proiezione pubblica con lo Statuto di Autonomia vigente, favorendo la coerenza tra gli emblemi istituzionali e riconoscendo La Graciosa nell’immaginario collettivo che l’inno proietta”.
Inoltre, CC sostiene che la modifica “non riguarda lo stemma né la bandiera delle Canarie”. D’altro canto, il portavoce del PSOE, Sebastián Franquis, intende proporre in Junta de Portavoces di “approfittare della congiuntura di modificare l’inno per anche cambiare l’articolo 7.2 dello Statuto al fine che nello stemma siano rappresentate otto isole e non solo sette, come accade adesso”.
Patto tra forze politiche e iniziative civiche
Secondo Franquis, l’eventuale ritocco allo stemma dovrebbe accompagnarsi al fatto di “sottoscrivere un patto di gentiluomini tra tutte le forze parlamentari e non approfittare di quella riforma per aprire il capitolo di altre modifiche, come può essere il sistema elettorale o questioni di competenze”.
Su questo fronte, i socialisti si muovono in sintonia con l’iniziativa civile promossa dall’azienda Cumbre 8 Islas, fondata da Marcos Cohen, affinché il Cabildo di Lanzarote spinga la modifica statutaria. Inoltre, il presidente del Cabildo e deputato di CC, Oswaldo Betancort, si è impegnato a far intervenire in Parlamento un esperto di araldica per valutarne la fattibilità e, qualora lo fosse, presentare una proposta di modifica dello Statuto. Considerati i tempi, sarebbe comunque complesso arrivare all’approvazione prima della fine della legislatura.
La spinta annunciata da Franquis potrebbe accelerare il percorso di aggiornamento dell’inno delle Canarie, mantenendo intatta la musica e adeguando una sola parola al quadro giuridico vigente.