Isole Canarie

Corte suprema spagnola conferma 5 anni all’autore dell’incendio di Los Realejos a Tenerife

Il Tribunale Supremo ha reso definitiva la condanna a cinque anni di carcere e al pagamento di 44.500 euro per l’autore dell’incendio di Los Realejos 2023, nel nord di Tenerife. Il rogo ha bruciato 26.000 metri quadrati di vegetazione con rischio di propagazione alla Corona Forestale, situata a meno di mezzo chilometro dal punto d’innesco. La sentenza definitiva conferma la responsabilità penale per l’incendio forestale avvenuto il 14 luglio 2023.

Corte suprema spagnola conferma 5 anni all’autore dell’incendio di Los Realejos a Tenerife

Sentenza del Tribunale Supremo

Come già stabilito dalle istanze precedenti, i magistrati non nutrono dubbi sul fatto che il responsabile del rogo sia il processato e che abbia agito in modo “diretta, personale e materiale”. Di conseguenza, la condanna per l’incendio di Los Realejos 2023 diventa irrevocabile.

Risarcimenti e sanzioni economiche

Del totale di 44.500 euro, 35.000 euro andranno al Cabildo, 4.210 euro al Consorcio de Prevención de Incendios e 1.600 euro al Governo delle Isole Canarie. Inoltre, è stata imposta una multa di 3.600 euro.

La linea difensiva e la prova testimone

Nell’ultima possibilità di ottenere l’annullamento della condanna, la difesa ha messo in discussione la deposizione della principale testimone, una vicina che vide l’imputato di prima mattina nei pressi del luogo poco prima che divampasse il fuoco, sostenendo soprattutto che non potesse riconoscerlo come autore dell’incendio.

Secondo la tesi difensiva, dalla distanza alla quale si trovava era impossibile identificarlo e giudica “irrazionali” le precedenti sentenze che hanno ritenuto credibile la sua testimonianza. Successivamente, ha cercato di far valere questa contestazione tramite alcuni video, che però non sono stati ammessi dalla Corte.

La valutazione delle prove da parte del Supremo

La risposta del Tribunale Supremo è netta: la condanna non si basa esclusivamente sulla dichiarazione della vicina e del marito, ascoltati in aula, ma anche su testimonianze di diversi agenti di polizia. Uno di loro riferì di aver osservato l’imputato dal tetto di casa con un binocolo.

L’incendio di Los Realejos

Secondo i fatti provati, intorno alle 7:30 di quel giorno l’imputato, con l’intento di appiccare il fuoco e munito di un accendino, si inoltrò per circa 15 metri lungo una pista agricola chiamata Los Dornajos, nella zona conosciuta come El Lance.

Giunto sul posto, applicò l’accendino alla vegetazione, particolarmente secca e abbondante, scatenando alte lingue di fuoco favorito dal forte caldo e dallo stato delle piante.

Il fronte di fiamma avanzò verso un vicino burrone con canneto, fino a bruciare un impianto agropecuario, rendendo necessaria l’evacuazione urgente del bestiame.

Pochi minuti dopo il fuoco venne individuato dai residenti, che allertarono le autorità. Grazie all’intervento dei Bomberos de Tenerife, ai mezzi del Cabildo e al contributo del Governo canario, che mise in campo i due elicotteri disponibili, intorno alle 17:00 l’incendio fu posto sotto controllo. L’azione coordinata evitò che le fiamme raggiungessero 26 abitazioni vicine.

Oggetti sequestrati e precedenti penali

Tra gli elementi più rilevanti emersi in fase istruttoria figurano i materiali rinvenuti nell’abitazione dell’imputato: 25 accendini, 21 candele nuove e 4 usate, 113 pezzi di carta igienica, due bottiglie di alcol insieme ad altre sostanze chimiche, un guanto e 10 coltelli.

L’uomo era già stato condannato nel 2010 come autore di un altro incendio, riportando una pena di un anno e il divieto, per ulteriori due anni, di accedere all’area rimasta bruciata.

Sviluppi sulla custodia e stato della pena

Dopo i fatti del 2023 era stata disposta la prigione preventiva. A seguito della sentenza definitiva resa dal Tribunale Supremo, la permanenza in carcere diventa ora stabile in esecuzione della pena.

Il procedimento si chiude con la conferma della condanna per l’incendio di Los Realejos 2023, la quantificazione degli importi dovuti a enti pubblici e la validazione del quadro probatorio che include testimonianze, rilievi di polizia e gli oggetti sequestrati, oltre alla ricostruzione dettagliata delle dinamiche del rogo e dei rischi per la Corona Forestale.