Isole Canarie

Frontex in Africa: la Commissione Europea affronta i limiti delle trattative con Senegal e Mauritania

La Commissaria Europea Ylva Johansson evidenzia le difficoltà nel negoziare accordi con Senegal e Mauritania per il dispiegamento di Frontex, mentre la crisi migratoria nelle Canarie richiede cooperazione urgente.

Le recenti dichiarazioni della Commissaria Europea per l’Interno, Ylva Johansson, hanno messo in luce le difficoltà nel negoziare accordi con paesi africani come Senegal e Mauritania riguardo al dispiegamento di agenti di Frontex nelle acque al largo della costa africana. Queste considerazioni, espresse in un incontro con agenzie stampa europee, evidenziano i progressi limitati nella gestione della questione migratoria che coinvolge non solo l’Europa, ma anche le nazioni d’origine dei migranti.

Frontex in Africa: la Commissione Europea affronta i limiti delle trattative con Senegal e Mauritania

La richiesta spagnola e la risposta di Johansson

La Spagna ha sollevato la necessità di inviare agenti di Frontex in Senegal e Mauritania, con l’obiettivo di prevenire le partenze migratorie e ridurre il numero di tragici naufragi nel Mediterraneo. Tuttavia, Johansson ha sottolineato che, nonostante alcuni segnali di apertura da parte di entrambi i paesi, non sono attualmente pronti a entrare in trattative formali. Durante la sua ultima visita in Mauritania, sono stati fatti dei progressi nel dialogo, ma la situazione rimane complessa e indefinita.

La Commissaria ha riconosciuto alcuni contatti avvenuti e ha evidenziato le visite che le autorità senegalesi e mauritane hanno effettuato presso la sede di Frontex. Tuttavia, ha chiarito che l’interesse manifestato finora non si è tradotto in una volontà concreta di avviare negoziati per un accordo. La difficoltà nel trovare un compromesso è evidente, nonostante l’urgenza della situazione migratoria sia crescente, e le pressioni per trovare una soluzione aumentino.

La situazione nelle Canarie

Johansson ha descritto la situazione nelle Islas Canarias come “realmente problematica”. Anche se non può prevedere le decisioni della prossima Commissione Europea, si è detta fiduciosa che ci sarà un sostegno continuo per la Spagna nella gestione della crisi migratoria che coinvolge le isole. La Commissaria ha evidenziato l’importanza di prevenire le partenze dai paesi di origine e ha affermato che ci si aspetta una forte cooperazione tra gli Stati membri per affrontare questa questione.

Al riguardo, ha anche commentato la mancanza di riferimenti espliciti alla situazione migratoria nelle Canarie nella lettera di mandato per il nuovo Commissario per l’Interno e le Migrazioni, Magnus Brunner. Sebbene la questione sia considerata preoccupante dal presidente delle Canarie, Fernando Clavijo, Johansson ha dichiarato che è prassi abituale non menzionare regioni specifiche in questo tipo di documentazione.

Cooperazione internazionale e sfide future

Johansson ha sottolineato che, durante il suo mandato, ha visitato più volte le Canarie come parte di uno sforzo più ampio per addressare i problemi migratori in collaborazione con i paesi del Sahel. Ha notato che, sebbene ci sia una buona cooperazione con Senegal e Mauritania, entrambi i paesi sono anche sotto pressione, e per affrontare la questione migratoria bisogna lavorare a livello regionale e internazionale.

Guardando al futuro, la Commissaria prevede che la dimensione esterna della politica migratoria europea diventerà sempre più rilevante nei prossimi cinque anni. La situazione nel Sahel è particolarmente critica e rappresenta una delle cause principali dei flussi migratori verso l’Europa. Johansson ha sottolineato l’importanza di una strategia globale che non si limiti a fronteggiare gli arrivi, ma che prenda in considerazione anche i fattori scatenanti nei paesi di origine.

Nuove rotte migratorie e paesi di origine

Inoltre, Johansson ha fatto notare che i movimenti migratori non devono essere considerati solo nel contesto degli arrivi in Europa. È essenziale anche affrontare le dinamiche che portano a questi spostamenti già nelle fasi precedenti, quindi lungo le rotte e nei paesi di origine come Bangladesh e Pakistan. Questi paesi, un tempo meno presi in considerazione, stanno acquisendo un’importanza sempre maggiore nel contesto della migrazione verso l’Europa.

La Commissaria ha sottolineato che è fondamentale espandere l’attenzione verso questi paesi per comprendere meglio le pressioni migratorie e sviluppare risposte più efficaci. Ciò implica un approccio integrato che includa la cooperazione con nazioni al di fuori della tradizionale sfera di interesse europea, per una gestione più completa e sostenibile della migrazione.