L’emergenza ambientale legata alla presenza di gatti selvatici nelle Isole Canarie sta diventando un tema di crescente preoccupazione. Manuel Nogales, rappresentante del Consiglio Superiore delle Ricerche Scientifiche in questo arcipelago spagnolo, ha messo in evidenza il grave impatto che questi felini, considerati una specie esotica invasiva, stanno avendo sulla biodiversità locale. Con il supporto delle politiche adottate dal Governo delle Canarie, si sta cercando di controllare e mitigare i danni causati da questa situazione.
L’impatto devastante sui laghetti giganti
Manuel Nogales ha affermato che la presenza di gatti selvatici ha contribuito in modo significativo al declino delle specie endemiche delle Isole Canarie, in particolare dei laghetti giganti. Questi rettili unici, che un tempo prosperavano in diverse zone dell’arcipelago, sono ora a rischio estinzione. Nelle sue dichiarazioni a EFE, Nogales ha sottolineato la vulnerabilità dei laghetti giganti di Tenerife, La Gomera e El Hierro, mentre l’unica popolazione di Gran Canaria è riuscita a sopravvivere riparandosi in aree impervie e inaccessibili ai gatti.
L’allerta lanciata da Nogales fa riflettere sull’importanza della conservazione delle specie native, minacciate da un predatore che non appartiene originariamente all’ecosistema locale. Infatti, i gatti, introdotti dagli esseri umani, rappresentano una minaccia costante per la fauna locale, e il loro effetto distruttivo sulle popolazioni endemiche è ben documentato scientificamente.
Predazione su uccelli marini e altri impatti
Oltre ad avere ripercussioni sui laghetti giganti, la presenza di gatti selvatici ha anche un impatto devastante sulle colonie di uccelli marini. Nogales ha riportato che in alcune zone di La Graciosa, questi uccelli sono stati “estirpati forzosamente” a causa della predazione da parte dei felini. Questa situazione evidenzia un altro aspetto del problema: oltre alla fauna terrestre, anche gli ecosistemi marini e il loro equilibrio sono minacciati.
In questo scenario, è evidente come la capacità dei gatti selvatici di adattarsi e riprodursi velocemente in ambienti naturali rappresenti una sfida significativa per la conservazione della biodiversità. Nogales ha evidenziato come questi animali, una volta stabilitisi nel loro habitat, comportano un rischio notevole anche per altre specie autoctone, creando un effetto a cascata sugli ecosistemi.
La strategia del Governo delle Canarie
In risposta a questa emergenza ambientale, il Governo delle Canarie ha avviato un piano per la reubicazione dei gatti selvatici in spazi naturali protetti. L’iniziativa si inserisce nel programma CER , il quale mira a controllare le popolazioni di gatti in conformità con la Legge 7/2023 sul Benessere Animale. Secondo Nogales, anche se questa metodologia è quella ritenuta più efficace secondo le normative vigenti, non esistono prove scientifiche che dimostrano una risoluzione definitiva del problema delle colonie di gatti.
In un contesto in cui la gestione degli animali randagi era un fenomeno passato in Spagna, Nogales ha sottolineato che l’obiettivo finale deve essere quello di evitare la presenza di gatti in strada, considerando anche i rischi legati ad incidenti stradali e malattie a cui gli animali sono esposti.
Gestione di altri predatori introdotti
Affrontando il tema dei predatori, Nogales ha affrontato anche altre specie invasive, come i ratti nei boschi di laurisilva, che minacciano le popolazioni di piccioni endemici, e i serpenti a Gran Canaria, i quali attualmente stanno venendo controllati con metodi che non sollevano ovviamente polemiche. Queste problematiche evidenziano come l’intervento umano sia cruciale per prevenire l’ulteriore deterioramento della biodiversità locale.
L’attenzione di Nogales verso l’importanza di seguire criteri scientifici e legali in tutte le operazioni giustifica le azioni intraprese. Ogni sacrificio animale, laddove ritenuto necessario, è avvenuto sotto rigorose normative e linee guida fornite da specialisti del settore, evidenziando la serietà con cui il tema viene trattato.
Il rappresentante del CSIC ha finalmente riconosciuto l’impegno del Governo delle Canarie nell’implementare coordinatamente la Legge di Protezione dello Spazio Naturale e della Biodiversità, mettendo in luce anche le difficoltà intrinseche a tale gestione. Segni di speranza emergono, mentre ci si impegna a proteggere le specie vulnerabili e a promuovere la sostenibilità degli ecosistemi unici che caratterizzano queste isole.