A Las Palmas de Gran Canaria, la Terza Sezione del contenzioso-amministrativo del Tribunale Supremo ha ammesso un ricorso di cassazione che potrebbe ridefinire la disciplina delle case vacanze alle Canarie. Il caso nasce a Maspalomas, nel comune di San Bartolomé de Tirajana, e mette al centro il principio di unità di sfruttamento turistica applicato ai complessi extralberghieri come Tisalaya Park. La decisione può incidere sugli affitti brevi e sugli alloggi turistici in tutto l’Arcipelago.

Il caso di Maspalomas e l’accesso al Supremo
Il ricorso al Supremo è stato presentato dal proprietario di un bungalow a Maspalomas dopo che il Cabildo di Gran Canaria gli aveva negato la possibilità di affittare il suo immobile come casa vacanze nel complesso Tisalaya Park, registrato come struttura extralberghiera sotto un unico operatore turistico, in linea con la filosofia dell’unità di gestione prevista dalla Legge di Ordinamento Turistico delle Canarie.
La decisione di ammettere il ricorso, formalizzata con un’ordinanza del 15 ottobre, arriva dopo che il TSJC aveva respinto, nel marzo 2025, l’impugnazione dell’interessato. Al momento della richiesta, il complesso risultava fuori mercato perché privo di gestore turistico.
Una questione con impatto su molti proprietari
Il Supremo ha riconosciuto un interesse cassazionale oggettivo, ritenendo che l’esito possa incidere su un numero elevato di proprietari in situazioni analoghe nelle Isole e su numerosi complessi di appartamenti e bungalow a Gran Canaria, Tenerife, Lanzarote e Fuerteventura. Di conseguenza, il dibattito coinvolge direttamente la regolazione delle case vacanze alle Canarie e le relazioni tra proprietari e operatori turistici.
Cosa valuterà il Tribunale Supremo
Il Tribunale esaminerà se il principio di unità di sfruttamento turistica, previsto dalla Legge 7/1995 di ordinamento del turismo delle Canarie, imponga una limitazione ingiustificata alla libera prestazione di servizi o se, al contrario, sia sostenuto da ragioni di interesse generale legate alla qualità e alla corretta organizzazione del settore. Successivamente stabilirà se la gestione congiunta e obbligatoria dei complessi turistici rappresenti una misura proporzionata o una restrizione contraria alla libertà d’impresa e al diritto di proprietà.
Il quadro normativo di riferimento
Il caso si colloca anche nell’interpretazione della Legge 20/2013 di garanzia dell’unità di mercato, della Legge 17/2009 sull’accesso libero alle attività di servizi nel mercato interno e della Direttiva 123/2006/CE del Parlamento europeo. Inoltre, la decisione potrà incidere sull’applicazione pratica di queste norme nel comparto extralberghiero e nel mercato degli affitti brevi alle Canarie.
Reazioni dei proprietari
La Piattaforma degli Afferenti alla Legge Turistica (PALT), che ha accompagnato diversi proprietari in procedimenti simili, ha accolto la decisione come “un trionfo storico” dopo trent’anni di vigenza della normativa che ha introdotto il principio di unità di sfruttamento.
Dalla piattaforma affermano: “Finalmente si mette in discussione il principio di unità di sfruttamento che, per anni, è servito a limitare i diritti dei legittimi proprietari e a negare la libertà d’impresa” e ritengono che il modello extralberghiero basato sulla gestione unitaria “ha i giorni contati”.
Possibili effetti e tempi della decisione
Nei prossimi mesi il Tribunale Supremo chiarirà se la gestione unitaria obbligatoria nei complessi turistici possa essere mantenuta in nome dell’interesse generale o se debba essere rivista per garantire la libertà economica dei proprietari. Inoltre, l’esito potrà orientare la regolazione delle case vacanze alle Canarie in modo più omogeneo tra isole e complessi.
La sentenza potrebbe trasformarsi in giurisprudenza, con effetti diretti sul futuro degli alloggi turistici nell’Arcipelago e sui rapporti tra proprietari e gestori, in particolare nelle aree a maggiore vocazione turistica.




