La polemica riguardante le importazioni alle Isole Canarie da paesi extra UE e i controlli fitosanitari è un tema di grande attualità. Da anni, il settore primario, insieme al Governo di Canaria, chiede un incremento della sorveglianza alle frontiere per tutelare i prodotti locali e garantire la sicurezza alimentare. L’argomento è stato al centro del dibattito durante le recenti giornate “Conecta Canarias Europa”, dove esperti e funzionari hanno analizzato le sfide che il settore agricolo e alimentare è chiamato ad affrontare in un mercato europeo sempre più competitivo.
Il contesto delle importazioni a Canaria
Durante un intervento tenutosi in Parlamento, il consigliere del Settore Primario di Canaria, Narvay Quintero, ha evidenziato come le Canarie siano soggette a una competizione agguerrita con prodotti provenienti dal di fuori dell’Europa, i quali sono spesso trattati con fitosanitari che non sono consentiti nel continente. Quintero ha sottolineato che è fondamentale un controllo più rigoroso all’ingresso dei prodotti nel mercato insulare per proteggere le coltivazioni locali e la salute dei cittadini.
Il settore primario canario si distingue per la sua particolarità: l’arcipelago dipende in gran parte dal commercio internazionale per il suo approvvigionamento alimentare, data la sua conformazione geografica e le condizioni climatiche particolari. Questa dipendenza si traduce in un’importazione di alimenti e materie prime che supera nettamente le esportazioni, alimentando le preoccupazioni per l’adeguatezza dei controlli fitosanitari necessari.
I controlli fitosanitari e la normativa vigente
Valentín Almansa de Lara, direttore generale della Sanità della Produzione Agroalimentare e Benessere Animale del Governo Spagnolo, ha partecipato alle giornate di dibattito, spiegando che storicamente le Canarie hanno seguito un regime di importazione diverso rispetto al resto della Spagna e dell’Europa. Questo è avvenuto grazie a una richiesta delle stesse Isole, escludendole dal regime europeo di sanità vegetale. Secondo Almansa, mentre gli altri paesi membri dell’Unione Europea seguono un protocollo uniforme per i controlli alle frontiere, le Canarie hanno una maggiore flessibilità, che si traduce in un margine di manovra per alcuni controlli specifici.
Illustrando il sistema di monitoraggio, Almansa ha chiarito che, sebbene le normative siano comuni, i controlli di importazione sono gestiti in modo che i prodotti che giungono nel continente soddisfino rigorosi requisiti. All’ingresso, infatti, i prodotti possono circolare liberamente all’interno dell’UE, complice l’utilizzo di sistemi informatici e reti di allerta che garantiscono una certa trasparenza e coordinazione tra i vari punti di ispezione.
Lo scenario commerciale delle Canarie
Almansa ha inoltre affermato che la situazione delle Canarie è indicativa della loro natura di archipelago, in quanto non possono considerarsi autosufficienti. L’arcipelago ha un commercio agroalimentare bilanciato, che non può prescindere dall’importazione di beni, in particolare dati i requisiti specifici legati alle condizioni agroclimatiche locali. Statistiche recenti indicano che le Canarie importano una quantità significativa di prodotti alimentari, con una suddivisione netta che prevede che il 50% delle importazioni provenga da paesi dell’Unione Europea e l’altra metà da paesi terzi.
La lista degli alimenti importati include carne, pesce, latticini, bevande, ortaggi e frutta. Le esportazioni delle Canarie, d’altra parte, riguardano principalmente pesce, bevande, ortaggi e frutta, ma sono spesso dirette verso mercati esteri. Questa particolare struttura del commercio evidenzia quanto le Isole siano vulnerabili alle fluttuazioni del mercato internazionale e alle normative di sicurezza alimentare, che devono essere continuamente aggiornate per garantire che i prodotti vegana legali e salutari. La questione dei controlli fitosanitari resta dunque un elemento chiave per la salvaguardia della produzione agricola locale.