Nelle Canarie, un gruppo di investitori locali prepara l’ingresso nel business che Baleària ha rilevato da Armas Trasmediterranea. La spinta del presidente delle Canarie, Fernando Clavijo, ha riaperto la partita dopo l’acquisizione di agosto. Il Governo regionale considera strategico il trasporto marittimo nelle Canarie e guarda al via libera della CNMC.
Pressione politica e nuova via di ingresso
Dopo che la naviera guidata da Adolfo Utor ha comprato ad agosto la concorrente Armas Trasmediterranea, l’operazione sembrava escludere il capitale insulare. L’insistenza del presidente Fernando Clavijo ha però aperto una nuova strada per l’ingresso di investitori canari nel perimetro di Baleària.
Per l’Esecutivo regionale, il servizio che collega le isole tra loro e l’Arcipelago nel suo complesso è di rilievo pubblico. Di conseguenza, l’obiettivo è preservare almeno in parte una presenza proprietaria locale, sostenuta da risorse finanziarie adeguate.
Struttura dell’operazione e benefici fiscali
L’entrata del capitale canario avverrebbe attraverso una società con sede nella Comunità autonoma, così da poter sfruttare i vantaggi previsti dal Regime Economico e Fiscale delle Canarie (REF). All’interno di questa struttura, Adolfo Utor manterrebbe il 70% dei titoli.
Il restante 30% verrebbe ripartito così: il 10% tra Javier Puga e i Hermanos Domínguez, il 5% a Satocan, mentre il 15% andrebbe ad Arehucas, Tirma, Acosta Matos e a una quarta società non ancora resa nota.
Ricerca di investitori di Tenerife
Resta aperta la ricerca di un investitore di Tenerife per bilanciare un tavolo di negoziazione finora a marcata impronta grancanaria. In alternativa, per allargare la compagine in caso di un profilo più contenuto, si valuta di frazionare il 5% oggi attribuito a Satocan, soluzione sulla quale non vi sarebbero resistenze.
Questo è l’ostacolo interno più immediato. Inoltre, c’è fretta ma non urgenza: prima di qualsiasi acquisto di quote, occorre definire i termini con Baleària, in particolare su due condizioni irrinunciabili per gli investitori canari.
Condizioni chiave richieste dagli investitori
Il primo punto riguarda la distribuzione di dividendi, chiesta dagli investitori e non abitualmente praticata da Utor. Il secondo è l’inserimento di una clausola di uscita che assicuri — purché l’attività non registri perdite — il recupero del capitale investito: un meccanismo-scudo contro la diluizione derivante da future aumenti di capitale.
Parere della CNMC e impatto sulla concorrenza
Manca ancora la posizione della Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia (CNMC), che non si è pronunciata sull’acquisizione di Trasmediterranea da parte di Baleària, chiusa ad agosto per 210 milioni di euro.
«L’acquisto da parte di Baleària attende ancora il via libera della CNMC».
Condividere il business con imprenditori canari potrebbe facilitare l’ottenimento dell’autorizzazione dell’autorità garante, a tutela degli interessi dei consumatori.
Il precedente con Boluda
La cifra messa sul tavolo ha superato di oltre 50 milioni di euro l’offerta presentata da Boluda, il veicolo preferito da Clavijo e dal capitale canario per garantire una presenza insulare nel servizio. In quel caso, la naviera e gli imprenditori dell’Arcipelago avevano delineato la creazione di una società con partecipazione paritaria al 50%.
Il dossier resta quindi concentrato su tre assi: definizione della compagine locale, accettazione delle condizioni su dividendi e clausola di uscita, e pronunciamento della CNMC sull’operazione da 210 milioni di euro. Se confermata, la partecipazione degli investitori canari in Baleària manterrebbe un presidio insulare in un servizio ritenuto strategico per il trasporto marittimo nelle Canarie.