Isole Canarie

La presidente del Cabildo di Tenerife critica il sistema migratorio spagnolo: “Funziona meglio il modello italiano”

Rosa Dávila critica la gestione della crisi migratoria nelle Canarie, confrontandola con il modello italiano di Georgia Meloni, e chiede soluzioni più efficaci per affrontare l’emergenza.

Recentemente, la presidente del Cabildo di Tenerife, Rosa Dávila, ha espresso forti critiche riguardo alla gestione della crisi migratoria nelle Isole Canarie, paragonando la situazione spagnola con il modello adottato dall’Italia, guidato dalla premier Georgia Meloni. Secondo Dávila, il sistema italiano di chiusura delle frontiere e di gestione dei migranti, che prevede la deriva in Albania, si sta dimostrando più efficace rispetto a quanto avviene attualmente nelle Canarie. Le sue dichiarazioni, fornite a Radio Club Tenerife e riportate dall’agenzia EFE, gettano luce su un tema di grande attualità e rilevanza, in un momento in cui le politiche migratorie europee sono sotto scrutinio.

La crisi migratoria a Tenerife

Rosa Dávila ha descritto la situazione caratterizzata da una “valanga” di arrivi migratori nelle Canarie, una problematica che a suo avviso non è adeguatamente affrontata dal governo spagnolo e dai principali partiti politici, come PSOE e PP. “L’assenza di soluzioni concrete ha portato a questa situazione di emergenza,” ha sostenuto Dávila, riferendosi al crescente numero di migranti che giungono nelle isole. La presidente ha sottolineato come l’Italia avesse affrontato “un problema gravissimo” riguardo all’afflusso di migranti, decidendo, come primo passo, di chiudere le frontiere.

Questa presa di posizione è quella di una leader politica che si trova di fronte a una comunità in difficoltà, completamente sopraffatta dalla crescente pressione migratoria. Le Isole Canarie, una meta ambita dai migranti, stanno affrontando sfide significative, con strutture che non riescono a tenere il passo con il numero di arrivi e un sistema che appare sempre più inadeguato nel gestire le necessità dei migranti.

Il sistema Meloni e le sue implicazioni

Quando è stata interrogata sulla preferenza per il modello italiano, Dávila ha risposto chiaramente: “Quello che so è che il sistema Meloni sta funzionando meglio rispetto al sistema delle Canarie, che non funziona affatto.” Ha evidenziato che le isole spagnole sono completamente sproporzionate nell’affrontare le necessità dei migranti, i quali stanno morendo ogni giorno nei loro mari. La presidente ha inoltre sollevato interrogativi sul futuro: “Non so se l’alternativa al sistema Meloni che l’UE sta abbracciando porta a una maggior mortalità di persone. Perché questa è l’alternativa offerta dalle strutture canarie.”

Dávila ha messo in evidenza la difficile realtà del sistema migratorio nelle Canarie, definendole come “centro di concentrazione” e “un cimitero di migranti”, evidenziando l’assurdità della situazione in cui le persone sono accolte in condizioni precarie e prive di qualsiasi opportunità di integrazione nella società.

La posizione della Spagna e dell’Unione Europea

La presidente del Cabildo di Tenerife ha aggiunto che spetterà all’Unione Europea determinare la direzione politica da seguire, esprimendo la speranza che non si decida di configurare le Canarie come centro di deportazione. “La soluzione non può essere che il nostro territorio diventi un centro di deportazione,” ha affermato Dávila, sottolineando che le attuali misure adottate dall’UE e dal governo spagnolo non sono sufficienti.

Dávila ha ribadito come la questione non riguardi solamente lo spazio disponibile per accogliere migranti, ma piuttosto la necessità di integrare queste persone nella società, un processo che richiede un impegno economico e risorse congiunte. “Se non affrontiamo questo problema con serietà, possiamo vivere una situazione esplosiva in qualsiasi momento,” ha avvertito, dimostrando così il suo impegno a cercare soluzioni che rispettino i diritti umani e garantiscano dignità a chi è costretto a cercare rifugio in un altro Paese.

Così facendo, Dávila chiama l’attenzione su un tema cruciale, invitando a riflettere sulle politiche migratorie europee e sulla necessità di cambiamenti strutturali che possano portare a una gestione più umana e responsabile degli arrivi lungo le coste europee.