Isole Canarie

Las Palmas de Gran Canaria condanna rete familiare per falsi documenti a migranti fino a 4 anni

Il Tribunale d’istruzione numero 7 di Las Palmas de Gran Canaria ha condannato una rete familiare per la falsificazione di documenti per migranti nelle Canarie, infliggendo pene da due a quattro anni di carcere. Tra novembre 2021 e luglio 2022 l’organizzazione facilitò l’uscita dall’arcipelago di oltre un centinaio di migranti africani arrivati irregolarmente. Le indagini di polizia hanno smantellato la struttura, attiva tra il CATE di Barranco Seco, i CIE e alloggi a Las Palmas de Gran Canaria e Arucas.

Las Palmas de Gran Canaria condanna rete familiare per falsi documenti a migranti fino a 4 anni

Condanne e imputati principali

Gli imputati hanno accettato la decisione del giudice. La pena più alta, quattro anni di reclusione, è stata inflitta a S. B., indicata come leader della trama, conosciuta con il soprannome di “l’avvocata”, pur precisando lei stessa che non si trattava della sua professione. Coinvolti anche i suoi due figli, Y. M. e A. M..

Per Y. M. la pena è di tre anni di carcere, mentre l’azione penale non si è potuta esercitare contro A. M. perché risulta latitante in Marocco. Ha partecipato ai fatti anche E. B. P. in qualità di cooperatore necessario: per lui due anni di reclusione e otto mesi di multa. In nessuno dei casi sono state riconosciute circostanze modificative della responsabilità, per reati contro i diritti dei cittadini stranieri e per falsità documentale.

Collegamenti con pratiche di residenza fraudolente

L’attività si collega a quella attribuita a M. S. M., che avrebbe ottenuto in modo fraudolento autorizzazioni di residenza per cittadini marocchini e mauritani dietro corrispettivi superiori a 4.000 euro per singolo caso.

Trasferimenti di denaro e smantellamento della rete

Le indagini della Comisaría General e della Brigada Provinciale di Immigrazione e Frontiere hanno portato allo smantellamento dell’organizzazione, che chiedeva un compenso minimo di 200 euro per agevolare il passaggio dalle Canarie al continente europeo con documenti falsi. L’importo aumentava se i migranti restavano a lungo nelle isole o finivano in un Centro di internamento per stranieri (CIE). Durante la perquisizione dell’abitazione utilizzata per l’attività illecita sono stati sequestrati 3.750 euro in contanti.

Secondo l’atto d’accusa, la rete familiare si metteva in contatto con gruppi che organizzavano partenze di pateras dal Marocco o con familiari che attendevano i loro congiunti sulla Penisola o in diversi paesi d’Europa. L’accordo economico veniva chiuso tramite società di trasferimento di denaro, con invii intestati a uno degli indagati.

Accoglienza e spostamenti in aereo o nave

Una volta identificati per nome, cognome e numero dell’imbarcazione su cui avevano viaggiato, i membri della rete si presentavano al Centro di accoglienza temporanea per migranti (CATE) di Barranco Seco, negli hotel che ospitavano provvisoriamente le persone o nei CIE, per prelevarle e prenderle in carico.

A seguire, i migranti venivano alloggiati in abitazioni a Las Palmas de Gran Canaria e Arucas, riforniti di abiti nuovi e sottoposti a un cambio d’immagine. La rete prenotava quindi un biglietto aereo e, se i controlli in aeroporto impedivano l’imbarco, organizzava la partenza in nave verso Huelva, dove i controlli risultavano più blandi. Con queste modalità riuscirono a spostare almeno 47 migranti.

Falsificazione documentale e spostamenti di minori

Dagli atti emerge che ai migranti venivano impartite istruzioni per evitare il rimpatrio, come dichiarare la propria omosessualità al momento della domanda di asilo per ottenerne l’ammissione. Inoltre, i membri della rete li accompagnavano in pratiche come l’iscrizione anagrafica.

Parallelamente, a diversi minori sarebbe stato chiesto di fuggire dai centri di accoglienza per essere prelevati e condotti nelle abitazioni della rete. Da lì venivano forniti documenti appartenenti a adulti per consentire l’imbarco su voli diretti verso la Penisola o altri paesi europei.

Il procedimento giudiziario definisce le responsabilità della rete familiare dedita alla falsificazione di documenti e al favoreggiamento della mobilità irregolare, con condanne detentive e sanzioni economiche, il sequestro di contanti e la ricostruzione delle rotte e dei metodi usati tra Canarie, Marocco e destinazioni europee.