Las Palmas de Gran Canaria rilancia la replica della caravella La Niña, danneggiata da un incendio nel 2023 e oggi situata sul retro del parco di Santa Catalina. Il Comune affiderà l’imbarcazione a un programma di visite guidate gestito dal Museo Elder della Scienza e della Tecnologia, con un importante restauro in agenda per restituirle valore educativo e patrimoniale.
Progetto di rilancio con visite guidate
Il consigliere alla Presidenza del Comune di Las Palmas de Gran Canaria, Francisco Hernández Spínola, ha annunciato che la replica della caravella La Niña entrerà nell’offerta di visite guidate coordinate dal Museo Elder della Scienza e della Tecnologia.
«Questo si risolverà in modo soddisfacente», ha indicato il consigliere Spínola, «con una collaborazione tra il Comune di Las Palmas de Gran Canaria, il Cabildo di Gran Canaria e la Fondazione Canaria Museo della Scienza e della Tecnologia di Las Palmas de Gran Canaria affinché sia utilizzata come parte del programma di visite guidate».
Secondo l’amministrazione, l’inserimento dell’imbarcazione nel circuito divulgativo permetterà di valorizzarne il contesto storico e marittimo, a beneficio di residenti e visitatori.
Iter giuridico e collaborazione istituzionale
L’ente locale sta definendo la formula giuridica che consenta di integrare formalmente la replica nei percorsi didattici del museo, assicurandone gestione, manutenzione e apertura al pubblico.
«Questo ci permetterà di risolvere una volta per tutte questa questione, restaurare la caravella e darle una funzione, che sia oggetto di visite guidate di divulgazione del contesto storico, marinaro e patrimoniale alle porte d’ingresso della nostra città», ha esposto Francisco Hernández Spínola nel corso della Commissione di Gestione economico-finanziaria e Conti speciali svoltasi in municipio.
Restauro o ricostruzione dopo l’incendio
La nuova fase dell’imbarcazione passa da un restauro profondo, praticamente una ricostruzione quasi completa, dopo il rogo che nel maggio 2023 la rese inservibile.
L’origine dell’incendio non è stata accertata; si valutò la possibilità che fosse legato all’uso dell’imbarcazione come riparo da parte di persone senza dimora nell’area del parco di Santa Catalina.
Valutazioni tecniche e limiti documentali
La perizia sui danni, redatta da Tibicena Arqueología y Patrimonio, concludeva che «l’unica cosa che si può conservare, in via preliminare, delle parti bruciate sono gli alberi».
Gli esperti sottolineavano inoltre: «È indispensabile e prioritario preservare e recuperare la resistenza e l’integrità strutturale dell’imbarcazione; a tal fine si dovranno adottare misure di sostituzione per i legni molto danneggiati che non conviene né consolidare né rinforzare. Si eliminerà il legno interessato e si poserà materiale della stessa specie impregnato con protettivi oppure un elemento di altro materiale».
Il processo non sarà semplice. Sebbene il metodo costruttivo sia descritto nel libro ‘La Niña III y el capitán Etayo: un ejemplo de militancia contrarrevolucionaria’, non esistono misure, fotografie né piani originali, «e senza queste informazioni non sarà possibile fare una ricostruzione fedele della caravella della La Niña III», aggiungeva la relazione tecnica.
Un simbolo legato ai viaggi di Cristoforo Colombo
La replica fu realizzata nel 1992 per il quinto centenario dell’arrivo di Cristoforo Colombo in America nel 1492.
Il progetto è firmato dal capitano Carlos Etayo Elizondo, studioso delle traversate colombiane, che riprodusse tecniche costruttive navali del XV secolo. Varata dai cantieri di A Guarda (Pontevedra) e passata per Palos de la Frontera (Huelva) e Las Palmas de Gran Canaria, raggiunse la Repubblica Dominicana dopo otto giorni di navigazione.
Dalla base navale al parco di Santa Catalina
Nel 1998 intraprese un nuovo viaggio verso Lisbona in occasione dell’Esposizione Specializzata 1998, dedicata al tema «Los océanos: un patrimonio para el futuro», per poi stabilirsi definitivamente a Las Palmas de Gran Canaria nel 2000.
Inizialmente collocata nella zona della Base Navale, la nave fu successivamente trasferita ai giardini del Castillo de La Luz, dove subì un’importante riparazione. Dal 2014 si trova nella posizione attuale, sul retro del parco di Santa Catalina.
Il rilancio attraverso visite guidate e il programmato restauro mirano a recuperare un bene identitario, integrandolo nell’offerta culturale e scientifica del Museo Elder della Scienza e della Tecnologia e rendendolo fruibile in chiave educativa e patrimoniale.