Isole Canarie

Le condizioni delle cameriere di piano in Kanariense: un lavoro pesante e precarietà crescente

Miriam Barros, rappresentante di Las Kellys, denuncia le precarie condizioni lavorative delle cameriere di piano nelle Isole Canarie e chiede un cambiamento per garantire diritti e salute.

Miriam Barros, rappresentante dell’Associazione Las Kellys delle Isole Canarie, ha recentemente lanciato un appello ai membri del Parlamento regionale, chiedendo loro se raccomanderebbero a un amico o familiare di lavorare come cameriere di piano. Questo interrogativo è emerso durante un’audizione in commissione parlamentare, dove Barros ha denunciato le difficili condizioni di lavoro nel settore delle pulizie nelle strutture alberghiere. Con un salario di 1.360 euro al mese, le cameriere di piano tentano di gestire un carico di lavoro che include la pulizia di 25 camere al giorno, la preparazione di oltre 50 letti e il trasporto di carrelli che pesano fino a tre volte il loro peso corporeo.

Le condizioni delle cameriere di piano in Kanariense: un lavoro pesante e precarietà crescente

La precarietà del settore

Secondo Barros, il lavoro come cameriere di piano è spesso sinonimo di precarietà, e il 98% delle lavoratrici in questo settore sono donne. La mancanza di lavoratori disposti a intraprendere questo tipo di professione non può essere colmata semplicemente riducendo il numero di camere vendute, poiché la ricerca di profitti da parte degli imprenditori è inappetibile. Questa insaziabilità porta, di conseguenza, a un aumento del carico di lavoro per le poche lavoratrici disponibili, aggravando le già critiche condizioni di lavoro e causando un aumento delle malattie e dei congedi per malattia.

Barros ha enfatizzato che le lavoratrici stanno pagando un prezzo alto per questa situazione, poiché molte di loro non riescono a sostenere il ritmo frenético ed è comune vederle collassare per l’affaticamento. A volte, le cameriere possono trovare difficile ottenere anche un giorno di riposo, e quando una di loro è assente per malattia, il lavoro viene distribuito tra le altre, intensificando ulteriormente lo stress lavorativo. Tale situazione è aggravata dal fatto che molti albergatori dimenticano i diritti stabiliti nei contratti collettivi, come la corresponsione di giorni di riposo.

Lavoro non riconosciuto e diritti negati

Un altro aspetto preoccupante riguarda la mancanza di registrazione del lavoro straordinario. Le cameriere si trovano in una posizione in cui devono entrare prima del loro turno di lavoro e non registrare le ore aggiuntive, costrette a fare questo per rispettare le scadenze quotidiane. Fino al 2018, non erano nemmeno riconosciute come malattie professionali le patologie derivanti da uno sforzo fisico intenso nel pulire le camere; solo dopo una visita al governo le cameriere hanno ottenuto parità con altri lavoratori, come i camerieri e i cuochi, per quanto riguarda il riconoscimento delle malattie professionali.

Tuttavia, molte malattie dovute a infortuni come bursiti, epicondiliti o sindromi del tunnel carpale non sono ancora riconosciute dalle compagnie assicurative, costringendo le lavoratrici a rivolgersi ai tribunali per ottenere il giusto riconoscimento. Una situazione che Barros ha descritto come inaccettabile, visto che il settore delle pulizie è considerato uno dei più dannosi per la salute.

Salute e stili di vita lavorativi

Il deterioramento della salute delle cameriere è un tema centrale nel discorso di Barros. Ha sottolineato l’importanza di attuare studi ergonomici nelle strutture alberghiere per migliorare le condizioni lavorative, ma ha avvertito che attualmente non ci sono tecnici di prevenzione sufficienti nelle Isole Canarie per condurre tali indagini. Senza questi studi, è difficile stabilire misure legislative adeguate e consapevolezza aziendale in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

La vita delle cameriere è caratterizzata da una notevole incidenza di problemi muscoloscheletrici e patologie psicosociali, inclusi stress e ansia. Questi problemi non solo limitano la loro vita lavorativa, ma rendono praticamente impossibile arrivare all’età pensionabile di 67 anni in salute, poiché gli ultimi dieci anni di lavoro possono essere passati in congedo per malattia o inabili. Barros ha chiesto ai legislatori di unire le forze e chiedere una riduzione dell’età pensionabile per le cameriere di piano, fissandola a 58 anni dopo 20 anni di servizio.

La crisi abitativa e l’impatto sul settore

Infine, Miriam Barros ha evidenziato la crescente crisi abitativa nelle Isole Canarie, con affitti che aumentano senza pietà, rendendo impossibile per le cameriere sostentarsi con i loro salari. Con stipendi che non superano i 1.360 euro al mese, è difficile coprire affitti che superano i 1.000 euro. Ha sollevato la questione se gli imprenditori siano realmente disposti a offrire abitazioni ai propri dipendenti a prezzi accessibili, o se intendano adottare pratiche di sfruttamento, come dedurre somme ingenti dai salari per alloggi inadeguati.

Barros ha avvisato che tali misure non farebbero altro che aggravare ulteriormente la precaria situazione lavorativa, poiché i dipendenti si troverebbero a dover dipendere sia dal lavoro che dalla casa, rendendoli estremamente vulnerabili. La richiesta dell’Associazione Las Kellys è chiara: è necessario un cambiamento radicale che porti a condizioni di lavoro dignitose, affinché le cameriere di piano possano vivere e lavorare in salute e sicurezza.