Una madre di Santa Cruz de Tenerife ha denunciato sui social presunti episodi di bullismo a scuola a Tenerife ai danni del figlio di 10 anni, con diagnosi di autismo (TEA), iscritto a una scuola pubblica della capitale. Nei video pubblicati su TikTok, la donna parla di aggressioni, abbandono e mancanza di tutela nel contesto educativo, chiedendo interventi immediati delle autorità.
Denuncia di bullismo a scuola a Tenerife sui social
Attraverso il profilo TikTok “Saltando con mis hijos”, la madre sostiene che il bambino “ha subito bullismo, aggressioni e abbandono all’interno del centro educativo”, e lamenta che “le autorità competenti non hanno preso misure” nonostante le segnalazioni presentate alla Guardia Civil e i contatti con organismi sanitari ed educativi. La denuncia, diffusa in più clip, ha riacceso il dibattito sull’acoso scolastico e sulle risposte istituzionali nei casi di studenti con bisogni educativi speciali.
Episodi riferiti dalla madre
Tra i fatti raccontati, la donna afferma che il minore sarebbe stato vittima di un tentativo di avvelenamento, avendo rilevato “un liquido di pulizia nella sua bottiglia d’acqua”. In un’altra circostanza, riferisce che il bambino “è scappato da scuola e ha trascorso un’ora in strada senza supervisione”, per poi ricevere una chiamata dall’istituto in cui le comunicavano che “non lo trovavano”.
La madre denuncia inoltre che il figlio sarebbe stato “rinchiuso e punito in classe”. A suo dire, nel febbraio 2023 il minore avrebbe tentato “di togliersi la vita in due occasioni”, circostanza che attribuisce alla pressione e al rifiuto vissuti nell’ambiente scolastico.
Gestione scolastica contestata
Secondo la madre, parte del problema risiederebbe nella scarsa comprensione, da parte del corpo docente e della dirigenza, della condizione del bambino. Sostiene che il team di orientamento “ha variato in più occasioni la sua valutazione”, mentre l’ispettore scolastico avrebbe affermato che il minore “non presenta TEA né necessita di supporti NEAE”.
La donna riferisce che il figlio ha “alta capacità intellettuale, ma difficoltà di gestione emotiva e sociale”, e che l’istituto “non ha adattato l’ambiente né le risorse educative” alle sue esigenze. Aggiunge che tre docenti “gli rendono la vita impossibile” e che il clima in aula “è inadeguato per un alunno con difficoltà di regolazione emotiva”.
In base al suo racconto, uno degli insegnanti sarebbe stato poi cessato lo scorso anno scolastico, mentre per un altro “ha aperto un procedimento” legato agli incidenti segnalati. La direttrice dell’istituto, inoltre, avrebbe accusato il bambino di “aggredirla” dopo un episodio di forte sovraccarico emotivo; la famiglia nega e sostiene che “altri bambini testimoni hanno smentito”.
Critiche alle istituzioni e richiesta di tutele
La madre contesta l’operato del Ministero dell’Istruzione e della Consejería de Educación del Governo delle Canarie, accusandoli di “ignorare i referti medici e psicologici” relativi al caso. Spiega che il figlio segue “regolarmente terapia” e dispone di una “relazione di orientamento educativo e psicopedagogico” che dettaglia diagnosi e necessità di supporto.
Secondo la donna, il sistema educativo “non rispetta la neurodiversità” e al personale docente mancherebbe formazione adeguata per gestire studenti con autismo. Denuncia, inoltre, che l’amministrazione “reagisca solo quando si verifica una tragedia” e chiede l’installazione di telecamere nelle scuole per rafforzare la protezione dei minori.
Richieste di indagine e risposte attese
Nei video, la madre afferma di aver presentato “due denunce davanti alla Guardia Civil” e sollecita verifiche sull’operato della scuola, dell’ispezione e dell’orientamento educativo. Domanda una risposta diretta delle autorità, sostenendo che “altre famiglie vivono situazioni simili senza che si adottino misure efficaci”.
Impatto sulla famiglia e prossimi passi
La donna sostiene che il figlio “soffre solo dentro la scuola”, che sperimenta ansia nel frequentarla e che il timore di una ricaduta “fa parte della vita quotidiana della famiglia”. Di nazionalità italiana e residente in Spagna da circa vent’anni, afferma che continuerà a rendere pubblico il caso affinché “si ascolti la voce delle famiglie con figli neurodivergenti”.
Resta centrale la richiesta di chiarimenti e misure efficaci contro il bullismo a scuola a Tenerife, insieme alla domanda di risorse specifiche per studenti con TEA. Le autorità educative e l’istituto sono chiamati a valutare le denunce, a fornire risposte documentate e ad adottare eventuali provvedimenti a tutela del minore.