A Las Palmas de Gran Canaria, il vicepresidente e assessore all’Economia del Governo delle Canarie, Manuel Domínguez, ha avvertito che l’economia canaria entrerà in una fase di rallentamento dopo anni di espansione guidata dal turismo. La macroeconomia dell’Arcipelago mostra ancora dinamismo, ma la crescita del PIL non potrà mantenere i ritmi del 2024. Con flussi turistici ai massimi storici e nuovi settori in consolidamento, si profila una “frenata” fisiologica, senza scenari di recessione nel breve periodo.
Rallentamento della crescita e messaggio del governo
Davanti a imprenditori, sindacati e altri attori socioeconomici, Domínguez ha riassunto le grandi cifre dell’Arcipelago e ha ridimensionato le aspettative. «Non siamo trionfalisti perché sappiamo che negli esercizi futuri la crescita del PIL sarà più lenta, non è che andrà a diminuire ma sì che non crescerà al ritmo che lo ha fatto nel 2024 e che prevediamo crescerà nell’esercizio 2025».
La prospettiva, dunque, è una “frenata” più o meno imminente, coerente con un ciclo che ha beneficiato della ripartenza post-Covid e della forte domanda di viaggi in Europa. «Il PIL non crescerà al ritmo che lo ha fatto», ha sottolineato Domínguez, cosa che «obbligherà a prendere decisioni per mantenere gli indici attuali e sostenere il turismo». Il settore turistico, ha ricordato, sostiene circa il 40% dell’occupazione e genera gran parte del gettito fiscale con cui si finanziano i servizi pubblici.
D’altro canto, non si intravedono segnali di recessione. Né gli uffici tecnici del Governo regionale né i principali organismi e centri di analisi contemplano un calo dell’attività. L’economia canaria continuerà a crescere, ma a un passo più moderato.
Fattori che limitano l’espansione
Un aspetto rilevante è la saturazione del motore principale della crescita recente: il turismo. Per il 2025 le Isole stimano intorno ai 18 milioni di visitatori, un livello record accompagnato da una spesa pro capite elevata. Di conseguenza, i margini per ulteriori accelerazioni sono ridotti.
Inoltre, le esportazioni di beni possono contribuire, ma in un territorio con un peso limitato nel commercio estero spagnolo è improbabile che diventino determinanti. Le attività emergenti —dall’audiovisivo ai videogiochi— stanno crescendo, ma non hanno ancora la massa critica per spingere la crescita complessiva ai ritmi straordinari degli ultimi esercizi. Successivamente al ciclo di rimbalzo post-pandemico, l’Arcipelago entra in una fase di “plateau economico” dopo anni di record.
Diversificazione in corso dei settori produttivi
In questo quadro, la strategia del Governo punta sulla diversificazione. L’obiettivo non è sostituire il turismo, bensì affiancarlo con nuovi pilastri che attenuino i cicli del comparto viaggi. «L’economia canaria ha compiuto il suo obiettivo principale, che non è altro che diversificarsi», ha evidenziato Domínguez.
I segnali arrivano dal comparto audiovisivo —con più film e serie girati nelle Isole e l’indotto in crescita (trucco, noleggio macchinari, servizi tecnici)—, dai videogiochi e dalla riparazione navale. Settori che aggiungono valore e occupazione qualificata, creando una base più ampia su cui poggia la macroeconomia dell’Arcipelago.
Il REF come leva competitiva
Per una regione fortemente aperta all’esterno, la cornice fiscale è cruciale. Domínguez ha insistito sulla tutela del Régimen Económico y Fiscal (REF), considerandolo l’architrave per attrarre investimenti e consolidare la diversificazione. «È il nostro principale vantaggio competitivo».
Mantenere stabile e prevedibile il REF è, nelle parole dell’Esecutivo, il fattore chiave per sostenere l’economia canaria nel medio periodo, affiancando il turismo con attività ad alto valore aggiunto.
Dati chiave dell’arcipelago
Secondo il vicepresidente e assessore all’Economia, il PIL regionale è avanzato del 4,4% nel 2024, sopra la media nazionale, grazie al nuovo slancio dell’industria turistica. Questa accelerazione si è riflessa anche negli indicatori sociali: tra il 2023 e il 2024, «si è riusciti a ridurre di circa 50.000 persone» il numero di residenti a rischio di povertà e/o esclusione, ha dettagliato il rappresentante del governo presieduto da Fernando Clavijo.
Il mercato del lavoro ha segnato massimi storici. Dal 2023 a settembre 2025 si sono registrate in media 80 nuove affiliazioni alla Sicurezza Sociale al giorno, fino a toccare il record di 945.251 lavoratori a settembre 2025. Nello stesso arco temporale sono cresciuti anche gli autonomi: +6.000 in due anni, pari a otto nuove partite IVA al giorno.
L’industria creativa (audiovisivo, videogiochi, animazione) ha aumentato gli investimenti lasciati nelle Isole del 40% tra il 2023 e il 2024, confermando il ruolo dei nuovi settori nel percorso di diversificazione. Intanto il turismo resta la colonna portante: contribuisce a sei euro su dieci dell’attività economica generata nelle Canarie. Anche il commercio al dettaglio si mantiene sopra la media nazionale, con un incremento del 3,7% rispetto al 2024.
Scenario atteso e priorità d’azione
Alla luce di questi fattori —record turistici, contributo ancora limitato delle esportazioni di beni e maturazione graduale dei nuovi comparti—, l’economia canaria si avvia verso una “frenata” fisiologica della crescita. Il governo regionale orienta le sue priorità su due assi: decisioni mirate a mantenere gli attuali livelli di attività e occupazione, e misure di sostegno al turismo insieme al pieno sfruttamento del REF per accelerare la diversificazione.
In sintesi, le previsioni escludono una contrazione dell’attività: la crescita del PIL proseguirà, seppur a un ritmo più moderato rispetto al 2024, in un contesto di consolidamento settoriale e di rafforzamento degli strumenti competitivi dell’Arcipelago.