Negli ultimi anni, il settore energetico ha subito importanti trasformazioni, con aziende storiche che si reinventano per affrontare le sfide della sostenibilità. Questo è il caso di Cepsa, una delle principali compagnie petrolifere spagnole, che ha recentemente cambiato il proprio nome in Moeve, segnando una nuova era per la società con un’eredità di 95 anni. Scopriamo insieme come la trasformazione di questa azienda affonda le sue radici nella storia e si proietta verso un futuro sostenibile.
Le origini di Cepsa a Tenerife
La storia di Cepsa inizia nel 1929 a Tenerife, dove è stata fondata come la prima compagnia petrolifera privata della Spagna. L’obiettivo iniziale era realizzare sondaggi petroliferi in Venezuela, ma presto la società ha espanso le proprie attività, aprendo nel 1930 la sua prima raffineria nella capitale tinerfeña. La scelta delle Canarie non è stata casuale: la legge del Monopolio di Petrolio del 1927 impediva l’installazione di industrie petrolifere private nella Spagna peninsulare, riservando quel territorio alla compagnia statale Campsa.
Nel corso degli anni, Cepsa ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo industriale non solo della propria azienda, ma anche della città di Santa Cruz de Tenerife. Tuttavia, la crescente urbanizzazione e il cambiamento delle esigenze del mercato hanno costretto Cepsa a riconsiderare la propria posizione e le proprie operazioni.
La transizione alla nuova identità aziendale
L’evoluzione di Cepsa in Moeve si è concretizzata ufficialmente tre settimane fa con la presentazione del nuovo nome a Santa Cruz de Tenerife, un luogo simbolo del passato e del futuro dell’azienda. Nel 2014, la chiusura della raffineria ha segnato l’inizio di un cambiamento radicale per Cepsa, che ha chiuso la sua storica attività per concentrarsi esclusivamente sull’immagazzinamento. Questo passaggio ha avviato un profondo processo di ristrutturazione che culminerà con la completa demolizione della raffineria e la delocalizzazione delle sue attività a Granadilla.
Secondo il CEO Maarten Wetselaar, il piano prevede di completare questa transizione entro il 2028. La decisione di muoversi verso una nuova sede delocalizzata si allinea con l’ambizione di ridurre l’impatto ecologico dell’operato dell’azienda, confermando l’impegno di Moeve verso la sostenibilità e l’innovazione.
L’impegno verso la sostenibilità e la descarbonizzazione
Il nuovo percorso intrapreso da Moeve è parte del piano “Positive Motion”, lanciato due anni fa e caratterizzato da un investimento di 8 miliardi di euro. L’azienda punta a diventare leader nella trasformazione energetica verso modelli sostenibili e di mobilità eco-compatibile. Secondo Wetselaar, l’obiettivo è di ridurre le emissioni di carbonio dell’55% entro il 2030 e garantire che la metà dei ricavi provenga da energie rinnovabili e forme di economia circolare.
L’idea centrale è che Moeve non si limiti a una mera descarbonizzazione interna, ma si proponga anche come catalizzatore per l’intero tessuto produttivo e amministrativo della società. “Desideriamo posizionarci come punto di riferimento nella decarbonizzazione”, ha affermato Wetselaar, evidenziando un approccio che include clienti e stakeholders nel processo di trasformazione.
Un cambio di paradigma nella produzione energetica
La nuova identità di Moeve non si limita a un cambio di nome, ma rappresenta una vera e propria evoluzione nel modo in cui l’azienda intende operare nel settore energetico. Wetselaar ha sottolineato che non è solo questione di cambiare logo o marchio, ma di ripensare la strategia aziendale. Moeve ambisce a diventare un leader nella produzione di combustibili sostenibili, come i biocombustibili SAF e quelli a idrogeno, rispondendo così alle necessità di un mercato sempre più attento all’ambiente.
Con questo nuovo approccio, l’azienda intende continuare a servire i suoi clienti vendendo molecole, ma evitando di utilizzare quelle derivate dai combustibili fossili, puntando invece su opzioni più sostenibili e innovative. Moeve rappresenta, così, un esempio significativo di come anche le realtà storiche possano adattarsi ai cambiamenti necessari per affrontare le sfide del futuro energetico.