Isole Canarie

Muore a 89 anni Francisco Sánchez, fondatore dell’Instituto de Astrofísica de Canarias

Alle Canarie, tra Tenerife e La Palma, la figura di Francisco Sánchez segna una svolta decisiva per l’astrofisica in Spagna. Il fondatore dell’Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC), morto a 89 anni, trasformò il cielo insulare in un laboratorio di livello mondiale, guidando la nascita degli Osservatori del Teide e del Roque de los Muchachos, promuovendo progetti come il Grantecan (GTC) e aprendo la strada al TMT. Scienziato, manager e “ottimista patologico”, costruì una carriera che gli valse riconoscimenti come il Premio Canarias e il Premio Taburiente.

Muore a 89 anni Francisco Sánchez, fondatore dell'Instituto de Astrofísica de Canarias

Dalla Castilla-La Mancha al cielo di Tenerife

Negli anni Sessanta era tutt’altro che scontato che un giovane ricercatore toledano scegliesse di trasferirsi su un’isola per inseguire un cielo promettente per la scienza. Francisco Sánchez rimase letteralmente affascinato da Tenerife, dal Teide e da un firmamento che ancora non era la “gioielleria” di oggi. Conosceva l’impresa del britannico Charles Piazzi Smyth, Astronomo Reale di Scozia, che salì a dorso d’asino sul vulcano con due telescopi e, al ritorno, descrisse meraviglie su un tesoro celeste.

Decise di stabilirsi con la famiglia nelle Cañadas, affrontando il freddo in una cabaña. Procurò un modesto telescopio, condiviso con un collega scienziato, e in breve pose le basi dell’IAC, mezzo secolo fa. La sua attitudine era quella del pioniere: in sostanza, creò l’astrofisica moderna in Spagna ed è ricordato come il primo cattedratico della disciplina nel Paese.

L’istituzione dell’iac e l’alba dell’astrofisica spagnola

Con la fondazione dell’Instituto de Astrofísica de Canarias, Francisco Sánchez fece uscire la Spagna dall’anemia scientifica nel settore. D’altro canto, le immagini del telescopio spaziale James Webb – erede del leggendario Hubble – avrebbero confermato, decenni più tardi, la portata di quella visione iniziale: portare la ricerca astronomica spagnola nel circuito internazionale, valorizzando un cielo di qualità eccezionale.

Le sue iniziative culminarono, tra l’altro, nell’apertura dei due grandi osservatori delle Canarie e in un modello di collaborazione che rese il Paese partner affidabile per grandi infrastrutture.

Visionario e capace di influire sulle scelte pubbliche

La determinazione di Francisco Sánchez emerse con forza in un episodio rimasto emblematico. Durante una visita a Tenerife, il presidente Adolfo Suárez aveva annunciato di destinare i fondi previsti per i telescopi alla viabilità. Sánchez ruppe il protocollo, lo interruppe con educazione e, soprattutto, con la sua arma più efficace: la passione. Il risultato fu che il denaro tornò ai telescopi, primo successo di un negoziatore instancabile.

Nel 1985 portò ai Observatori del Teide e del Roque de los Muchachos re, capi di Stato e premi Nobel, in una vera “serata delle stelle” con stelle reali. Il principe, oggi re Felipe VI, fu nominato Astrofisico d’onore dall’IAC e chiese a suo padre un telescopio per i giardini della Zarzuela.

Tra gtc, tmt ed elt: ambizioni, traguardi e rimpianti

Restava da concretizzare il Grantecan (GTC), il più grande telescopio del mondo al momento della sua inaugurazione, al Roque de los Muchachos. Oggi quell’eredità guarda al TMT, che potrebbe raccoglierne il testimone: un progetto per il quale Francisco Sánchez si era speso con decisione nelle sedi istituzionali.

Una delle sue maggiori delusioni fu il mancato arrivo alle Canarie dell’ELT, il telescopio estremamente grande poi assegnato dall’ESO al deserto di Atacama, in Cile, nonostante lo status europeo dell’Arcipelago. Sánchez era convinto che avessero pesato le generose diarie percepite dagli scienziati europei per i viaggi in America, a scapito delle isole.

L’accordo che cambiò il ruolo della Spagna

Il passaggio decisivo fu capire che una Spagna alle prime armi in astrofisica poteva affermarsi solo offrendo il proprio cielo in cambio di quota di utilizzo. Così, Francisco Sánchez negoziò con i partner un diritto d’uso dei telescopi fino al 20% per il Paese ospitante. Convincere gli stati coinvolti non fu semplice; tuttavia, nel giro di una generazione, la Spagna divenne una potenza astrofisica nel continente.

Vita, incontri e la difesa del cielo delle Canarie

Nell’autobiografia “Soñando estrellas”, Sánchez raccontò il viaggio di nozze verso Tenerife nel 1961. Qui nacquero i suoi figli e i suoi telescopi. Condivise anche una visita al Grantecan (GTC) con Neil Armstrong, primo uomo a camminare sulla Luna, un ricordo di cui andava fiero. La scelta dell’astrofisica maturò a Parigi, durante una borsa, quando lo colpì l’idea che “siamo polvere di stelle”. Da allora accettò di dedicarsi alla gestione, sacrificando la carriera puramente scientifica.

Comunicatore trascinante, Francisco Sánchez era felice di aver scommesso sul cielo di Tenerife e di aver ricevuto in “dono” quello di La Palma, che difese con una legge di tutela specifica, quasi fosse un figlio. Inoltre, con il sostegno dell’UNESCO e in dialogo con il comandante Jacques Cousteau, contribuì a includere la qualità e la purezza del cielo nella carta dei diritti umani delle generazioni future, approvata nel 1994 come “Dichiarazione di La Laguna”.

Un’eredità che guarda alle stelle

Dalla capanna nelle Cañadas all’IAC, dagli Osservatori del Teide e del Roque de los Muchachos al GTC, la traiettoria di Francisco Sánchez ha ridisegnato la mappa dell’astrofisica in Spagna. Visione, negoziato e difesa del cielo come bene comune sono i tratti distintivi di un percorso che continua a orientare i grandi progetti, dal TMT alle strategie di tutela, mantenendo le Canarie tra i luoghi d’eccellenza dell’osservazione astronomica.