La operazione Spider ha smantellato il presunto cartello che dominava il porto di Valencia per scaricare tonnellate di cocaina dai container, e ha portato alla luce un ipotetico caso di nepotismo che coinvolgerebbe l’ex presidente di Puertos del Estado, la canaria Ornella Chacón, e il leader sindacale degli stivatori Antolín Goya. Secondo le conversazioni telefoniche raccolte nell’indagine, si sarebbe tentato di favorire l’ingresso di un familiare, mentre i diretti interessati respingono ogni addebito.

Indagine e presunto nepotismo
Il caso è emerso dalle intercettazioni effettuate durante la macroindagine antidroga. In alcune chiamate, due arrestati sostengono che un lavoratore di nome Giovanni sarebbe stato assunto grazie all’insistenza di Goya, e commentano che il suo ingresso sarebbe legato a Ornella Chacón.
Gli inquirenti ricostruiscono che i narcos, sfruttando l’influenza sul Centro Portuario de Empleo de Valencia (CPEV) – organismo privato che regola l’accesso al lavoro nella stiva – avrebbero infiltrato collaboratori come stivatori per operare sui carichi contenenti droga. La polizia e l’autorità giudiziaria ipotizzano che Chacón e Goya si siano appoggiati alle stesse persone che gestivano a piacimento le assunzioni per cercare di piazzare un nipote dell’ex politica canaria.
Come il cartello controllava il cpev
Secondo l’indagine, quel controllo capillare del CPEV consentiva di inserire complici tra gli stivatori, agevolando gli esami di accesso o addirittura falsificandoli e rimodulando i turni di lavoro per far coincidere la presenza di affiliati quando arrivavano i container con cocaina. Gli investigatori indicano il presunto “enchufe” di un nipote dell’ex assessora socialista come esempio del potere di selezione esercitato su chi potesse o meno lavorare nello scalo.
Le smentite di Goya e Chacón
Sia Chacón sia Goya si sono dissociati da qualsiasi coinvolgimento e negano di aver interceduto per far assumere un parente dell’ex presidente di Puertos del Estado. «È una conversazione estrapolata dal contesto, non ho alcuna preoccupazione, ho chiesto di lui come chiedo di tanti altri colleghi, ma non partecipo a nessun processo di selezione», afferma il leader della Coordinadora Estatal de Trabajadores de los Puertos. Goya riconosce che questa persona è entrata come personale temporaneo, non come stivatore, ma dichiara di non sapere se si tratti di un familiare dell’ex politica canaria e sostiene di non parlare con lei da anni.
Da parte sua, Chacón sottolinea: «Ho lasciato la politica nel 2019, non ho alcun incarico pubblico né di partito, né alcun rapporto con Puertos del Estado». Aggiunge di non avere parenti di nome Giovanni e che tutti i suoi nipoti sono minorenni. «È una sciocchezza pensare che, sette anni dopo essermene andata, io abbia quel potere e quella influenza», rimarca.
Il ruolo dei centri di impiego portuale
Per comprendere il peso dei centri di impiego portuale nella contrattazione e gestione del personale, va considerato che questi organismi conservano di fatto un quasi monopolio sull’organizzazione delle piante organiche dei porti. Nel 2017, Goya guidò le proteste contro la liberalizzazione del settore della stiva, storicamente presidiato da un sindacato corporativo che controllava i posti di lavoro. Il conflitto generò giornate di sciopero che paralizzarono i porti spagnoli e si chiuse con un accordo che continua a lasciare ai centri portuali di impiego ampio margine su assunzioni, distribuzione e organizzazione dei turni.
L’esempio del presunto favoreggiamento
Proprio quel ferreo controllo, nel caso del Centro Portuario de Empleo de Valencia, sarebbe stato sfruttato per inserire complici come stivatori e garantire che il cartello potesse operare indisturbato in coincidenza con gli arrivi di cocaina. Nel fascicolo investigativo, il presunto inserimento di un nipote dell’ex assessora viene citato come paradigma dell’assoluto controllo sull’accesso al lavoro nello scalo.
Profilo di Ornella Chacón e legami politici
Ornella Chacón è stata nel 2018 la prima donna a guidare l’ente che sovrintende le infrastrutture portuali dello Stato, ruolo ricoperto per nove mesi, il periodo più breve alla guida dell’organismo. All’epoca addusse motivi personali per le dimissioni, motivo che ribadisce. Il suo mandato coincise con il primo anno di José Luis Ábalos al Ministero di Fomento, da cui dipendono Puertos del Estado. Chacón lascia intendere che l’accanimento nel gettare ombre su chi ha lavorato con Ábalos abbia contribuito al suo coinvolgimento mediatico: «Mi chiedo se ciò che perseguono sia dire che la squadra di Ábalos era tutta contaminata. Possono inventarsi ciò che vogliono». E nega che la telefonata che la riguarda compaia nel sumario.
Cosa emerge dal sumario della operazione Spider
Dalla documentazione del sumario della operazione Spider risulta che il magistrato del Juzgado de Instrucción 15 de Valencia e la Udyco della Polizia Nazionale ritengono che Chacón e Goya avrebbero cercato di collocare in modo irregolare al porto di Valencia un familiare dell’ex assessora del Governo delle Canarie. Si tratta di ipotesi investigative che restano al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Il quadro che emerge collega la operazione Spider al controllo del CPEV per infiltrare stivatori compiacenti, mentre le persone citate respingono le accuse e rivendicano la propria estraneità. Le verifiche giudiziarie e di polizia proseguono per accertare le responsabilità e l’eventuale uso distorto dei meccanismi di assunzione nel porto di Valencia.




