Isole Canarie

Pensioni 2026 in Spagna, contributive in aumento del 2,6% e minime sopra l’inflazione

Dieci milioni di pensionati e beneficiari del sistema pubblico in Spagna attendono l’aggiornamento degli assegni per il 2026. L’aumento delle pensioni sarà determinato dall’andamento dell’inflazione, con proiezioni che indicano una crescita tra il 2,6% e il 2,7%. Le pensioni minime 2026 e le non contributive cresceranno oltre l’IPC, in linea con la riforma Escrivá che mira ad avvicinarle alla soglia di povertà entro il 2027.

Pensioni 2026 in Spagna, contributive in aumento del 2,6% e minime sopra l’inflazione

Aggiornamento automatico e base legale

Dalla riforma varata nel 2022 da José Luis Escrivá, le pensioni contributive vengono rivalutate automaticamente a inizio anno sulla base della media dell’Indice dei Prezzi al Consumo dei dodici mesi precedenti. La regola è stabilita dall’articolo 58 della Ley General de la Seguridad Social e garantisce la rivalutazione annuale di tutte le prestazioni contributive, incluso il complemento per il divario di genere, in funzione dell’IPC medio interannuale.

Inflazione 2025 e proiezioni per il 2026

Secondo l’ultimo avanzamento, l’inflazione di ottobre si colloca al 3,1%: un dato provvisorio che dovrà essere confermato il 14 novembre dall’INE. Considerando questa lettura e la traiettoria dei mesi precedenti, le stime indicano che le pensioni contributive aumenteranno nel 2026 tra il 2,6% e il 2,7%.

Scadenze ufficiali di novembre e dicembre

Il dato ufficiale arriverà a dicembre. Il 28 novembre sarà pubblicato l’anticipo dell’IPC di novembre e, il 12 dicembre, il Governo definirà la percentuale definitiva di rivalutazione applicabile nel 2026.

Quali prestazioni aumenteranno più dell’IPC nel 2026

Non tutte le prestazioni cresceranno allo stesso ritmo. Le pensioni minime 2026 e le non contributive beneficeranno di incrementi superiori all’inflazione, come previsto dalla seconda fase della riforma Escrivá. L’obiettivo è portare queste prestazioni, entro il 2027, a un livello equivalente alla soglia di povertà.

Riferimenti del Real Decreto-ley 2/2023

Il Real Decreto-ley 2/2023 assume come riferimento la pensione di vecchiaia contributiva con coniuge a carico per gli over 65. Per raggiungere la soglia di riferimento nel 2027 è stato approvato un calendario di aumenti aggiuntivi, sempre sopra l’IPC, distribuiti in più anni.

Regole specifiche per le pensioni minime 2026

Nel 2026, le pensioni minime 2026 saranno oggetto di un incremento extra pensato per dimezzare la distanza ancora esistente rispetto alla quantia obiettivo. Questo stesso criterio si applicherà alla pensione di vedovanza con carichi familiari e ad altre pensioni contributive con coniuge a carico, con l’eccezione dell’incapacità permanente totale per i minori di 60 anni.

Altri minimi contributivi e incremento addizionale

Per il resto dei minimi contributivi, dopo la rivalutazione generale in base all’IPC, è previsto un ulteriore aumento pari al 50% della distanza residua rispetto all’importo obiettivo. In questo modo, le pensioni minime 2026 accorceranno progressivamente il divario in linea con il percorso stabilito.

Le pensioni non contributive nel 2026

Per le non contributive si adotta un meccanismo analogo: la soglia di riferimento per il 2027 corrisponde al 75% della soglia di povertà per una persona sola. Ogni anno gli aumenti sono calibrati per avvicinarsi a quell’obiettivo. Nel 2026 è previsto un ulteriore incremento, destinato a ridurre della metà la differenza ancora esistente.

Riepilogo dei punti chiave

In attesa della conferma dell’INE e della decisione del Governo a dicembre, le proiezioni indicano un aumento tra il 2,6% e il 2,7% per le pensioni contributive nel 2026. Le pensioni minime 2026 e le non contributive avranno rialzi superiori all’inflazione, secondo il Real Decreto-ley 2/2023, con incrementi extra destinati a colmare metà del divario verso la soglia obiettivo entro il 2027.