Alle Isole Canarie la formula “un classico della radio” è ormai parte del lessico quotidiano: “un’ora in meno alle Canarie”. Ma da cosa nasce questa differenza oraria Canarie–Penisola? La questione è tornata d’attualità dopo la richiesta avanzata in Congresso dalla portavoce di Coalición Canaria, Cristina Valido, per mantenere lo scarto anche qualora fosse abolito il cambio stagionale dell’ora.
Origine geografica del diverso fuso
La ragione principale è la posizione delle Canarie rispetto al meridiano di Greenwich. L’arcipelago si trova a ovest di Greenwich, mentre la Penisola Iberica e le Baleari sono a est. Di conseguenza, il mezzogiorno solare — quando il Sole raggiunge il punto più alto — arriva più tardi sulle isole.
Per questo il fuso orario delle Canarie corrisponde al Greenwich Mean Time (GMT o UTC+0), lo stesso in vigore in Portogallo, Regno Unito e Irlanda. La Penisola, invece, utilizza il Central European Time (CET o UTC+1), generando lo scarto noto come “un’ora in meno alle Canarie”.
Dalle ore locali al cambio del 1922
Fino agli inizi del XX secolo ogni provincia spagnola seguiva la propria ora solare locale. Nel 1900 il governo unificò l’ora ufficiale prendendo come riferimento Greenwich, così tutto il Paese adottò lo stesso tempo.
Successivamente, nel 1922, un Real Decreto stabilì che le Canarie dovessero adeguarsi al fuso coerente con la loro posizione geografica: ciò sancì, in via ufficiale, che l’arcipelago mantenesse un’ora in meno rispetto alla Penisola.
Dal franchismo alla regolazione europea
Durante la dittatura di Franco (1939-1975), la Spagna passò all’orario dell’Europa Centrale (CET), un’ora avanti rispetto a Greenwich, per allinearsi a Germania e Italia. Le Canarie conservarono però il loro tempo naturale, mantenendo la differenza con il resto del territorio.
Con l’ingresso nell’Unione Europea, l’assetto è stato confermato e regolato. La norma di riferimento è il Real Decreto 236/2002, che definisce i periodi di ora legale e precisa che i cambi si effettuano alle due di notte, l’una alle Canarie.
Il dibattito sul cambio dell’ora
La Commissione europea ha esaminato più volte la possibilità di eliminare i cambi stagionali, senza però proporre modifiche ai fusi orari nazionali. Inoltre, gli esperti di cronobiologia e geografia concordano: mantenere la differenza tra isole e Penisola è coerente con il Sole e con la storia del Paese.
Nel dibattito è intervenuto anche il presidente del Governo, Pedro Sánchez, che ha ribadito: “cambiare l’ora due volte l’anno ormai non ha senso”. Nel suo profilo ufficiale su X (ex Twitter) ha aggiunto che “appena aiuta a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone”.
Per questo motivo, l’Esecutivo ha annunciato che “proporrà all’UE di porre fine al cambio di ora stagionale nel Consiglio dell’Energia e chiederà che si metta in moto il meccanismo di revisione competente”.
Che cosa resta da sapere
Il quadro attuale conferma che lo scarto dipende dal posizionamento rispetto a Greenwich: Canarie in GMT (UTC+0), Penisola in CET (UTC+1). Di conseguenza, lo slogan “un’ora in meno alle Canarie” riassume una realtà geografica e normativa consolidata, destinata a rimanere anche se l’UE dovesse decidere di abolire i cambi stagionali dell’ora.