La recente controversia riguardante il rimborso di 50 milioni di euro a Endesa ha riacceso il dibattito politico nelle Canarie, con il PSOE che respinge le accuse di negligenza da parte dell’ex governo regionale. I componenti del partito socialista sottolineano che il precedente esecutivo non ha lasciato scadere le sanzioni relative ai blackout avvenuti negli anni 2018, 2019 e 2020 a Tenerife e La Palma. In un comunicato ufficiale, la Conselleria di Transizione Ecologica ha reso noto che, a causa della scadenza dei procedimenti, sarà necessario risarcire la compagnia elettrica. Tuttavia, il PSOE smentisce questa interpretazione dei fatti, attirando attenzione sulla gestione delle sanzioni da parte dell’attuale governo autonomo.
La posizione del PSOE sulle sanzioni
In risposta alle dichiarazioni circolate nei giorni scrosi, i rappresentanti del PSOE hanno chiarito che, al momento dell’arrivo del governo del Pacto de las Flores, non vi era alcun rischio di scadenza per le sanzioni in discussione. Nel comunicato, si afferma che “quando il governo del Pacto di las Flores è subentrato, i procedimenti non erano scaduti, ma ora, con questo esecutivo, i casi sono nuovamente in fase di scadenza”. I socialisti criticano l’attuale amministrazione, sostenendo che questo comportamento rappresenti “il miglior servizio che possano offrire alle aziende elettriche” e attribuendo loro il ritorno a pratiche ritenute obsolete.
I procedimenti sanzionatori e le responsabilità politiche
Il PSOE ha ulteriormente approfondito la questione dei procedimenti sanzionatori, rimarcando che, quando il governo del Pacto di las Flores ha preso in carico l’amministrazione regionale, sono stati rinvenuti 47 procedimenti in sospeso dal 2010 per un totale di 60,8 milioni di euro, che erano già scaduti. Questa situazione ha portato a una mancata riscossione delle sanzioni da parte delle società elettriche coinvolte. Pertanto, il partito punta il dito contro la Coalizione Canaria, accusando l’ex governo di aver permesso la scadenza di tali sanzioni prima del 2019, causando così una perdita significativa per le finanze pubbliche delle Canarie.
Il PSOE ha espresso la volontà di non lasciare scadere ulteriori procedimenti, al contrario di quanto fatto dai governi precedenti. “Abbiamo avviato i procedimenti sanzionatori in conformità alle normative vigenti, rispettando i termini stabiliti,” hanno dichiarato in merito l’esecutivo attuale.
Le implicazioni della modifica legislativa
In un contesto più ampio, il PSOE ha riconosciuto che la modifica della legge promossa dal Partito Popolare, finalizzata ad estendere i termini per l’imposizione di sanzioni, può avere effetti positivi. Tuttavia, hanno puntualizzato che una volta che un procedimento è scaduto, esso può essere riavviato solo per gli stessi motivi, senza però garantire un esito favorevole.
Nel loro comunicato, i socialisti hanno minimizzato l’impatto della questione, spiegando che i “costi miliardari” menzionati dal sindaco Zapata non rappresentano finanziamenti diretti dal governo delle Canarie, bensì sono il rimborso di somme già versate dalle società sanzionate. Nonostante la contestazione, chiedono al governo regionale di fornire copie dei procedimenti sanzionatori affinché possano essere esaminati e verificati, per assicurarsi che l’operato dell’amministrazione autonoma sia trasparente e conforme alle normative.