Isole Canarie

Rischi sul lavoro a Tenerife: esposti i lavoratori del tranvia all’arsenico cancerogeno

I lavoratori del Metropolitano di Tenerife protestano contro l’esposizione alla polvere di silice, agente cancerogeno, chiedendo misure di sicurezza e la sostituzione del materiale per garantire la loro salute.

La situazione lavorativa dei dipendenti del Metropolitano di Tenerife è al centro di una crescente preoccupazione a causa dell’esposizione al polvere di silice, identificato come un agente cancerogeno respirabile. Tre rapporti, elaborati dall’Istituto Nazionale di Silicosi , dall’Ispezione del Lavoro e dall’Istituto Canario di Salute Laborale , hanno posto in discussione il modo in cui l’azienda pubblica stia affrontando questo grave problema, costringendo a interventi urgenti per garantire la sicurezza dei lavoratori.

Rischi sul lavoro a Tenerife: esposti i lavoratori del tranvia all'arsenico cancerogeno

I costi della silice: la lotta dei lavoratori

Nel 2023, i lavoratori del tranvia di Tenerife hanno intrapreso uno sciopero con l’obiettivo principale di sostituire la polvere di silice, riconosciuta dal 2021 come cancerogena e utilizzata per la trazione dei veicoli. Questa mobilitazione ha conosciuto un’oscillazione tra fasi di stallo e ripresa, riprendendo con forza a febbraio, dopo che un precedente accordo di cessazione dello sciopero è stato considerato annullato. L’attenzione ora non è solo sulla sostituzione del materiale cancerogeno, ma anche sull’implementazione di misure di sicurezza da applicare durante il processo di sostituzione, affinché i lavoratori possano continuare a svolgere le loro mansioni senza rischi per la salute.

In settembre 2023, il Metropolitano di Tenerife ha richiesto un rapporto all’azienda produttrice dei tram, Alstom, per valutare la fattibilità di questa sostituzione. Nonostante un anno di attesa, i risultati non sono ancora disponibili, ma sono emerse evidenze allarmanti dai rapporti di ICASAL, confermando le denunce dei lavoratori riguardo ai rischi legati all’esposizione al polvere di silice.

Critiche sulla mancanza di rigorosità nelle misurazioni

Uno dei report elaborati da ICASAL ha esaminato cinque studi presentati dal Metropolitano di Tenerife e ha constatato che questi non soddisfano le normative necessarie. Gli studiosi hanno enfatizzato come le misurazioni siano state effettuate in modo poco rigoroso, con volumi di campioni inferiori a quelli raccomandati, rendendo quindi le conclusioni inaffidabili. Secondo questo rapporto, la compagnia non può affermare che non ci sia presenza di polvere di silice respirabile, sottolineando l’importanza di effettuare misurazioni accurate date le gravi conseguenze per la salute legate all’esposizione a questa sostanza.

A seguito di queste osservazioni, Metropolitano di Tenerife ha risposto che le misurazioni erano state realizzate nel 2022 e nel 2023 da Servizi di Prevenzione Ajenos e, in seguito alle critiche da parte di ICASAL, hanno incaricato l’Istituto Nazionale di Silicosi di ripetere le misurazioni nei vari posti di lavoro dal 21 al 25 ottobre.

Il rischio di esposizione nei luoghi di lavoro

Il rapporto più incisivo è stato redatto proprio dall’INS, il quale ha confermato che nelle sue rilevazioni effettuate a giugno 2024 è stata riscontrata esposizione al cancerogeno in tutti i posti di lavoro. Si sottolinea la necessità di effettuare misurazioni specifiche per i conducenti e di ampliare il numero dei campionamenti. L’INS ha spinto per un aggiornamento delle valutazioni dei rischi e per una nuova strategia di campionamento, richiedendo un’attenzione massima alla prevenzione, anche per i lavoratori delle aziende subappaltate, particolarmente esposti ai rischi.

La presenza della silice nell’aria e la risposta dell’azienda

Un altro aspetto preoccupante emerso dal rapporto dell’INS riguarda la quantità di sabbia di silice che finisce per trasformarsi in polvere respirabile. Circa il 30,6% delle particelle analizzate ha un diametro inferiore alle dimensioni ritenute respirabili. Tuttavia, il Metropolitano di Tenerife ha contestato tale dato, definendolo un caso isolato e di non pertinenza generale.

Dopo la pubblicazione dei rapporti, l’Ispezione del Lavoro ha visitato la sede della compagnia a settembre per valutare la situazione. Durante questa visita, è stata aperta un’inchiesta che ha obbligato l’azienda a implementare misure preventive contro il rischio di esposizione al polvere di silice in tutti i luoghi di lavoro.

Misure preventive e interventi richiesti

Tra le misure imposte, si è ordinato alla subappaltatrice di giardinaggio di smettere di utilizzare un tosaerba che impiega un sistema di aspirazione non filtrato, che può rilasciare polvere di silice nell’atmosfera, mettendo così a rischio la salute dei lavoratori. È stata inoltre richiesta la pulizia regolare degli indumenti da lavoro dei controllori del tranvia, che fino ad ora si erano dovuti occupare del lavaggio insieme ai vestiti dei propri familiari, aumentando il rischio di contaminazione.

Un altro passaggio obbligatorio per proteggere i lavoratori delle Operazioni e Manutenzioni nei tunnel del tranvia è stato comunicato. Qui, a causa della maggiore concentrazione di polveri, l’azienda deve assicurarsi di informare tempestivamente il personale sui rischi di lavoro in ambienti chiusi, obbligando a seguire una scadenza di due settimane che, secondo quanto riportato dai lavoratori, è scaduta senza che venisse indetta alcuna riunione.

L’evoluzione della lotta: tra scelte aziendali e richieste sindacali

Nonostante le misure adottate, i lavoratori continuano a manifestare un senso di sfiducia nei confronti della direzione dell’azienda, affermando che non ci sono stati progressi significativi nelle trattative. Dopo oltre 120 giorni di sciopero e vari alti e bassi, il comitato di sciopero non ha ancora ottenuto alcun incontro per affrontare la situazione attuale.

Tuttavia, la direzione dell’azienda sostiene di essere in contatto costante con il comitato di sciopero, affermando che doveva presentare una proposta per sbloccare la situazione. Malgrado ciò, si è suggerito che il comitato abbia rifiutato l’offerta, complicando ulteriormente un dialogo già difficile.

La settimana scorsa, i lavoratori hanno convocato una conferenza stampa per esprimere la loro frustrazione riguardo alla mancanza di negoziati e hanno chiesto l’intervento del Cabildo di Tenerife. Hanno annunciato anche l’intenzione di portare l’azienda in tribunale per risolvere la questione e garantire la tutela dei propri diritti e della propria salute.