Il panorama politico delle Isole Canarie è nuovamente sotto i riflettori a causa del caso Koldo, che continua a far discutere. Fernando Clavijo, attuale presidente delle Canarie, ha sollevato dubbi sulle dichiarazioni fatte dal suo predecessore, Ángel Víctor Torres, durante una commissione d’inchiesta del Congresso. Clavijo ha messo in discussione la veridicità di quanto affermato da Torres, in particolare riguardo alla sua interazione con alcuni soggetti coinvolti nel caso. Un tema caldo che rivela tensioni politiche e potenziali controversie all’interno della giunta regionale.
Le dichiarazioni di Torres e le discrepanze con il rapporto della UCO
Il 10 giugno, Ángel Víctor Torres compare di fronte alla Commissione di Inchiesta del Congresso per discutere il caso Koldo. Durante la sua testimonianza, Torres ha affermato di non aver mai dato ordini per contratti con aziende specifiche e ha negato di aver ricevuto chiamate da Koldo García o dal ministro Ábalos. Un punto saliente è il suo dichiarato non aver alcun legame o conoscenza di Ignacio Díaz Tapias, una figura chiave nel caso in quanto imprenditore che ha mediato per l’assegnazione di contratti del valore di cinque milioni di euro da parte del Governo delle Canarie a Eurofins-Megalab per test PCR.
Clavijo ha prontamente contestato queste affermazioni. Secondo il rapporto fornito dalla UCO, ci sarebbero prove di contatti, tra cui telefonate e almeno un incontro tra Torres e Díaz Tapias. Queste evidenze contraddicono la narrazione presentata dall’ex presidente durante la sua deposizione, evidenziando una potenziale discrepanza nelle sue affermazioni.
Le osservazioni di Clavijo sulle interazioni presidenziali
Durante un incontro informativo organizzato da Canarias 7, Clavijo ha avuto l’opportunità di chiarire la sua posizione su quanto accaduto. Ha sottolineato che non è insolito per i presidenti delle Canarie venire in contatto con numerosi imprenditori, soprattutto in tempi di crisi, come quello rappresentato dalla pandemia. Significativa è stata la sua osservazione su come, anche in quel periodo, molti politici abbiano interagito con aziende interessate a fornire attrezzature sanitarie necessarie.
La sottolineatura di Clavijo riguardo alla normalità di tali incontri mette in luce una prassi consolidata nelle attività di un presidente. Tuttavia, ha altresì rimarcato una nota scettica sulla capacità di dimenticare tali incontri rilevanti, insinuando che la perdita della memoria non possa essere ritenuta una giustificazione valida. “Non è normale non ricordarsi,” ha affermato, suggerendo che la chiarezza di memoria sia essenziale in posizioni di alta responsabilità.
La posizione di Clavijo rispetto alla presunzione di innocenza
Un ulteriore punto importante sollevato da Clavijo è stato il rispetto della presunzione di innocenza. Ha rivelato di comprendere le complessità che derivano dall’essere coinvolti in situazioni di questo genere, essendo egli stesso stato oggetto di indagini e raccontando di aver vissuto una “caccia politica”. Nella sua testimonianza, Clavijo ha espresso un sincero desiderio di mantenere una buona relazione con Torres, per il bene del dialogo politico e per affrontare questioni cruciali che riguardano la comunità.
In sintesi, la controversia attorno al caso Koldo rimane viva e mostra i lati complessi e interconnessi della politica canaria. La tensione tra le versioni offre spunti di riflessione non solo sul caso stesso, ma anche sulle prassi e le responsabilità che accompagnano il ruolo di un presidente regionale in momenti di crisi e incertezze politiche.