In un importante intervento di recupero faunistico, i veterinari del Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Gran Canaria hanno salvato la vita a diversi esemplari di specie protette, tra cui un falco tagarote e un’aguilina, entrambi vittime di spari. Questo articolo esplora le operazioni di recupero effettuate e l’appello a una maggiore sensibilizzazione contro atti di violenza nei confronti degli uccelli rari.
Il falco tagarote: una rinascita dopo il trauma
Nel centro di recupero di Tafira, un falco tagarote di sesso femminile osserva con cautela l’ambiente circostante. La sua situazione è critica: è stata colpita da un proiettile che le ha causato una frattura al cubito dell’ala sinistra. I veterinari, guidati dal dottor Pascual Calabuig, hanno immediatamente intrapreso le cure necessarie. «Siamo di quelli buoni», scherza Calabuig per rassicurare l’uccello, spiegando dettagliatamente il processo di guarigione. «Abbiamo inserito delle barre di acciaio a sostegno della frattura, in modo che la forza esercitata dall’animale quando muove l’ala si distribuisca uniformemente». Grazie a questo intervento, le previsioni sono ottimistiche: dopo un periodo di cura di circa quindici giorni, il falco potrà tornare a volare.
Insieme a lei, sono giunti al centro altri due uccelli rapaci, anch’essi colpiti da proiettili. Un altro falco tagarote e una aguilina o aquila ratonera mostrano segni di lesioni gravi, con pallini da caccia incastrati nelle ali. Questi animali hanno avuto la fortuna di essere trovati da persone sensibili, senza le quali avrebbero probabilmente incontrato una morte certa. Il secondo falco presentava una frattura al cubito, mentre l’aguilina aveva tre ossa rotte nell’ala destra, inclusi il cubito, il radio e l’omero.
Il contesto della violenza sugli uccelli
Purtroppo, non si conoscono le identità dei responsabili di questi atti violenti. Tuttavia, Calabuig ha avanzato l’ipotesi che i colpevoli possano essere cacciatori, talvolta anche appassionati di piccioni, che potrebbero aver mirato deliberatamente a queste specie protette. «I falchi cacciano le palombe ogni giorno; potrebbe essere anche che un cacciatore, frustrato, abbia deciso di vendicarsi nel corso di una battuta di caccia», afferma il veterinario. Tuttavia, è importante sottolineare come un vero cacciatore sappia distinguere un falco da una pernice, escludendo l’ipotesi di un errore.
Raúl García, assessore all’Ambiente del Cabildo, ha denunciato pubblicamente questi atti di violenza, sottolineando che non si può identificare la comunità dei cacciatori con coloro che compiono gesti così riprovevoli. Egli definisce queste azioni «un crimine per l’ecosistema» e un reato ambientale che deve essere perseguito con fermezza. García ha fatto un appello ai cittadini affinché segnalino aggressioni di questo tipo e collaborino per garantire che i responsabili ne rispondano di fronte alla legge.
L’importanza della sensibilizzazione e della collaborazione
La richiesta di un coinvolgimento attivo da parte dei cittadini è diventata sempre più urgente. Le autorità invitano chiunque assista a atti di violenza nei confronti degli animali a denunciare immediatamente l’accaduto. Questo è fondamentale non solo per fermare i colpevoli, ma anche per proteggere la biodiversità dell’isola. Ogni segnalazione è un passo verso un ambiente più sicuro per le specie protette come il falco tagarote e l’aguilina.
Nel centro di recupero, non tutti gli uccelli sono pronti per la liberazione. Un altro falco tagarote si trova in fase di recupero, necessitando di ulteriori cure prima di poter tornare in volo. Gli esperti stimano che, una volta stabilizzato, sarà pronto per essere reinserito nel suo habitat naturale, dove i residenti di Gran Canaria potranno nuovamente ammirare queste meravigliose creature. La speranza è che la comunità diventi sempre più consapevole dell’importanza di tutelare la fauna selvatica e che atti di questo genere non abbiano più a verificarsi.