Dopo tre anni dalla catastrofica eruzione del vulcano Tajogaite nel Vallata di Aridane, l’associazione Tierra Bonita denuncia che non è stata avviata alcuna indagine ufficiale e che nessuna responsabilità è stata assunta per la mancata evacuazione della popolazione, nonostante i segnali inequivocabili che preannunciavano il disastro. Il collettivo si sta battendo a gran voce affinché emergano le verità sul gestionale dell’emergenza e ha fatto sapere che intraprenderà tutte le possibili azioni legali, sia penali che amministrative, per ottenere giustizia.
La disparità di versioni
Tierra Bonita sottolinea la differenza abissale tra la verità presentata dalle istituzioni pubbliche e la realtà vissuta dai cittadini colpiti. Per le autorità, la gestione dell’emergenza è stata un successo; per le persone direttamente interessate, invece, è stata un tragico fallimento. Questo contrasto crea due narrazioni che, ad oggi, risultano irreconciliabili. L’associazione porta all’attenzione numerose testimonianze che dimostrano quanto sia stata inadeguata la risposta iniziale, con molti che hanno dovuto fuggire mettendo a repentaglio le loro vite e senza neppure poter salvare gli animali domestici.
Inoltre, la gestione del Piano di Emergenza Volcanica è stata descritta come inefficace nei momenti critici, mettendo in evidenza che si è rivelata un insuccesso quando la comunità più ne aveva bisogno. Nessuno si è mai assunto la responsabilità del fallimento che ha messo in grave pericolo migliaia di vite umane e animali.
L’improvvisazione delle autorità
La risposta delle autorità all’eruzione è stata caratterizzata da una gestione carente e improvvisata. Dopo l’attivazione del semaforo rosso, che era precedentemente fissato al giallo, sono passate solo due ore. Durante questo periodo, sia il comitato scientifico del PEVOLCA sia quello direttivo hanno reagito hastily alla situazione, senza alcuna pianificazione. La strategia era semplicemente “evacuare e allontanare”, senza avere una chiara idea di dove trasferire gli evacuati.
Questa mancanza di preparazione ha avuto gravi conseguenze per le persone coinvolte, che hanno dovuto affrontare autentici drammi familiari, con poche decine di minuti concessi per salvare gli oggetti e gli animali di cui avevano cura. Ciò ha causato angoscia e danni psicologici notevoli. Le autorità hanno poi proclamato che la loro organizzazione era perfetta, negando le responsabilità legate ai danni causati dalla cattiva gestione.
Le conseguenze sulle vittime e sugli animali
L’eruzione del Tajogaite ha mostrato un trend preoccupante nell’agire delle autorità: il governo si è mosso per tutelare i propri interessi, spesso dimenticando il benessere della popolazione. La gestione dell’emergenza ha evidenziato il timore di essere criticati come allarmisti, un timore che ha portato a decisioni gravemente insufficienti. Tierra Bonita riporta un ulteriore episodio critico: il salvataggio di cani podenco intrappolati tra la lava, dove le autorità hanno negato l’evacuazione degli animali fino a quando dei volontari non hanno agito autonomamente.
La gestione improvvisata degli animali durante l’emergenza ha portato a un gran numero di decessi. Di fronte a questo, nel 2022, è stato rivisitato il Piano di Emergenze per la Protezione Civile delle Canarie per includere protocolli per il trattamento degli animali, evidenziando la mancanza di preparazione mostrata in quel momento critico.
La tragica perdita di vite umane
Un altro aspetto critico è la morte di un uomo, avvenuta a causa di un apparente fallimento nel controllo degli accessi alla zona colpita. Nonostante avesse avuto il permesso per accedere, nessuno ha monitorato il suo allontanamento dall’area di esclusione fino a quando la famiglia non ha segnalato la sua scomparsa. L’associazione critica la mancanza di trasparenza nei risultati delle indagini, poiché sono stati avviati procedimenti giuridici, ma le informazioni sui protocolli seguiti non sono mai state rese pubbliche.
Tierra Bonita espone anche il peso psicologico significativo che la mancanza di evacuazione ha avuto sulle famiglie affette, e molti di loro hanno denunciato la cattiva gestione delle emergenze. I membri dell’associazione non solo reclamano la verità, ma chiedono anche che vengano ritirati premi e riconoscimenti ai responsabili della direzione del PEVOLCA, travestiti come eroi di un’emergenza ben gestita.
Il ruolo cruciale del volontariato
L’associazione Tierra Bonita sottolinea anche l’importanza cruciale del volontariato. Mentre le autorità hanno ricevuto riconoscimenti per la loro azione, esiste un’amara realtà di persone, aziende ed enti privati che hanno lavorato senza alcun compenso durante e dopo l’eruzione. Questo contributo ha reso più sopportabile il peso dell’emergenza per molte famiglie, senza il quale la situazione sarebbe stata molto più drammatica.
Il contrasto tra il silenzio delle autorità sui volontari e i riconoscimenti ricevuti da alcuni esponenti politici ha suscitato indignazione tra i cittadini. L’associazione evidenzia la triste realtà che, invece di assumere responsabilità, coloro che erano al comando durante l’emergenza hanno continuato a guadagnare prestigio politico.
La questione della trasparenza e della ricerca della verità
Noelia Leal, ex sindaco di Los Llanos de Aridane durante l’eruzione, aveva supportato la richiesta di accesso ai verbali delle riunioni nella fase di evacuazione, ma ora, nel suo ruolo come Commissario per la Trasparenza del governo delle Canarie, ha negato tale accesso. Questo cambio di posizione sottolinea un problema più ampio di mancanza di trasparenza sulle decisioni prese.
L’associazione ha fatto notare che molti scienziati coinvolti durante l’emergenza hanno mostrato segni di imbarazzo nel riconoscere l’imminenza dell’eruzione e nell’assumere una posizione coraggiosa al riguardo. Fino ad oggi, non vi è stata alcuna scusa da parte di politici o scienziati per la gestione del disastro, e il cosiddetto “patto di silenzio” regna. Le indagini sembrano essere state bloccate e la giustizia, per ora, sembra attenta a non mettere in discussione la narrativa ufficiale.
L’assenza di indagini dopo tre anni
A tre anni dall’eruzione, l’associazione Tierra Bonita ha denunciato l’assenza di indagini per far luce sulle molte contraddizioni e anomalie avvenute durante la fase iniziale dell’emergenza. L’assenza di un’autoanalisi da parte delle istituzioni, secondo l’associazione, è inconcepibile, considerando che si tratta della peggiore catastrofe vulcanica accaduta in Europa nel secolo scorso.
La mancanza di preparazione potrebbe portare a un disastro ancor più grave in futuro, esemplificando il rischio che eventi simili accadano nuovamente in un arcipelago ben noto per la sua attività vulcanica. Gli effetti a lungo termine della mancanza di evacuazione preventiva hanno generato non solo sofferenze fisiche ma anche un dolore psicologico intenso nelle famiglie.
Tierra Bonita continua a far pressione affinché si renda noto il contenuto delle riunioni avvenute prima dell’eruzione. La mancanza di trasparenza è sconvolgente, e le richieste di accesso ai documenti crescono, ma, nel frattempo, la situazione rimane stagnante, con l’assenza di personaggi pubblici che assumano responsabilità o forniscano chiarimenti su quanto accaduto. L’associazione ribadisce l’importanza di mantenere viva la discussione affinché la verità venga a galla.