Isole Canarie

Las Palmas de Gran Canaria deve tre anni di arretrati per la custodia delle opere del Museo Néstor

A Las Palmas de Gran Canaria, l’opera di Néstor vive una fase critica: il Comune deve tre anni di pagamenti all’azienda che ne cura la custodia dopo l’uscita forzata dal Museo Néstor nel Pueblo Canario per problemi di umidità. Mentre Madrid ha celebrato il maestro canario con la mostra al Reina Sofía, il suo patrimonio resta lontano dal pubblico e dai suoi spazi originari.

Las Palmas de Gran Canaria deve tre anni di arretrati per la custodia delle opere del Museo Néstor

Crisi e custodia dell’opera di Néstor

L’opera di Néstor agonizza a Las Palmas de Gran Canaria. L’abbandono dell’edificio che porta il suo nome, chiuso nel Pueblo Canario, e il trasferimento delle collezioni hanno generato un debito con la società incaricata del trasloco e della custodia tre anni fa, dopo che polvere e umidità hanno messo a rischio il lascito di questo riferimento del simbolismo e del modernismo. Nonostante le difficoltà, il direttore del museo, Daniel Montesdeoca, ha cercato di tenere in vita l’istituzione.

Le porte del museo sono chiuse dal 2017 per una ristrutturazione senza fine. Nel 2022 il Comune ha dovuto rimuovere le opere dal Museo Néstor a causa del deterioramento dei materiali e del cattivo stato di conservazione degli ambienti.

Dalla chiusura del museo al trasferimento forzato

La sequenza degli eventi si avvia cinque anni dopo il cartello “chiuso per lavori”. Nel 2022 le opere vengono prelevate con un contratto minore e trasferite in magazzini del Polígono Industrial de Las Torres. Da allora la copertura contrattuale è in status di nullità, perché scaduta.

Mentre l’area di Cultura del Comune di Las Palmas de Gran Canaria lavora a un nuovo contratto pluriennale in fase di istruttoria, restano da saldare tre anni di deposito, attualmente incardinati in un procedimento di nullità in corso. Dopo un primo pagamento di 14.600 euro previsto dal contratto originario, risultano dovuti per il 2023 e il 2024 importi di 36.915 euro per ciascun anno, oltre alle somme maturate nel 2025 con canoni mensili di 1.500 euro. Nel frattempo, il governo cittadino accumula un debito di 40.000 euro con la ditta di traslochi Esmenso.

In Canarias le aziende con capacità adeguata per la custodia di opere d’arte sono poche. Di conseguenza, il debito verso la società che dal 2022 tutela il patrimonio artistico di Néstor Martín-Fernández de la Torre rappresenta un azzardo per il futuro di una collezione riconosciuta a livello internazionale.

Una collezione in esilio e il caso Reina Sofía

Prima che l’opera di Néstor fosse protagonista nazionale con la mostra “Néstor reencontrado” al Museo Nacional Reina Sofía, chiusa lo scorso settembre, è stato necessario un intervento d’urgenza per metterla in salvo. L’esposizione ha riunito oltre 200 pezzi, in gran parte provenienti dalla casa-museo che porta la sua firma.

Tutto questo materiale, tre anni dopo l’uscita in emergenza, resta lontano dal luogo naturale di fruizione pubblica per garantirne condizioni ottimali di conservazione. Il giorno dell’apertura a Madrid, l’assessore alla Cultura Josué Íñiguez dichiarò che quell’evento avrebbe segnato «un prima e un dopo» nel modo di mostrare Néstor al mondo. Un cambio di passo che, per ora, non si è tradotto nella città in cui l’artista nacque nel 1887 e morì nel 1938.

Nuova gara per il Museo Néstor

Il recupero del Museo Néstor è emblematico delle difficoltà dei progetti urbanistici di Las Palmas de Gran Canaria. Dopo la chiusura per una necessaria ristrutturazione nel 2017, la scorsa estate il Comune ha pubblicato una nuova gara, incrementando di 800.000 euro le cifre della prima, rimasta deserta per mancanza di offerte.

La gara è stata infine aggiudicata venerdì scorso alla società ASCH Infraestructuras y Servicios, S.A., con un tempo di esecuzione di 24 mesi. L’importo complessivo è di 4.292.996,36 euro. L’intervento non è semplice: l’edificio del Pueblo Canario, Bene di Interesse Culturale dal 2013, deve essere adeguato alle normative di accessibilità. Tra le opere previste figura la creazione di un nuovo volume addossato alla facciata est del museo per ospitare l’ascensore e il passaggio impiantistico; entrambe le strutture saranno integrate con lo stesso colore del complesso, distinguendosi però dall’originale mediante una texture diversa.

All’interno, si prevede il rifacimento dei collegamenti tra livelli, degli accessi alle diverse sale e l’adozione di soluzioni aggiornate per la conservazione delle opere di Néstor, oggi itineranti e all’origine di pendenze economiche per l’amministrazione.

Allarme su altri beni culturali

Il caso richiama l’attenzione anche su altri beni: i murali di Jesús Arencibia nell’eremo di Santa Catalina, che fronteggia il Museo Néstor dall’altro lato della piazza del complesso progettato dal fratello Miguel, potrebbero aver subito danni irreparabili per infiltrazioni d’acqua dalla copertura. Un’eventualità grave per il patrimonio culturale della città.

Prospettive e sfide per la città

Mentre si prepara una valorizzazione internazionale che liberi Néstor dai cliché del tipismo e ne metta in luce le opere più innovative, la radice locale dell’artista resta accantonata in una città che aspira alla Capitale europea della cultura 2031 ma fatica ancora a proteggere il proprio patrimonio. In molti casi pesano freni e inefficienze amministrative nei processi di appalto.

Al momento, l’opera di Néstor resta custodita fuori sede in attesa di un nuovo contratto e dei lavori di ristrutturazione. Le pendenze economiche con la società di custodia, l’adeguamento del museo e il cronoprogramma di 24 mesi con un budget definito segnano le prossime tappe per riportare la collezione al suo contesto e garantirne una fruizione stabile e sicura.