Isole Canarie

Critiche e preoccupazioni del presidente delle Isole Canarie sui nuovi centri di accoglienza

Il Governo spagnolo apre centri di accoglienza per migranti nelle Canarie, suscitando polemiche per la mancanza di comunicazione con il governo locale e l’esigenza di un dialogo più efficace.

La recente decisione del Governo spagnolo di aprire centri di accoglienza temporanea per migranti nelle Isole Canarie ha sollevato non poche polemiche, in particolare da parte del presidente dell’arcipelago, Fernando Clavijo. Durante una conferenza stampa, Clavijo ha espresso il suo disappunto per non aver ricevuto alcuna informativa ufficiale da parte delle autorità governative riguardo ai nuovi centri allestiti a Fuerteventura e Adeje, evidenziando la necessità di una migliore comunicazione tra i vari livelli governativi.

Critiche e preoccupazioni del presidente delle Isole Canarie sui nuovi centri di accoglienza

Il contesto della decisione governativa

Il Consiglio dei Ministri della Spagna ha recentemente approvato l’apertura di due centri di accoglienza temporanea di migranti, uno a Fuerteventura e uno ad Adeje, in risposta all’aumento degli arrivi di migranti nell’arcipelago. Questa decisione è stata presa in assenza di consultazione con il governo locale, un aspetto che ha suscitato la delusione di Clavijo, il quale sperava per una “chiamata” di sensibilizzazione nei confronti delle problematiche locali. Clavijo ha riportato che è venuto a conoscenza della situazione attraverso la comunicazione ufficiale del Consiglio dei Ministri, e non tramite un contatto diretto con gli organi competenti.

L’ex ministro delle Migrazioni, José Luis Escrivá, aveva già avviato un piano per l’implementazione di oltre 7.000 posti di accoglienza nelle Canarie in passato. La nuova decisione, oltre a voler arginare l’emergenza migratoria, si colloca in un contesto più ampio di ristrutturazione e potenziamento dei servizi già esistenti per i migranti.

Gli investimenti previsti

Il governo ha stanziato una somma di 7,4 milioni di euro per la costruzione dei centri di Fuerteventura e Adeje. Il centro di Fuerteventura avrà una capienza di 600 posti, mentre quello di Adeje è progettato per accogliere 350 migranti. Questa azione si propone di rispondere all’emergenza rappresentata dal crescente numero di arrivi sulle coste delle Isole Canarie, un fenomeno che ha acquisito sempre più rilevanza negli ultimi anni.

Inoltre, l’investimento prevede un potenziamento dei centri esistenti nell’arcipelago, in particolare a Lanzarote, El Hierro e Gran Canaria. Queste misure sono vitali per garantire che i servizi e le forniture siano sufficienti per trattare adeguatamente il numero di arrivati, evitando il sovraffollamento e condizioni di vita inadeguate per i migranti.

L’appello alla comunicazione istituzionale

Clavijo ha sottolineato l’importanza di una comunicazione fluida tra il governo centrale e l’amministrazione delle Canarie. Il presidente ha commentato con rammarico la mancanza di dialogo, affermando che è fondamentale capire quante strutture saranno realizzate e in quali condizioni. La necessità di considerare i migranti come persone, con diritti e bisogni, è stata enfatizzata, rimarcando che non possono essere trattati come oggetti da gestire.

Durante la sua conferenza, Clavijo ha riportato che è in contatto con altri ministri, incluso quello della Politica Territoriale, Ángel Víctor Torres, per cercare chiarezza e informazioni aggiornate. Ha manifestato l’intenzione di contattare nuovamente Torres e, se necessario, anche la ministra delle Migrazioni, Elma Saiz, per capire le previsioni del governo spagnolo riguardo ai flussi migratori e alle misure di accoglienza.

In sintesi, la questione dei centri di accoglienza nelle Canarie rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio coordinato e comunicativo tra i vari livelli di governo, onde garantire sia la sicurezza dei migranti che le esigenze delle comunità locali.