Alla luce delle recenti notizie sul mercato immobiliare, il marchio Silken potrebbe trovarsi in difficoltà a Santa Cruz de Tenerife. Il fondo britannico Pygmalion, proprietario dell’hotel, ha annunciato la vendita della struttura insieme ad altri otto edifici in tutta la Spagna, per un valore totale di 240 milioni di euro. Questa situazione genera interrogativi sul futuro del marchio e sulla sua posizione nel mercato dell’accoglienza.
Il portafoglio di hotel in vendita
Pygmalion ha messo in vendita un portafoglio che include nove hotel, tutti gestiti da Silken attraverso contratti di locazione. Questi immobili sono stati acquisiti dal fondo sei anni fa, quando Pygmalion ha comprato i diritti di gestione dalla società di costruzioni Urvasco. Tra gli hotel in vendita vi sono strutture importanti come l’Al Andalus Palace di Siviglia, l’Amara Plaza di San Sebastián, e diversi altri in città chiave come Bilbao, Valladolid, Madrid, Ciudad Real, e Santander.
La strategia di vendita da parte di Pygmalion è stata anticipata da diverse fonti di informazione, tra cui il noto quotidiano economico “Cinco Días“. La decisione di dismettere questi asset si inserisce in un contesto di riflessione da parte della società sulla trasparenza finanziaria e sull’ottimizzazione del proprio portafoglio. Sebbene l’attività di Silken sia stata apprezzata per aver portato a una rivalutazione e a un incremento della fatturazione di questi hotel, non è ancora chiaro come questa vendita possa ripercuotersi sulla continuazione del marchio a Tenerife.
La gestione e il ruolo di Pygmalion e CBRE
Il fondo Pygmalion, costituito nel 2017 da Christophe Beauvilain, ex direttore di Goldman Sachs, sta cercando di espandere la sua influenza nel mercato alberghiero. Percorrendo una strategia di vendita sotto l’occhio vigile della CBRE GIP, una delle principali società di gestione immobiliare, il fondo punta a massimizzare il valore degli asset in questione. CBRE GIP, con un portafoglio di oltre 144 miliardi di dollari gestiti, è presente in più di venti paesi e ha una rilevante esperienza nel settore immobiliare.
La vendita della catena alberghiera potrebbe rivelarsi un’opportunità o un rischio per Silken, a seconda di chi si aggiudicherà gli immobili e delle condizioni che si stabiliranno nella trattativa. Le concessioni e i contratti già esistenti potrebbero garantire una certa stabilità, ma ci si aspetta che il mercato reagisca in base agli sviluppi riguardanti l’acquirente e la gestione futura degli hotel.
Le prospettive future per Silken a Tenerife
Attualmente, il marchio Silken ha in essere contratti di locazione per una durata iniziale di 15 anni, prorogabili fino a 20. Questo accordo potrebbe fungere da cuscinetto temporale durante il processo di vendita. Tuttavia, le conseguenze di questa operazione immobiliare potrebbero essere vaste, influenzando non solo la gestione degli hotel ma anche le prospettive per il marchio in un mercato altamente competitivo come quello turistico di Tenerife.
Sin dagli inizi della gestione di Silken, questi hotel hanno visto un significativo incremento di valore. Si può quindi ipotizzare che, qualora Silken dovesse continuare a gestire gli hotel anche dopo la vendita, l’esperienza acquisita e i risultati ottenuti finora potrebbero rappresentare un punto di forza per trattative future. Resta da vedere se la strategia del fondo sarà in grado di mantenere o migliorare la qualità del servizio per i clienti, e come la nuova proprietà gestirà la crescita e l’evoluzione del marchio Silken.
Le attuali dinamiche del mercato e la continua evoluzione del settore dell’ospitalità a Santa Cruz de Tenerife pongono interrogativi sul futuro a lungo termine del marchio. L’atmosfera di incertezza è accentuata dalla rapida evoluzione delle strategie di investimento e gestione nel mondo degli hotel di lusso.