RedazioneLe Isole Canarie, un arcipelago affascinante nell’Oceano Atlantico, custodiscono storie antiche e misteri che aspettano di essere svelati. Sin dai tempi precedenti alla conquista, queste terre erano abitate da diversi popoli aborigeni, la cui cultura e tradizioni hanno subito un lento ma inesorabile processo di scomparsa. Queste civiltà pre-ispaniche furono sopraffatte dalla forza dei conquistatori nel XV secolo e, da allora, sono rimaste spesso dimenticate, nonostante il loro impatto sia ancora evidente oggi. La ricerca e la valorizzazione di questo patrimonio sono fondamentali per comprendere l’identità e la storia delle isole.
La simbologia celta e l’eredità aborigena
La simbologia celtica è ampiamente riconosciuta e documentata, diffondendosi da luoghi come la Galizia fino all’Irlanda. D’altra parte, l’eredità dei primi abitanti delle Canarie non ha ricevuto lo stesso riconoscimento, nonostante i numerosi segni e manifestazioni della loro cultura presenti sul territorio. Le tracce delle credenze e dei rituali legati alla natura possono essere rinvenute ovunque nelle isole, ma spesso sono ignorate o sottovalutate. L’alto valore simbolico di queste eredità richiede un’attenzione più profonda da parte degli studiosi e del pubblico, per riportare alla luce queste storie dimenticate che contribuiscono alla ricchezza culturale dell’arcipelago.
Petroglifi di El Julan
Nel tentativo di comprendere la vita quotidiana degli antichi abitanti delle Canarie, senza scritti sulla loro cultura, dobbiamo interpretare i segni lasciati sulle rocce. Utilizzando materiali naturali presenti nel loro ambiente, i primi abitanti hanno modellato il paesaggio per creare spazi di incontro, funerari e rituali. Uno dei più importanti siti archeologici è El Julan, situato sull’isola di El Hierro. In questo luogo, i bimbaches, un popolo dell’isola, hanno inciso numerosi petroglifi su rocce, utilizzando motivi geometrici o rappresentazioni di animali.
Tali iscrizioni non sono solo arte, ma testimoniano la loro eredità culturale, inclusa la scrittura libica-bereber che, sebbene non completamente decifrabile, suggella le origini nordafricane degli abitanti. Il sito di El Julan è avvolto da un’atmosfera sacra; il suo tagoror, una struttura che ha un significato rituale, si erge in una posizione strategica, dimostrando l’importanza spirituale del luogo. Inoltre, le cavità circostanti, come la cueva di Juan Baltasar, sono state utilizzate per scopi funerari e abitativi, mentre una vasta collezione di conchiglie marittime rinvenute suggerisce attività legate a banchetti rituali.
Scoperte archeologiche: i letreros e i numeri
Verso la fine del XIX secolo, il sacerdote e archeologo Aquilino Padrón ha riscoperto l’importante sito di El Julan. In quel periodo, ha documentato e riprodotto i misteriosi segni che i pastori locali hanno chiamato “Los Letreros”. Questo nome riflette la loro intrinseca curiosità nei confronti di queste antiche incisioni. Un anno dopo, suo fratello Gumersindo Padrón ha individuato un altro gruppo di incisioni denominate “Los Números”, creando così una distinzione tra le diverse forme d’arte rupestre del sito.
Nonostante la posizione remota di questi luoghi, descritti dall’antropologo René Verneau come aridi e poco ospitali, le ricerche archeologiche hanno rivelato che l’area era un importante insediamento per quasi mille anni. La studiosa a lungo dimenticata ha offerto nuove prospettive sull’importanza di questa località, contribuendo alle conoscenze antropologiche delle Canarie. Le ultime ricerche ed escavazioni risalgono a quasi cinquant’anni fa, ma l’importanza culturale di questo patrimonio continua a stimolare interesse e studi tra gli archeologi e gli storici.
La riscoperta della storia aborigena delle Isole Canarie, attraverso siti come El Julan, rappresenta una chiave fondamentale per svelare le radici culturali di un popolo che ha dato un contributo significativo alla storia dell’arcipelago. La valorizzazione di questi luoghi e delle loro storie è imperativa per mantenere viva la memoria collettiva delle Canarie.
