Un viaggio tra i resti di un passato dimenticato può rivelarsi un’esperienza affascinante, soprattutto quando si parla di luoghi che raccontano storie di sofferenza e isolamento. In Spagna, e in particolare a Tenerife, si trovano diversi paesi abbandonati che evocano immagini quasi cinematiche. Tra questi, spicca il Sanatorio di Abades, un complesso architettonico che offre uno sguardo unico sulla vita e la società di un’epoca passata, segnata dalla lebbra e dall’isolamento.
La storia del Sanatorio di Abades
In un ambiente desolato del comune di Arico, il Sanatorio di Abades si presenta come un miraggio. Con la sua chiesa tipica e gli edifici adiacenti, questo luogo ora in stato di abbandono un tempo rappresentava la speranza per molti malati di lebbra. Nonostante la lebbra non abbia mai raggiunto i livelli di una pandemia nelle Isole Canarie, la paura e lo stigma associati a questa malattia erano presenti. Nel 1943, il Cabildo di Tenerife decise di costruire il sanatorio, sostenuto economicamente dal regime dell’epoca. Questo avveniva in un periodo in cui la medicina stava facendo rapidi progressi e la maggior parte delle strutture di questo tipo stavano per essere chiuse.
Durante il XX secolo, l’idea comune era che la lebbra fosse un castigo divino. La malattia colpiva non solo la salute fisica, ma anche l’aspetto delle persone, portando a un isolamento sociale significativo. Anche se i casi diagnosticati a Tenerife erano relativamente pochi, le condizioni di vita difficili dell’isola contribuivano a una propagazione della malattia. Tuttavia, quando il sanatorio fu completato, si scoprì che esisteva una cura per la lebbra, rendendo la struttura superflua. Infatti, molti dei pazienti furono trasferiti in altri ospedali, come il famoso Ospedale di San Lázaro a Gran Canaria.
L’attuale stato di abbandono
Oggi, ciò che rimane del Sanatorio di Abades è un insieme di edifici incompleti e deteriorati. Progettato dall’architetto José Enrique Regalado Marrero, noto anche per altre opere a Santa Cruz, il complesso includeva un ospedale, un crematorio, scuole e alcuni edifici amministrativi. Malgrado la sua ambizione, il progetto rimase incompiuto e nel 1946 l’area fu lasciata in stato di abbandono, con le strutture inutilizzate che andavano gradualmente in rovina.
Negli anni ’70, l’area subì un’ulteriore trasformazione temporanea, venendo utilizzata come campo di addestramento militare. Tuttavia, dopo la demilitarizzazione, cominciò un lento processo di deterioramento che ha portato la struttura a diventare un rifugio per graffiti e atti di vandalismo. Oggi, nonostante l’accesso sia vietato a causa del rischio di crollo, alcuni esploratori urbani, fotografi e artisti delle graffiti non hanno resistito alla tentazione di entrare, peggiorando ulteriormente la situazione di abbandono.
Il progetto di sviluppo e il futuro incerto
Nel 2002, una speranza di rinascita sembrò avvicinarsi quando un costruttore italiano acquistò il terreno con l’intento di realizzare un imponente complesso turistico, comprendente quattro hotel a cinque stelle per un totale di 3.000 posti letto. Tuttavia, nel 2021, il governo delle Canarie bloccò il progetto. L’ente giustificò il rifiuto citando il potenziale danno alla flora e fauna locale, in particolare il riconoscimento di trenta specie vegetali protette che si trovano in questa zona ecologicamente sensibile della Punta de Abona. Inoltre, l’area è abitata da diverse specie di uccelli migratori, aggiungendo un ulteriore livello di complessità alla questione.
Il Sanatorio di Abades rimane quindi un esempio emblematico di come la storia e la natura possano intrecciarsi, destinato a rimanere un monumento silenzioso di un passato difficile, mentre il futuro continua a essere messo in discussione dalla necessità di preservare l’ambiente naturale.