Isole Canarie

La Corte Suprema spagnola affossa l’impianto GNL del Barranco de Tirajana a Gran Canaria

Il Tribunale Supremo spagnolo mette una pietra sopra all’impianto di gas del Barranco de Tirajana e ai progetti GNL di Tenerife e Gran Canaria. Con la sentenza n. 1188/2025, la Corte respinge la richiesta di indennizzo di Enagás Transporte e certifica il cambio di rotta verso le rinnovabili nella gasificazione delle Canarie. Al centro, l’abbandono delle infrastrutture di gas a favore della decarbonizzazione.

La Corte Suprema spagnola affossa l'impianto GNL del Barranco de Tirajana a Gran Canaria

La decisione del Tribunale Supremo

La Sala de lo Contencioso-Administrativo ha respinto la domanda di responsabilità patrimoniale presentata da Enagás, che chiedeva 18.655.000 euro per le spese sostenute, soprattutto nel progetto della pianta di Tenerife. Pur negando il risarcimento, i fondamenti di fatto della sentenza n. 1188/2025 attestano che lo Stato ha accantonato la gasificazione dell’arcipelago in favore delle energie rinnovabili, vulnerando la fiducia legittima maturata nel tempo.

Di conseguenza, i piani per le infrastrutture GNL di Tenerife e Gran Canaria restano relegati, compreso il progetto del Barranco de Tirajana, che per anni era stato inserito nella programmazione ufficiale.

Le richieste di Enagás e la tesi della fiducia legittima

Il ricorso di Enagás mirava a ottenere il rimborso delle somme investite, sostenendo che lo Stato e il Legislatore avessero generato un’affidabile aspettativa d’investimento per poi disattenderla. La società parlava di una «flagrante incoerenza globale» nelle scelte pubbliche che, dapprima, imposero di avanzare con i progetti e, successivamente, ne impedirono la realizzazione.

Secondo Enagás, questa inversione di rotta avrebbe violato il principio di fiducia legittima alimentato per decenni dalle stesse politiche energetiche nazionali.

L’azione amministrativa contestata

Nel merito, la società ha ricordato che il Governo aveva inserito le piante nella Pianificazione obbligatoria come installazioni di “Categoria A”, cioè senza condizioni di domanda, obbligandola a proseguire l’iter autorizzativo. Successivamente, nel 2018, l’Amministrazione negò l’autorizzazione alla pianta di Tenerife per insufficiente domanda e mancata sostenibilità finanziaria.

Enagás ha definito quell’esame di sostenibilità un requisito applicato in modo inatteso e individuale, non coerente con l’inquadramento preventivo della programmazione.

Il quadro normativo e le svolte legislative

Enagás ha richiamato la Legge 17/2013, che le impose l’acquisto dei progetti di Gascan e la loro integrazione nel sistema gasista. Successivamente, il Real Decreto-ley 6/2022 escluse tali impianti dal perimetro del sistema, in modo che la società ha qualificato come «totalmente contraddittoria e inattesa», rendendone impossibile lo sviluppo.

Per l’azienda, questa sequenza normativa dimostrerebbe la discontinuità del quadro giuridico e la lesione dell’affidamento legittimo.

La posizione dello Stato e i rapporti della CNMC

L’Avvocatura dello Stato ha sostenuto che l’inclusione in pianificazione non assicura la costruzione dell’opera. Le priorità della politica energetica e le previsioni di domanda possono variare, senza che ciò generi automaticamente responsabilità patrimoniale.

Inoltre, lo Stato si è basato sui rapporti 2017-2018 della CNMC (Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia), determinanti nel diniego dell’autorizzazione per Tenerife, per carenza di sostenibilità economica del progetto.

Transizione energetica nelle Canarie e impatto sui progetti di gas

Elemento decisivo è stata la Legge 6/2022 sul cambiamento climatico e la transizione energetica delle Canarie, che punta ad autosufficienza e decarbonizzazione mediante fonti rinnovabili. Per l’Avvocatura dello Stato, tra la nuova rotta politica e l’assenza di sostenibilità, l’autorizzazione delle infrastrutture era «altamente improbabile», a prescindere dal Real Decreto-ley 6/2022.

Successivamente, questa impostazione ha consolidato il superamento della gasificazione delle Canarie come strategia energetica, spostando l’attenzione sui progetti a basse emissioni.

Portata della sentenza e conseguenze

La decisione del Tribunale Supremo, datata 25 settembre 2025, respinge l’indennizzo di 18.655.000 euro, anche per una questione preliminare di tardività oltre che per l’assenza di antigiuridicità degli atti impugnati. Tuttavia, i passaggi giuridici consolidano un dato sostanziale: i progetti di impianto di gas nelle isole risultano oggi impraticabili e soppiantati dalla strategia delle rinnovabili.

In esito a un contenzioso protratto per oltre due decenni, emerge un quadro chiaro: la storica dipendenza energetica dell’arcipelago dovrà essere affrontata con la decarbonizzazione e non attraverso il gas, relegando all’oblio l’infrastruttura prevista nel Barranco de Tirajana e le iniziative GNL di Tenerife e Gran Canaria.