Isole Canarie

Migranti in Europa: Il dilemma della repatriamento e protezione dei minori

Le autorità canarie propongono accordi con Marocco e Senegal per il rimpatrio di minori non accompagnati, sollevando interrogativi legali ed etici sulla volontà dei ragazzi e sull’efficacia delle misure.

In un contesto europeo sempre più complesso riguardo alla gestione dell’immigrazione, le recenti proposte di accordo tra le autorità canarie e i governi di Marrueco e Senegal per il rimpatrio dei minori non accompagnati hanno sollevato un acceso dibattito. Questa situazione pone in evidenza non solo le questioni legali ma anche etiche riguardanti il rispetto della volontà dei minori coinvolti.

Migranti in Europa: Il dilemma della repatriamento e protezione dei minori

Il contesto legale della repatriamento dei minori

L’articolo 35.2 della legge di immigrazione spagnola consente la possibilità per le comunità autonome di stabilire accordi con i paesi di origine e di gestire la tutela dei minori. Tuttavia, come ribadito dall’avvocato specializzato in immigrazione Daniel Arencibia, il processo di rimpatrio è complesso e deve essere effettuato rispettando la volontà del minore. Arencibia sottolinea che, sebbene legalmente fattibile, in pratica è praticamente impossibile restituire i minori contro la loro volontà, evidenziando un aspetto cruciale di questo dibattito.

La Fiscalia di Extranjería di Las Palmas, Teseida García, ha dichiarato in un’intervista che, nonostante le procedure siano formalmente possibili, gli ostacoli burocratici e legali rendono difficile l’attuazione di tali rimpatri. Pertanto, sebbene le autorità possano pianificare accordi, la loro effettiva implementazione rimane problematica.

Creare accordi con i paesi di origine

Secondo la normativa vigente, le comunità autonome hanno la facoltà di istituire accordi con i paesi di origine dei minori per assicurare una corretta integrazione sociale. Tali accordi dovrebbero garantire la protezione dell’interesse del minore e prevedere meccanismi di monitoraggio per seguire la situazione dei ragazzi. In questo contesto, l’iniziativa delle Canarie di contattare Marruecos per promuovere tali accordi rappresenta un passo verso una soluzione più strutturata.

Il dibattito è quindi incentrato sulla responsabilità degli stati nel gestire queste situazioni, affinché le comunità locali non abbiano il peso esclusivo dei rimpatri e delle integrazioni. Un’idea proposta è quella di creare centri di formazione nei paesi di origine che possano incentivare i minori a tornare, come suggerito in passato dalla politica Ana Oramas.

La proposta di centri di formazione

Arencibia ha suggerito che per rendere attraente il ritorno dei minori, si potrebbero creare degli specifici centri di formazione nei paesi di origine. Questo approccio si fonda sull’idea che offrire opportunità lavorative e formative possa motivarli a tornare, piuttosto che rimanere in condizioni precarie alle Canarie. Un esempio menzionato è un centro di formazione in meccanica in Senegal.

Tuttavia, la realtà dimostra che progetti simili hanno spesso fallito a causa della mancanza di accordi sulla gestione. Le esperienze pregresse hanno rivelato che i centri creati in Marocco sono stati utilizzati per la formazione della popolazione locale, piuttosto che per assistere i minori migranti.

La volontà dei minori e le competenze statali

Un aspetto fondamentale da considerare è che, anche se si raggiungessero accordi con i paesi di origine, la volontà dei minori deve essere rispettata. Arencibia ha evidenziato che è essenziale che il ragazzo sia convinto di voler tornare nel proprio paese. Questo potrebbe richiedere un intervento giudiziario che, a detta della fiscalia, risulta impraticabile nella tempistica attuale.

L’avvocato ha ribadito che la competenza per forzare un rimpatrio spetta esclusivamente allo Stato spagnolo. La Regione delle Canarie può collaborare creando centri di accoglienza attraenti per i ragazzi, ma la responsabilità finale resta in capo al governo centrale. Questo riflette la complessità della situazione dei minori migranti, costretti ad affrontare decisioni difficili in condizioni spesso drammatiche.

I dubbi sollevati riguardano l’efficacia delle proposte per affrontare la pressione sul sistema di tutela delle Canarie nel breve termine, visto che il fenomeno migratorio è da considerarsi come una crisi e non soltanto come un problema locale da risolvere.