Isole Canarie

Condanna a 13 anni di carcere per l’omicidio della zia a Pedro Hidalgo

Sean Duane Correa Rampersad condannato a 13 anni per l’omicidio della zia Carmen, con il tribunale che riconosce circostanze attenuanti legate alla sua salute mentale e al ruolo di caregiver.

Un episodio tragico si è consumato il 20 marzo 2023 a Pedro Hidalgo, dove Sean Duane Correa Rampersad è stato condannato a 13 anni di carcere per l’omicidio della zia, Carmen Correa Aroche. Gli eventi hanno suscitato grande attenzione mediatica, evidenziando non solo la natura dell’atto violento, ma anche le circostanze attenuanti che hanno influenzato il verdetto del tribunale. L’episodio solleva interrogativi sul tema del caregiving e sul suo impatto sulla salute mentale.

Condanna a 13 anni di carcere per l'omicidio della zia a Pedro Hidalgo

La sentenza del tribunale

Mercoledì 24 ottobre 2024, la Sezione Seconda della Audiencia Provinciale di Las Palmas ha emesso un verdetto che considera Sean Duane Correa Rampersad colpevole di omicidio. Il tribunale ha riconosciuto delle circostanze attenuanti legate a una condizione psichica alterata e a uno stato di obcecazione. Le dichiarazioni del giurato hanno determinato che i fatti costituivano un delitto di omicidio. Il 29enne, già impegnato nella cura della zia ottuagenaria, l’ha aggredita con un coltello dopo aver preparato la colazione, colpendola tre volte al torace, causando la sua morte per shock ipovolemico.

L’accusa, rappresentata dall’avvocato Alfonso Dávila e dalla procuratrice Cecilia Acebal, aveva inizialmente richiesto una pena più severa di 15 anni, mentre la difesa ha proposto 13 anni. La decisione finale ha assegnato a Rampersad una condanna di 13 anni, una scelta che ha sollevato discussioni in merito alla requisizione di una punizione più severa data la brutalità dell’atto.

Circostanze della tragedia

Il crimine è avvenuto all’interno dell’abitazione di Carmen Correa Aroche, 84 anni. Sean Duane Correa Rampersad si recava abitualmente a casa della zia per fornirle assistenza. Quella mattina di marzo, dopo aver avuto una conversazione apparentemente tranquilla con la zia, l’accusato ha agito senza alcuna provocazione, utilizzando un coltello da cucina. L’assalto è stato descritto come improvviso e non ha lasciato possibilità di difesa alla vittima, che si trovava seduta su un divano.

Le lacerazioni infitte dalla coltellata sono state ritenute letali, una delle quali ha raggiunto il cuore. Questa grave evidenza ha influito sulle valutazioni del giurato, che ha concluso che l’atto non solo fosse omicida, ma anche astutamente effettuato, privando la vittima di qualsiasi chance di reagire.

Situazione mentale dell’accusato

A difesa di Correa Rampersad, l’avvocato Mónica Sánchez Barragán ha sostenuto che l’imputato soffriva di un disturbo ansioso-depressivo cronico e di esaurimento mentale legato al suo ruolo di caregiver. Questa condizione, nota come “sindrome del caregiver”, si manifesta in chi si trova a prendersi cura di familiari con disabilità o in stato di bisogno. La difesa ha evidenziato come tali fattori abbiano compromesso la capacità di Sean di controllare gli impulsi.

Il giurato ha accolto questi elementi come pertinenti e ha riconosciuto le attenuanti psicologiche, ponendo l’accento sull’obcecamento che ha caratterizzato l’azione violenta. Tale comprensione ha giocato un ruolo fondamentale nella decisione del tribunale, che ha unanimemente considerato ammissibili le circostanze alleviate. Questo caso solleva anche una riflessione più ampia sulla salute mentale e sul supporto necessario per coloro che svolgono attività di assistenza quotidiana.

Implicazioni e impatto sulla comunità

La condanna di Sean Duane Correa Rampersad non rappresenta solo la conclusione del processo legale, ma invita anche a riflettere sulla vulnerabilità delle persone anziane e sui rischi legati alla cura di familiari in condizioni di fragilità. La comunità di Pedro Hidalgo è rimasta sconvolta, con molti cittadini che hanno espresso la propria indignazione per questa tragedia domestica.

Il caso ha anche aperto un dibattito su come sostenere in modo adeguato i caregiver, i quali spesso affrontano situazioni di grande stress e difficoltà psicologica. È fondamentale avviare più conversazioni pubbliche sulla salute mentale e sulle risorse disponibili per chi si trova in tali circostanze, al fine di prevenire eventi futuri che possano portare a tragedie simili.