Un’importante sentenza giuridica è stata emessa dal Tribunale Supremo spagnolo, confermando le condanne a pene severe per quattro uomini coinvolti in un caso di violenza sessuale di gruppo. L’episodio risale al 26 febbraio 2021, quando una turista norvegese è stata vittima di un’aggressione sessuale in un parco di Puerto Rico, Mogán. Questo articolo analizza i dettagli del caso, le decisioni giudiziarie e le implicazioni delle condanne.
Dettagli del caso di violenza sessuale
Il caso si è svolto in un ambiente tragico e violento, quando la vittima, una turista con passaporto norvegese, si trovava nel parco del Barranco de Agua La Perra a Puerto Rico. Alle 22.45 di quella fatale serata, è stata avvicinata da Aziz Laghribi, il quale l’ha afferrata per una delle sue mani, costringendola a segnalare una direzione più isolata dove ad attenderli c’erano altri tre uomini: Mohammed El Bazouni, Hicham El Adnany e Hamza Ez Zahaf. La testimonianza della vittima ha rivelato che il gruppo ha agito con premeditazione e in modo coordinato, con l’intento di attentare alla sua libertà sessuale.
Dopo averla portata in un luogo appartato, gli aggressori hanno iniziato a perpetrarle violenze sessuali. Atti in cui diversi membri del gruppo hanno abusato della donna, nonostante il suo chiarissimo intento di resistere. Questo scenario è stato successivamente documentato in un’accusa formale, supportata da prove come il DNA e messaggi incriminatori trovati su uno dei telefoni degli accusati.
La sentenza e le condanne
Dopo una serie di valutazioni del caso, la Sezione Seconda dell’Audiencia Provincial di Las Palmas ha emesso una sentenza che ha previsto pene pesanti per i responsabili: 42 anni di carcere per Aziz Laghribi, per i reati di violazione e per aver cooperato in ulteriori aggressioni sessuali, e 36 anni ciascuno per gli altri tre uomini, tutti di origine magrebina e attualmente in situazione irregolare in Spagna. In aggiunta, le condanne prevedono anche un indennizzo complessivo di 15.000 euro da corrispondere alla vittima.
Il Tribunale Supremo ha confermato le decisioni prese in precedenza, respingendo i ricorsi presentati dagli avvocati difensori, che sollevavano questioni di presunta mancanza di prove e violazione del diritto alla presunzione di innocenza. Tuttavia, il Tribunale ha ritenuto che le prove per la condanna fossero solide e sufficientemente dettagliate. L’articolo della sentenza ha evidenziato quanto fosse evidente la partecipazione di ciascun soggetto coinvolto nell’aggressione.
Gli aspetti giuridici e le implicazioni
Nel corso della fase di appello, la difesa ha tentato di utilizzare l’argomento del ‘non bis in idem’, sostenendo che i condannati non potessero essere giudicati come autori e collaboratori di reato simultaneamente. Tuttavia, il Tribunale ha respinto tale tesi, affermando che la natura plurima del delitto giustificava ulteriori aggravamenti delle pene. Questo tipo di pronuncia riporta attenzione sulla capacità dei sistemi giudiziari di affrontare i crimini sessuali.
La decisione finale ha messo un punto fermo sul lungo processo legale e ha stabilito che non si potrà fare ulteriore ricorso. I condannati, oltre a scontare le pesanti pene detentive, dovranno anche coprire le spese legali sostenute durante il processo di appello, un aspetto che rappresenta un ulteriore elemento di responsabilità per coloro che commettono atti criminosi.