Isole Canarie

Crescono le polemiche in Canarie su proposta del trasferimento di minori migranti all’estero

Le dichiarazioni di Rosa Dávila sul trasferimento di minori migranti in paesi terzi scatenano polemiche nelle Isole Canarie, con forti critiche da parte di partiti e rappresentanti sociali.

Le recenti dichiarazioni di Rosa Dávila, presidente del Cabildo di Tenerife, riguardanti la possibilità di trasferire minori migranti non accompagnati in paesi terzi, hanno scatenato un intenso dibattito nelle Isole Canarie. La proposta, in linea con le indicazioni di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha suscitato forti reazioni da parte di diversi partiti e rappresentanti sociali dell’arcipelago. Dávila ha sostenuto che l’approccio del governo guidato da Giorgia Meloni stia “funzionando” meglio rispetto al sistema attuale delle Canarie, scatenando così una reazione critica da parte di molte forze politiche locali.

Crescono le polemiche in Canarie su proposta del trasferimento di minori migranti all’estero

Accuse al governo Meloni: una mossa rischiosa

Pedro Martín, presidente del gruppo socialista nel Cabildo, ha accusato Dávila di avvicinarsi pericolosamente alle idee dell’estrema destra, definendo la sua posizione come “irresponsabilità” per il futuro della leadership delle Isole Canarie. Martín ha sottolineato che la maggior parte dei migranti che arrivano alle Canarie sono adulti, il cui trattamento è di competenza del governo centrale. Al contrario, la gestione dei minori, che ricade sulle spalle della comunità autonoma, richiede una modifica della Legge sull’Immigrazione. “La vera soluzione non è deportarli in paesi terzi”, ha affermato Martín, criticando Dávila per proporre misure che, a suo avviso, mancano di un impegno concreto.

Riflessioni della Diocesi di Tenerife: la questione dei diritti umani

Gesù Alberto Delgado, delegato per le Migrazioni della Diocesi di Tenerife, ha descritto come “vergognoso” il concetto di esternalizzare la gestione migratoria, considerandolo una forma di elusione del problema che grava sui paesi di origine, già in difficoltà. Delgado ha espresso forti critiche nei confronti della politica europea e dei politici che appoggiano soluzioni che definisce “coercitive e disumanizzanti”. Ha invitato von der Leyen a comprendere meglio il viaggio dei migranti prima di formulare proposte del genere, evidenziando la “grande ipocrisia” dell’Europa che ignora i diritti umani.

Ferma opposizione di Nueva Canarias: una questione di decenza

Nueva Canarias-Bloque Canarista ha risposto senza mezzi termini, etichettando come “indecente” la posizione della Coalizione Canaria e del Partito Popolare al governo delle Canarie. Il presidente di NC-BC, Román Rodríguez, ha accusato l’esecutivo di avere abbandonato la protezione dei minori e dei diritti umani, allineandosi con il modello proposto da Giorgia Meloni. “Deportare minori in paesi terzi è un’aberrazione che contraddice i principi umanitari fondamentali”, ha dichiarato Rodríguez, segnalando la tendenza del governo canario a seguire la scia dell’estrema destra europea.

Le critiche di Podemos: una deriva xenofoba

Il movimento di Podemos Canarie ha condannato come “disumana” la proposta da parte del governo di negoziare con il Marocco per l’accoglienza di minori migranti marocchini. La coordinatrice generale, Noemí Santana, ha avvisato che delegare la cura di questi minori a paesi esterni potrebbe compromettere il loro benessere e violare i principi di solidarietà. Santana ha duramente criticato quella che definisce una “deriva xenofoba”, condannando l’uso dei minori come “strumenti di controllo migratorio”.

La crescente divisione tra i leader delle Canarie evidenzia l’urgenza di trovare soluzioni sostenibili e rispettose dei diritti umani nella gestione del flusso migratorio. Con un numero crescente di arrivi, le proposte e le risposte di vari attori politici e sociali delle isole stanno rivelando l’interesse e il disaccordo sulla giusta strada da seguire per affrontare questa delicata questione.